Venezia, tornano i turisti: riecco false perle di Murano e taxi abusivi

corrieredelveneto.corriere.it Se ne è accorto seguendo il flusso di turisti: negozi con merce scadente, contraffatta e priva di qualsiasi certificazione. Ne è seguita una maxi operazione delle fiamme gialle contro abusivismo e contraffazione legate al turismo che ha portato al sequestro di 180 mila prodotti irregolari, anche vetro con falso marchio «Murano Glass», e multare un taxi e un b&b senza autorizzazioni. Tutto è partito dall’input del nuovo comandante provinciale della Guardia di Finanza Giovanni Salerno che, volendo proseguire nell’azione già avviata con le altre forze di polizia e le istituzioni, ha deciso di mettere in moto controlli straordinari a tappeto soprattutto in centro storico. L’aumento dei flussi turistici ad esempio, specie nei fine settimana, sta facendo lievitare una domanda di beni e servizi di bassa qualità, sia per le strutture ricettive che per gli acquisti fatti dai visitatori. Così le fiamme gialle (anche con controlli in borghese) hanno iniziato a osservare gli oggetti esposti in alcune botteghe a costi particolarmente bassi imbattendosi in capi di abbigliamento, accessori, scarpe, borse, bigiotteria, venduti come «made in Italy» ma che di fatto non lo erano.

I sequestri
Migliaia anche i beni privi di etichette, senza indicazioni, oppure contraffatti. Così sono partite le ispezioni ufficiali dei militari che hanno portato in meno di una settimana al sequestro di 180 mila prodotti irregolari nel Veneziano. Solo in centro storico i finanzieri hanno controllato cinque attività commerciali, nelle zone di San Marco, Santa Croce e Cannaregio trovando 52 mila prodotti tra bigiotteria, giocattoli, abbigliamento e souvenir, privi delle indicazioni di sicurezza e qualità, tutti sequestrati. Questi oggetti, spacciati come prodotti italiani, con il territorio non hanno alcun legame, argomenta la Finanza. Arrivano da altri Paesi, sono fatti altrove, e non è detto che dalla loro vendita derivi un beneficio in termini di gettito fiscale per il territorio, specie se queste attività aprono e chiudono in fretta portando all’estero i capitali. Il rischio infatti è che Venezia sia usata come una vetrina ma alla città non resta nulla. «L’attività di intensificazione dei controlli prende proprio atto delle note problematiche avvertite da tempo in città in particolare nel centro storico — afferma il comandante Salerno —. La Guardia di Finanza, in sinergia con gli altri attori istituzionali, vuole garantire una presenza costante sul territorio a contrasto di ogni forma di abusivismo e a tutela dell’economia legale».

I controlli
La rete dei controlli, vista la provenienza estera (Cina e Bangladesh per lo più) di molti prodotti si è estesa a porto e aeroporto, verificando tir e pacchi indirizzati alle attività commerciali. E qui, attraverso le analisi di rischio, con le descrizioni degli articoli nelle liste dei corrieri sono comparsi subito alert che poi hanno portato ai sequestri. Le verifiche fatte assieme alle Dogane hanno portato al sequestro di circa 4 mila paia di scarpe con falsa indicazione «Made in Italy» e 50.000 prodotti tessili contenuti in un camion in arrivo dalla Grecia. Al Marco Polo i finanzieri di Tessera sono stati sequestrati capi d’abbigliamento falsi di note griffe, e fra i gioielli alcuni con perle in vetro che recavano il falso marchio «Murano Glass»: un danno per una produzione locale che tra la pandemia e il rincaro energetico sta attraversando un momento di forte difficoltà. Nel mirino è finito anche il moto ondoso: lo scorso weekend, in concomitanza con l’aumento dei visitatori e dei natanti in laguna, nel mirino sono finiti i «taxi d’acqua» allo scopo di verificare la presenza delle autorizzazioni. Una sola sanzione è scattata, dopo il controllo di una decina di mezzi. Riguardo invece alla ricettività, sono state dieci le attività di b&b verificate insieme alla polizia locale di Venezia, anche a seguito di segnalazioni dei cittadini. Un b&b, gestito da un cittadino bengalese, era completamente abusivo ma nonostante questo veniva pubblicizzato su internet.