Chiamate rifiutate, il taxi diventa un miraggio

attesa_taxi

“Mancano taxi…” una tiritera più volte annunciata e ripetuta, su cui è molto facile sviluppare la teoria per la quale servirebbero più licenze o meglio ancora una liberalizzazione, così da aumentare il numero dei taxi circolanti. Ma se si osserva l’altra faccia delle medaglia, ci si accorge che la questione va rivisitata secondo un diverso orientamento….

Firenze, 10 luglio 2011 – MIRAGGIO taxi. Sarà effetto della pedonalizzazione o sarà colpa dei lavori in corso, ma di fatto fioccano le segnalazioni di richieste inevase. «Sono le 9 e dopo un infinità di tentativi risulta impossibile chiedere un taxi in piazza Ferrucci! Tutte le chiamate terminano sempre con lo stesso messaggio che recita: “Non ci sono auto per la zona”. Sembra impossibile: non siamo nel punto più scomodo della città e non ci sono neanche».  La protesta va ad aggiungersi ad altre già ricevute dal centro storico: via Bufalini, via della Vigna Nuova e via discorrendo. Del resto, anche le associazioni dei tassisti non si nascondono dietro un dito, né fanno mistero di un problema che per molti di loro deriva dalla pedonalizzazione (con buona pace del sindaco Renzi che ironizza sugli eccessi di colpevolizzazione delle nuova viabilità). «Mica ci fa piacere non andare a prendere un cliente

— commentano all’unisono Walter Del Bene di Cotafi e Maurizio Ciardi di Socota — Rinunciamo a incassare delle corse».
Non ha dubbi neanche il consigliere Massimo Sabatini del Pdl: «Le centrali si servono di sistemi satellitari che consentono di rilevare il taxi più vicino al punto di chiamata e assegnare la corsa. Se un mezzo si trova fisicamente vicino al punto di origine della chiamata, il tassista la rifiuta lo stesso se non ritiene di poter arrivare nei 3 minuti che vengono annunciati al cliente. Questo capita in tutte le zone che risentono degli effetti di sbarramento fisico procurato dalla nuova viabilità: il sistema è automatico, non può tenere conto degli zig zag ora obbligatori. E col tassista che rimanda indietro la corsa, viene provato a riassegnarla ad altri e nel frattempo scorre il tempo e il cliente resta a piedi. Questo ragionamento però non è stato fatto prima dell’avvio della pedonalizzazione».

Si spinge oltre l’analisi di Del Bene. «Siamo in difficoltà ad andare a prendere i clienti in centro e fuori — spiega il presidente della Cotafi — e i lavori di riasfaltatura di alcune vie strategiche hanno contribuito ai disagi. Piazza Ferrucci? E’ presto detto. La città è piccola, le persone si muovono in taxi per necessità: verso gli hotel o gli ospedali, verso la stazione o l’aeroporto, talora per professione. Nella stragrande maggioranza dei casi il nostro lavoro si svolge nella zona Nord e con la città divisa in tre parti diventa difficile arrivare in tempi brevi ovunque. Se prima andavamo dalla stazione a piazza Ferrucci in cinque minuti, ora ne servono almeno quindici».

Accusa più i cantieri che le modifiche alla viabilità, il presidente di Socota Maurizio Ciardi. «Negli ultimi giorni oltre ai lavori in corso, ci sono stati anche intoppi al traffico creati da un bus che si è bloccato alla Fortezza, poi è toccato a un camion. Per noi però il problema riguarda il centro, sulle periferie è occasionale. Registriamo di continuo lamentele degli albergatori perché non possiamo andare a prelevare i clienti. Un esempio? Via Tornabuoni e limitrofe. E poi capita che alle 9 si trovino le catene chiuse e che nemmeno la municipale abbia le chiavi. Gli stranieri si sentono truffati o presi in giro. Era prevedibile».

Contro l’inesatta previsione dei problemi punta il dito anche Del Bene. «Stiamo lavorando con l’assessorato e la municipale per tentare di trovare soluzioni, ma l’idea è che la situazione sia in divenire. Sennò come si spiega che per certe strade a volte si passa e a volte no? Il quadro è fluido. Certo, almeno sui lavori un po’ di lungimiranza non avrebbe guastato: capisco che non si potesse asfaltare di notte in via delle Porte Nuove perché ci sono i condomini, ma in via del Sansovino?».

La soluzione per i tassisti è comunque obbligata: considerarli un servizio pubblico a tutti gli effetti e consentire loro il transito da strade e piazze pedonalizzate. «Mica per noi, ma per i clienti: pensiamo ai tanti turisti, che immagine si dà?». E snocciolano una serie di esempi e motivazioni. Si va da ristoranti e alberghi che rischiano di finire fuori mercato per «manifesta irraggiungibilità», ai diritti dei residenti («ieri una vigilessa aveva bloccato un collega all’imbocco di piazza Pitti, poi ha capito che a bordo c’erano due anziani disabili»), al mancato influsso sullo smog. «Una donna in scooter ieri chiedeva informazioni per andare da piazza Goldoni a San Niccolò: ho dovuto dirle che deve fare il viale dei Colli. Sei chilometri inutili: e poi parlano di smog».
Qualcosa comunque potrebbe muoversi: Palazzo Vecchio ha messo in calendario per il 25 luglio la verifica a un mese di distanza dall’ingresso della pedonalizzazione.

Fonte: La Nazione – L.Gianni – 10/7/2011