Rischio Covid in auto: uno studio svela quali finestrini è meglio aprire


today.it L’automobile, con il suo abitacolo chiuso e la poca distanza tra gli occupanti, rimane uno dei luoghi in cui il rischio contagio è alto. Per questo motivo, al di là degli spostamenti con i congiunti e con i membri della propria famiglia, quando ci si muove con altre persone, come nel caso di un taxi, è necessario un opportuno ricambio dell’aria, per disperdere le eventuali goccioline rilasciate da i precedenti passeggeri. Ma c’è un modo particolare in cui è meglio attuare il ricircolo d’aria. Secondo uno studio della Brown University di Provence, a Rhode Island (Stati Uniti), aprire un finestrino a caso potrebbe non bastare.

Covid, il rischio contagio in auto
Nello studio pubblicato sulla rivista scientifica Science Advances, i ricercatori hanno messo a punto un modello in grado di simulare la fluidodinamica all’interno dell’abitacolo, riuscendo così a mappare il modo in cui le particelle virali si spostano in auto. Nella ricerca è stato preso in analisi il caso di una vettura  che viaggia alla velocità di circa 80 km/h con a bordo due persone, il conducente sul sedile anteriore sinistro e il passeggero sul sedile posteriore destro, ossia la posizione prevista dalle linee guida per i viaggi in taxi (anche in Italia).

Nella fase iniziale dell’analisi, i ricercatori hanno notato che il flusso d’aria all’esterno dell’auto crea un gradiente di pressione all’interno della vettura, con la pressione dell’aria nella parte anteriore che è leggermente inferiore a quella della parte posteriore. In questo modo, quando la macchina ha i finestrini chiusi, l’aria tende a fluire dal retro dell’abitacolo verso la parte anteriore dell’auto. In quesa condizione circa il 10% degli aerosol espirati da uno degli due occupanti dell’auto che avrebbe potuto raggiungere l’altra persona.

Quali finestrini è meglio aprire in auto?
Nella seconda fase sono stati effettuati diversi test sui flussi d’aria in base a diverse combinazioni di finestrini aperti e chiusi, con l’aria condizionata accesa in tutti gli scenari. Con tutti e quattro i finestrini abbassati il tasso di ventilazione ha permesso alla maggior parte delle particelle sospese di fuoriuscire dall’abitacolo, con solo lo 0,2-2% delle particelle che sarebbero potute rimanere nell’auto e arrivare ad uno degli occupanti. Anche la combinazione più logica in base alla disposizione dei passeggeri, ossia con aperti i finestrini adiacenti ai due occupanti, risulta più efficace dei quattro finestrini chiusi ma, al contrario di quanto si potrebbe pensare, non è lo scenario migliore.

Infatti, secondo lo studio statunitense, la strategia che riduce al minimo il rischio contagio è invece quella di aprire i finestrini più lontani rispetto alle posizioni occupate dalle due persone a bordo: ossia l’anteriore destro con il guidatore a sinistra, e il posteriore sinistro per il passeggero. Un risultato sorprendente, come sottolineato dal dottor Varghese Mathai, uno dei principali autori della ricerca: ”Inaspettatamente, le simulazioni hanno mostrato in questo caso la formazione di una corrente d’aria che agisce come una barriera fra il guidatore e il passeggero ed elimina tutta l’aria che viene rilasciata dal passeggero, creando anche una forte regione di vento tra il guidatore e il passeggero”.

Sia chiaro, questo non significa che basta aprire in questo modo i finestrini per essere al sicuro dal contagio. Nei viaggi in auto con persone esterne alla cerchia familiare è sempre consigliato indossare la mascherina. Lo studio infatti non mette in discussione l’importanza dei dispositivi di protezione, ma suggerisce soltanto una soluzione con cui rendere più efficace il ricircolo d’aria all’interno della vettura.