corriere.it Un’organizzazione creata per vendere false licenze di Ncc (noleggio con conducente) su tutto il territorio laziale. E oltre. In alcuni casi i titolari di attestazioni farlocche hanno sconfinato da Roma arrivando a operare in provincia di Milano. La vendita dei documenti taroccati avrebbe assicurato circa 400 mila euro di guadagno al gruppo.
Licenze (false) a prezzi di saldo: da 15 a 40 mila euro
Novecento le licenze false messe in commercio. Quarantasette gli imputati coinvolti nel giro d’affari, mercoledì rinviati a giudizio. L’accusa principale è associazione a delinquere, contestata a quattordici indagati, ognuno con un proprio ruolo specifico. C’è chi ha fatto il cassiere, chi ha contraffatto documenti, chi ha curato le compravendite, chi invece si è messo a disposizione per ottenere carte prepagate dove far confluire i soldi. Gli altri reati contestati, a seconda delle diverse posizioni, sono falso, truffa, ricettazione. Ma perché comprare una licenza fasulla? Perché ognuna è stata venduta a prezzi da saldo, tra 15 e 40 mila euro, mentre il valore di mercato sarebbe stato di 70 mila euro. Alcuni acquirenti si sono resi conto della truffa, e hanno denunciato. Altri invece hanno fatto finta di niente.
Com’era organizzato il gruppo
Al vertice del gruppo, operativo tra il 2019 e il 2020, ci sarebbero stati, secondo la Procura, A. R. e E. V. R. si sarebbe impegnato nella contraffazione delle licenze arrivando ad assumere una falsa identità, quella di A. A., per agire indisturbato. V. – irreperibile, assistito dall’avvocato G. S, – avrebbe invece avuto il compito di gestire le carte prepagate su cui confluivano i pagamenti illeciti. Un ruolo fondamentale, per la Procura, lo ha avuto anche R. B., che avrebbe provveduto a far avere agli acquirenti le false licenze con cui immatricolare le auto alla Motorizzazione civile. Altri attori cruciali sarebbero stati S. F. e F. D. I.: avrebbero ricevuto il denaro sulle postpay per poi smistarlo. Dall’accusa di associazione è stato assolto F. P., assistito dall’avvocato A. M., avendo dimostrato che nelle sue carte prepagate non sono circolati soldi dell’organizzazione.
Come funzionavano le truffe
Ecco una delle truffe attribuite al gruppo. Marzo 2019, R. si presenta con il falso nome di G. alla cooperativa ###: sostiene di essere un intermediario alla ricerca di potenziali acquirenti di licenze Ncc. Si mette a parlare con un dipendente, e durante il colloquio intuisce la sua disponibilità a concludere l’affare. R. allora svela di avere una licenza emessa dal Comune di G. Aggiunge che l’intestatario – ma l’identità è farlocca – è pronto a disfarsene per 40 mila euro. L’affare è concluso, il dipendente della coop è contento. Paga una prima tranche di seimila euro. Ma dopo pochi giorni capisce che la documentazione è carta straccia. L’Anar, associazione di categoria degli Ncc, si è costituita con gli avvocati Arturo Grasso e Walter De Agostini. «Dimostreremo la nostra innocenza», dichiarano gli avvocati G. L. e P. d. L., che rappresentano diversi imputati.