Taxi a Milano, flop per il servizio disabili: solo 13 richieste per le 50 licenze a disposizione

corriere.it Per adesso sono 336. Probabilmente destinate ad aumentare in un prossimo futuro. Sono le nuove auto bianche che circoleranno in città da qui a tre-quattro mesi. Palazzo Marino ha approvato le graduatorie per 450 licenze di taxi. Più le domande e gli idonei (694 le prime, 521 i secondi) che le licenze. Ma con un «buco» clamoroso per quanto riguarda il servizio dedicato ai disabili. Su 50 licenze a disposizione hanno risposto solo in 13 anche a fronte di uno sconto del 20 per cento sul costo della licenza ordinaria (77.200 euro contro 96.500).

È andata poco meglio per i 50 permessi destinati a chi ha scelto sia il turno notturno sia l’auto attrezzata per il trasporto dei disabili: in tutto 26. In questo caso lo sconto era del 40 per cento, pari a 57.900 euro. Mentre c’è stato un vero e proprio assalto che per chi ha scelto semplicemente il turno notturno e i week end per i prossimi 5 anni. Anche in questo caso le licenze a disposizione erano 50: gli idonei sono 235. Lo sconto in questo caso era del 30 per cento, pari a 67.550 euro.

Quindi, alla fine dei conteggi, su 450 licenze a disposizione ne verranno assegnate 336. Per le restanti si procederà allo scorrimento delle graduatorie, perché il bando prevedeva la possibilità di dare più di una preferenza. La speranza è che una larga fetta di chi ha scelto la notte possa aver opzionato anche il trasporto per le persone disabili o anche il servizio ordinario. Altrimenti bisognerà procedere con un nuovo bando e allungare ulteriormente i tempi.

Per vedere le 336 nuove auto bianche in strada, la burocrazia fissa in quattro mesi il tempo limite per tutti gli adempimenti del caso. Chi è in regola però potrà circolare già tra un mese, un mese e mezzo.

Resta però l’obiettivo di arrivare a mille nuovi taxi e per far questo ci sarebbe anche un’altra strada rispetto a quella seguita da Palazzo Marino, ossia l’autorizzazione della Regione, ma a oggi da Palazzo Lombardia non è arrivata nessuna risposta. E ai tempi non sono mancate scintille tra le due istituzioni. «Trovo pazzesco — aveva detto il sindaco Sala — che una grande città come Milano abbia bisogno del permesso della Regione».

Quindi, il Comune ha deciso di intraprendere la strada alternativa, quella permessa dalla legge nazionale che consente ai capoluoghi di regione di aumentare le licenze fino a un massimo del 20 per cento. Milano con i suoi 4.855 taxi può mettere a bando in tutto 971 licenze. Con una differenza sostanziale rispetto alla trafila regionale. Con l’autorizzazione regionale il Comune può tenere il 20 per cento che incassa dalle nuove licenze per servizi alla città. Con le regole nazionali invece non si tiene nulla e il cento per cento degli incassi delle licenze va direttamente ai vecchi tassisti come forma di risarcimento.