Basta con le solite “Maranate”! di Davide Pinoli


Sarebbe magari ora di smetterla di attribuire a chi non allineato al pensiero del momento con insulti, titoli o risposte atte al solo discredito. Poter fare ciò basterebbe semplicemente utilizzare dei pensieri propri non alimentati dallo stato emozionale del momento o dal dover seguire il “politicamente corretto” del referente di turno. Entrando più nello specifico é risultato molto singolare che, a seguito di una comunicazione sulla sua pagina Facebook riguardante la riqualificazione idrica del Monte Stella, l’Assessore “Harry Potter” enfant prodige prestato al Comune di Milano, abbia sentito il bisogno di citare, assolutamente fuori dal tema, una vecchia e presunta “intimidazione” attribuibile, secondo lui, ai tassisti Milanesi.

Una citazione di nessuna pertinenza con l’argomento trattato ma utile ad indispettire una categoria ignorata dal Comune in tutte le sue più che lecite richieste in merito a sicurezza, abusivismo, risorse a bilancio o a una semplicemente richiesta di bagni indispensabili all’espletamento di naturali bisogni fisiologici.

Arrivati a questo punto è evidente che una categoria mai silente e mai allineata non è simpatica e da fastidio ad alcune istituzioni il cui tacere perpetuato sta diventando purtroppo sistema, un sistema che va ben oltre al Radical Chic in voga a Palazzo Marino fino ad affondare nei modus operandi del muro di gomma di concezione Democristiana.

Sottolineato doverosamente tutto ciò, bene ricordare alla Politica smemorata che, soprattutto nel disastro contemporaneo, fino a quando i taxi saranno un servizio pubblico e non un ibrido al servizio di multinazionali e mecenati, dovrebbero essere tutelati e messi in condizione di poter svolgere al meglio il proprio ruolo al servizio di una città Importante come Milano.

Ps. Giusto per correttezza, i problemi idrici che minano la stabilità della Montagnetta non sono dati da problemi di falda, come scritto dal giovane Assessore ma dal fiume Olona che scorre interrato. Della serie, non saper neppure di ciò che si sta scrivendo.