La campagna elettorale colpisce anche i tassisti -di Francesco Artusa


facebook.com Appena usciti indenni dall’ennesimo tentativo di modernizzare il mondo taxi e togliere qualcuna delle catene a quello NCC con l’affossamento da parte dei partiti di maggioranza e opposizione del noto art 9 del DDL concorrenza, sembra che anche il taxi sia entrato nelle logiche della campagna elettorale. Una svolta imprevedibile se si pensa che solo poche settimane fa veniva rilanciata da tutti i media la bufala dell’espresso (la mia controinchiesta qui) che nel goffo tentativo di provare la potenza della lobby uber in Italia, in realtà riusciva a dimostrare l’esatto contrario e cioè che nemmeno la potente multinazionale sia riuscita a portare a casa niente in Italia.

Succede quindi che un minuto tassista di settant’anni, diventi una sorta di mostro reo di “rifiutare il pos”, “di distruggere i souvenir dei clienti” e “di mandarli affan..”. Diciamo subito che delle tre accuse finite su tutti i giornali solo la terza è vera. E non lo dico dopo aver letto l’intervista al tassista su Fanpage, ma dopo aver visto il video. La ripresa inizia quando la corsa è finita, si vede chiaramente che i souvenir si rompono perché messi in una busta che tassista e cliente cercano di prendere contemporaneamente, urtandosi. In altre parole un infausto incidente. Fosse successo alla mia azienda, mi sarei scusato e offerto di rimborsare i clienti, perché ci si prende la responsabilità anche degli incidenti, che è quanto mi risulti abbia fatto il tassista. Ma anche queste notizie le ho solo viste confermate da Fanpage, ma le ho sapute subito.

Un addetto ai lavori (poi c’è chi millanta di esserlo, ma questa è un’altra storia) arriva facilmente a ricostruire i fatti come ho fatto io e qui sorge la prima domanda: ma con chi ha parlato L’Ass. Granelli? Come si spiega la richiesta di revoca della licenza decisamente sproporzionata? Perché oggettivamente parlando, nel video si vede il pagamento (che è stato fatto con carta di credito), si vede l’incidente ai souvenir e si sentono un po’ di vaffa, in inglese e in italiano. Possibile che siamo arrivati ad un punto che basta un titolo di giornale perché non solo sentiamo quel che vogliamo sentire, ma vediamo ciò che vogliamo vedere?

La mia storia dimostra che sono l’ultimo che possa essere additato di una difesa d’ufficio dei tassisti e del “sistema taxi” che continuerò a combattere come ho fatto negli ultimi 12 anni. E’ solo che non mi piacciono né i processi sommari, né i capri espiatori: sono un simbolo della mediocrità italiana. Davanti ad un problema diffuso ne castigo uno a caso facendo credere di aver risolto il problema, tanto la maggioranza ci crede. La campagna elettorale è anche l’unica cosa che spieghi perché questo tassista sia stato scaricato dalla politica ma soprattutto dai suoi sindacalisti e dal radiotaxi per il quale lavora. Hanno difeso davvero tutti, soprattutto gli indifendibili come quello di settimana scorsa immortalato dalla Lucarelli che ha fatto cose ben più gravi e interamente documentate. Magari è un recidivo, ho pensato. Invece (questo si, che l’ho appreso da Fanpage) era sconosciuto fino a ieri alla commissione disciplinare in 41 anni di lavoro. E allora perché? Ordini superiori?

Infine, a me che non sono garantista a targhe alterne, si consenta di prendere le distanze da quei presidenti di associazione NCC corsi in agenzia per lanciare le loro accuse. Una cosa è denunciare il clima di impunibilità e addebitarlo alle premure di quasi tutti i partiti verso il mondo taxi, cosa che ho fatto più volte, altra è fare le liste di proscrizione, che poi è quello che fanno i sindacalisti (e non solo) taxi ogni volta che uno o più politici fanno una proposta a favore degli NCC.

Che senso ha contrastare per anni questo bullismo istituzionale fatto di fermi amministrativi senza né processo né commissioni (no, gli NCC non hanno queste tutele), fatto di titoli “Ncc abusivi” nei confronti di colleghi con l’autorizzazione e fatto di caccia alle streghe con leggi che puniscono tutti per colpirne 100, se poi ci comportiamo esattamente nello stesso modo?

In tutta questa brutta storia c’è un lato positivo che dà speranza: oggi i vaffa mettono a rischio una licenza taxi, solo 5 anni fa facevano vincere le elezioni.
E’ già qualcosa.


Ovviamente Taxistory si dissocia (tanto ormai è di moda dissociarsi) dalla parte più squisitamente “ncc” del testo, ma si rimane a dir poco basiti nel constatare che per ora l’unica difesa del collega incolpevole è arrivata da un sindacato della “concorrenza” (tra virgolette perché l’ncc non può fare concorrenza al taxi essendo un servizio di rimessa e non di piazza). Dopo questa dovuta dissociazione prego i soliti leoni da tastiera di non rompere le scatole con commenti demenziali. Tanto mi conoscete, ditemele in faccia. Grazie, Marco.

 

 

Un commento

  1. Infatti non dovremmo essere in concorrenza,ma dovremmo essere colleghi,come lo sono sempre stato e sempre lo saro’…per me i taxisti sono colleghi strettissimi e ti diro’me lo hanno dimostrato anche loro durante i vs scioperi…forse sarebbe meglio unire le forze che combatterci.

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