Uber-taxi, scoppia la pace: le auto bianche dentro l’app in cambio di un commissione

repubblica.it Dopo New York, l’Italia. Uber e i tassisti – due mondi che per l’ex sindaco della Grande mela, Mike Bloomberg, erano come “l’acqua e l’olio” – uniscono le forze. Le auto bianche salgono a bordo della piattaforma sviluppata dal colosso americano. E così gli utenti, a cominciare da Roma e dal prossimo giugno, potranno trovare i taxi sull’app di Uber, da dove potranno seguire tutto il processo di prenotazione, tracciamento delle vetture, pagamento.

L’intesa è stata sancita in un accordo – dopo anni di ostilità – annunciato dal consorzio ItTaxi, il più grande consorzio italiano del settore con presenza in 90 città e 12mila vetture, e dalla stessa app globale di mobilità. Si parte con la capitale, non ci sono programmi di sviluppo serrati – spiegano da Uber – ma senz’altro le città in cui l’app è presente nella sua versione “black” (con gli ncc, in sostanza) sono un potenziale bacino di sviluppo rapido (Milano, Roma, Torino, Firenze e Bologna, Catania e Palermo).

Nell’ottica dei tassisti, quel che fa gola è il bacino di 118 milioni di utenti a livello globale che Uber può mettere ora in contatto con i tassisti italiani. Questi ultimi non dovranno cambiare la loro piattaforma informatica (Splyt si è occupata della convergenza dei due sistemi): sulla loro strumentazione di bordo vedranno apparire le chiamate in arrivo dall’app di Uber. Se accetteranno la corsa, dovranno retrocedere una commissione che Uber non specifica ma si parla del 6%. In cambio, vedranno appunto crescere la loro platea di potenziali clienti.

D’altra parte, l’ambizione di Uber non è da poco: “Entro il 2025 vogliamo tutti i taxi del mondo sulla nostra piattaforma”, ha affermato il vice presidente Andrew Macdonald nella riunione annuale degli investitori. E nel Regno Unito è pronta la sperimentazione per concentrare anche l’offerta di servizi che riguarda treni, aerei, prenotazioni di hotel. Una specie di super-app della mobilità, che avrebbe importanti risvolti anche nell’efficienza del trasporto urbano: come ha rimarcato Carlo Ratti in una recente analisi, cittadini e ambiente pagano un “prezzo all’anarchia” nell’offerta di trasporto. La mancanza di coordinamento tra le diverse soluzioni porta alla presenza di mezzi in eccesso rispetto alla domanda di mobilità, e a scegliere veicoli che non sono necessariamente i più vicini ed efficienti.

Per anni questo coordinamento è sembrato impossibile, se si pensa che Loreno Bittarelli, presidente della cooperativa 3570 ( 3.700 licenze controllate sulle 7.704 in circolazione a Roma) e alla guida dell’app It.Taxi, parlava dell’App americana come di un “problema di ordine pubblico”. Oggi i toni sono diversi. Bittarelli parla in una nota di “un traguardo importante che porterà progressivamente più corse ai tassisti del nostro consorzio. Si tratta di un passo avanti per il nostro lavoro e un servizio in più per i clienti che hanno bisogno di muoversi agilmente nelle principali città italiane”. Non mancano le dichiarazioni del ceo di Uber, Dara Khosrowshahi: “Le nostre partnership con i taxi hanno un approccio diverso in tutto il mondo e siamo molto felici della partnership con itTaxi che ha l’obiettivo di offrire nuove opportunità ai cittadini e taxi di diverse città italiane. Siamo determinati a essere un vero partner per il settore dei taxi in tutta Italia e siamo entusiasti di iniziare un nuovo capitolo di fiducia e cooperazione”.

 

 

 

4 commenti

  1. E fu così che venne fuori la vera natura del bittarelli…. Fortunatamente molti sapevano

  2. Come mai non pubblicate i commenti?
    Vi vergognate o fate parte anche voi della combriccola di Bittarelli?
    SVEGLIAMOCI !!!

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