Tassista litigò con turisti per il pagamento con il pos: licenza sospesa per 45 giorni

ilgiorno.it Milano – “Comportamento gravemente scorretto nei confronti dell’utente”. È la motivazione che ha portato la Commissione tecnica disciplinare a sanzionare con 45 giorni di sospensione della licenza il tassista che poco più di tre mesi fa litigò con due clienti australiani a Milano, come immortalato da un video diventato virale. Nella determinazione dirigenziale pubblicata sull’albo pretorio di Palazzo Marino, firmata dalla dirigente Elena Sala, si spiega che, “alla luce di quanto emerso in sede di istruttoria” e nel corso della discussione nella seduta del 27 novembre, “risulta accertata la sussistenza di violazioni” al regolamento di bacino di traffico del sistema aeroportuale lombardo del servizio taxi. Conclusione: un mese e mezzo di stop. Per chi non lo ricordi, l’episodio risale al 22 agosto.

L’episodio sotto i riflettori
Quel pomeriggio il conducente prese una corsa alle 18 dalla Stazione Centrale alla vicina via Tenca. Arrivati a destinazione, i turisti chiesero di pagare con il Pos e ne nacque una discussione, ripresa da un residente con lo smartphone: volarono parole grosse (“Vai a fare in …”, l’insulto ripetuto più volte dal conducente) e nel parapiglia alcuni souvenir tirati giù dal bagagliaio finirono a terra, rompendosi in mille pezzi. Alla fine, il conducente dell’auto bianca fece comunque saldare il dovuto con la carta di credito (e in effetti il mancato uso del dispositivo elettronico non gli è stato contestato), per poi allontanarsi imprecando con le portiere aperte. Quelle immagini scatenarono centinaia di commenti sui social, con richieste di punizione esemplare per il tassista e prese di posizione contro l’intera categoria e a favore della multinazionale Uber. Il giorno dopo, intervenne sull’argomento pure l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli con un lungo post su Facebook: “Quello che è accaduto non rappresenta Milano e la capacità di accogliere visitatori e visitatrici da ogni parte del mondo – l’incipit dell’esponente della Giunta Sala –. Meno che mai rappresenta la categoria dei tassisti. E ringrazio la polizia locale per il positivo contributo in questa brutta vicenda”.

Gli altri provvedimenti
Sì, perché gli agenti della Freccia 1 del Radiomobile riuscirono in breve tempo a identificare il tassista, associato al radiotaxi 4040. Da lì la segnalazione alla Commissione tecnica disciplinare. Nei giorni scorsi, è arrivata la sanzione. Non l’unica comminata il 22 novembre, come si ricostruisce dagli altri provvedimenti pubblicati sul sito dell’amministrazione. Ecco l’elenco: 19 giorni di sospensione per un tassista che la sera del primo agosto ha rifiutato il pagamento con Pos a un cliente caricato in piazza Duomo (con l’aggravante di indossare i pantaloni corti, ritenuto un abbigliamento non consono per un operatore del trasporto pubblico non di linea); 17 per un altro conducente che alle 18 del 12 luglio ha interrotto una corsa da piazzale Cadorna a via Rembrandt, “tenendo un comportameno gravemente scorretto nei confronti dell’utente”; 7 per un tassista che alle 6.30 del 15 luglio ha allungato il tragitto per coprire la tratta via Sbarbaro-stazione di Rogoredo, “introitando quindi un importo superiore al normale costo della corsa”; 3 a testa per due conducenti che tra il 3 maggio e il 7 luglio hanno rispettivamente omesso di esporre la vetrofania con le tariffe fisse ed emesso una ricevuta incompleta. In totale, secondo i dati riferiti al periodo primo gennaio-20 novembre 2022, sono stati 106 i conducenti che hanno ricevuto verbali per violazioni alle prescrizioni previste dal regolamento di bacino: in 23 casi, sono stati sanzionati per mancanze legate alle “caratteristiche specifiche delle autovetture del servizio taxi”; in altri 52, la categoria più diffusa, non hanno genericamente tenuto conto dei “divieti per i conducenti dei taxi in servizio”.

Il nodo abusivismo
Sul fronte della lotta all’abusivismo, va infine registrato che i ghisa hanno “pizzicato” complessivamente 133 autisti senza licenza. Inoltre, gli investigatori di piazza Beccaria hanno indagato in 9 occasioni per “lavoro nero o irregolare, segnalazioni qualificate e irregolarità commerciali connesse al trasporto pubblico” e in altre 6 per “accertamenti svolti sulle fonti di procacciamento, diffusione e promozione dell’abusivismo, anche mediante strumenti informatici”.