Ddl concorrenza, sindacati dei taxi sul piede di guerra: «Pronti alla mobilitazione»


corriere.it Il Ddl Concorrenza agita il comparto dei taxi e degli Ncc. Nella bozza del testo, al centro della discussione in Consiglio dei ministri, si legge che tramite un decreto legislativo, da varare entro 6 mesi, il governo «promuoverà la concorrenza, anche in sede di conferimento delle licenze, per stimolare standard qualitativi più elevati». In parallelo vengono inasprite le sanzioni per chi esercita abusivamente questa attività. Nel testo si legge poi che per i tassisti e autisti Ncc saranno ridotti gli adempimenti amministrativi e verrà semplificata la normativa «sui vincoli territoriali, le tariffe e i sistemi di turnazione, anche in conformità alla giurisprudenza della Corte costituzionale».

Il no dei sindacati dei tassisti
Immediata la reazione dei sindacati dei taxi in vista di una possibile liberalizzazione delle licenze. I sindacati si sono detti pronti alla mobilitazione perché ritengono «inaccettabile» l’ipotesi di introdurre «il comparto del trasporto pubblico non di linea nel Ddl Concorrenza». In una nota congiunta Ugl taxi, Federtaxi Cisal, Tam, Satam, Claai, Unimpresa, Usb taxi, Or.S.A taxi, Ati Taxi, Fast Confsal e Associazione Tutela Legale Taxi esprimono la loro contrarietà all’intervento. «La normativa che disciplina il settore — spiegano i sindacati — è già stata revisionata e adeguata ai tempi nel 2019 e ha abbondantemente superato il vaglio di legittimità della Corte costituzionale, allora presieduta dal Ministro Marta Cartabia». Per le sigle «a oggi occorre solamente concludere l’iter di riforma con l’approvazione dei previsti decreti attuativi e di un Dpcm per la disciplina delle app, già nella disponibilità legislativa della Presidenza del consiglio»

La posizione di Usb Taxi
Dura la posizione del coordinatore dell’Usb Taxi, Riccardo Cacchione, che boccia le misure e parla di «una devastante liberalizzazione» per i servizi di taxi e Ncc. «Il provvedimento — sottolinea Cacchione — colpirà il nostro settore che è un servizio pubblico essenziale come emerge anche dal fatto che la direttiva Bolkestein non si applica ai taxi. Con questo provvedimento si pensa probabilmente di fare gli interessi di qualche soggetto forte, di introdurre un modello all’americana che non ci permetterà di portare a termine la giornata e non ci permetterà di arrivare alla fine del mese».
Proprio per questo, rileva il coordinatore dell’Usb Taxi, «metteremo in campo tutte le nostre forze per contrastare queste misure» anche perché «arriviamo dall’emergenza Covid che ha messo a dura prova tutto il settore e nonostante questo siamo sempre stati in prima linea per garantire un servizio pubblico essenziale in piena emergenza sanitaria».

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