Bologna. Le opposizioni difendono la categoria “Dal Comune solo diktat e pretese”

ilrestodelcarlino.it Il centrodestra si schiera al fianco dei tassisti in sciopero e punta il dito contro l’amministrazione: a supporto della protesta arrivano Fd’I, Lega, Bologna ci piace e Francesca Scarano (Misto). Le ragioni delle associazioni di categoria “le sosteniamo senza se e senza ma”, dichiara il capogruppo di Fd’I in Consiglio comunale, Stefano Cavedagna, partecipando al presidio dei tassisti in piazza Maggiore. “Il Comune, più che aprire un dialogo impone dei diktat” e tra questi c’è la volontà di prevedere “ben 100 licenze” in più rispetto a quelle attuali. Ma quello dei taxi “è un servizio pubblico. Quindi o lo si tratta come tale e si dialoga con la categoria – argomenta Cavedagna –, o altrimenti lo si tratta come un mezzo privato, che effettivamente non è”. Quindi l’assessora Valentina Orioli e il sindaco Matteo Lepore “non solo ascoltino i tassisti, ma aprano davvero un dialogo. I cantieri che ci sono in città e quelli che ci saranno con il tram preoccupano non soltanto i cittadini, ma anche chi svolge questo servizio pubblico”.

Lo sciopero “è la logica conseguenza delle scelte del Comune”, dichiarano in una nota Matteo Di Benedetto (Lega) e Samuela Quercioli (Bologna ci piace). Di Benedetto e Quercioli puntano “la necessità per tutti gli operatori di dotarsi di sistemi di geolocalizzazione a proprie spese”, mentre “nessun adeguamento dei tariffari è stato proposto, nonostante sia obbligatorio, e nessuna garanzia è stata offerta circa il coordinamento informativo sui cantieri, la sicurezza notturna e l’accessibilità ai più fragili. La linea del Comune danneggia Bologna e i bolognesi, oltre che i tassisti”.

Su geolocalizzazione e nuove licenze il Comune “avrebbe già assunto decisioni non più revocabili”, afferma Scarano (Gruppo Misto): quindi l’incontro convocato ieri “dimostra solo la scarsa serietà di questa Giunta che tratta i lavoratori come subordinati non degni di alcuna considerazione. Basti pensare all’inaccettabile ritardo nella revisione del tariffario, fermo al 2018”. Inoltre, “proposte come la tariffa unica per l’aeroporto o 100 nuove licenze non possono precedere il ritorno alla viabilità ordinaria e, quindi – continua Scarano –, devono essere rimandate a dopo la chiusura dei lavori e dei cantieri previsti. Con questa amministrazione Bologna è una città provinciale senza grandi ambizioni”.