Il dramma di un tassista rimasto senza lavoro: «Chiudo la partita Iva, sono disperato»


ilmessaggero.it È quasi in lacrime dentro la sua Toyota bianca. Nemmeno vorrebbe scendere dal suo taxi, ha in mano il foglio con gli incassi dell’ultimo mese, pochi spiccioli. Ha appena compiuto la sua ultima corsa attorno al Duomo di Teramo. Ha un appuntamento col suo commercialista a pochi metri per riconsegnare la partita Iva. Anche lui è vittima del Covid-19Antonio Febbo, 55 anni, ha due figli e vorrebbe assicurare loro il meglio, come tutti i padri di questo mondo desiderano. «È vergognoso» dice con un groppo in gola. È a Teramo da venti anni «ma da dieci a questa parte le cose sono andate sempre peggio, dal terremoto dell’Aquila in poi, si sono chiuse tante opportunità e sono cambiate tante cose».

Come tutti coloro che sono stati danneggiati dal Covid, dovrà trovarsi un’opzione “B”: «Vedo se potrò farmi assumere da qualcuno dal momento che con la partita Iva è ormai impossibile andare avanti: i costi superano di molto i ricavi». Ha riferito che nella sua voglia di sopravvivere alla pandemia ha cercato più volte un incontro col sindaco e col suo vice «ma non è stato possibile ottenerlo, nessuno mi ha chiamato sebbene abbia lasciato il mio recapito». Fa spallucce. La malinconia sale quando constata che il lavoro non c’è. «Trascorro intere giornate in piazza con le mani in mano, senza fare nulla». Sono lontani i tempi di quando «bene o male si faceva la giornata, quando c’era qualche turista, gli universitari erano in città coi loro genitori, qualche vecchietta chiamava anche per passare un po’ di ore e le scuole aperte permettevano un incasso sufficiente per vivere: è finita, per me è impossibile andare avanti, si dovrebbe rimettere in moto tutto, ma solo per venire a lavorare qui, con quello che spendo col gasolio, non mi conviene». Per di più nel disbrigare il suo lavoro lungo tutti questi anni si è trovato, assieme agli altri due tassisti teramani, senza colonnine e radio taxi. È tardi per essere mattina, troppo presto per abbandonare le armi. Ma Antonio lascia l’ultima sua corsa con un sorriso: «Buona giornata».

Un commento

  1. La vergogna e’ del comune e soprattutto del governo che nn aiuta in maniera adeguata I taxisti italiani ormai allo stremo x la mancanza di lavoro.

I commenti sono chiusi.