Tassisti senza clienti «Sette ore di lavoro e guadagni 10 euro»


iltirreno.gelocal.it Follonica. Le ore di attesa sono tante ma i passeggeri, soprattutto negli ultimi mesi, sono diventati pochissimi e così capita che, in sette ore di lavoro, l’incasso possa essere appena di 10 euro. I tassisti di Follonica, sei in tutto, lavorano principalmente con i turisti stranieri nel periodo estivo ma l’anno del Covid-19 ha inciso sensibilmente sulla loro attività. L’incasso generale è infatti sceso precipitosamente e di fatto chi si occupa di trasporti pubblici non di linea ha perso intorno al 70 percento del suo fatturato.

Daniele Dolfi guida il taxi dal 2011 e fino allo scorso anno il suo lavoro è sempre stato regolare: «Lavoriamo principalmente con i turisti in estate ma quest’anno, con la chiusura delle frontiere, abbiamo lavorato molto meno e chi è venuto si è servito dei propri mezzi – spiega Dolfi – L’incasso ad agosto è solitamente 10 o 15 volte maggiore rispetto a gennaio ma nel 2020 non è stato così, purtroppo abbiamo avuto delle perdite ingenti».

Alessandro Lucherini è sia un tassista che pianista: dal 2014 è infatti alla guida del suo mezzo ma durante la giornata trova anche il tempo per tenere delle lezioni di pianoforte alla scuola di musica di Altrimondi. «Nelle grandi città i nostri colleghi stanno anche peggio – ammette – per noi almeno un mese e mezzo di stagione estiva c’è stato».

Con il lavoro che va a rilento è però stato necessario sospendere i pagamenti delle auto, i mutui e i prestiti: tutte spese che torneranno a farsi sentire nei prossimi mesi, quando il lavoro – è questa la speranza – ripartirà.

«Abbiamo preso qualcosa con i ristori – dice Lucherini – ed è stato meglio di nulla ma noi a macchina ferma spendiamo minimo 10mila euro all’anno, senza contare le rate dell’auto. Sono spese enormi che dopo un anno così pesano molto».

Giancarlo Pitterl è il veterano della piazza: tassista da sempre, ha preso il posto del padre, anche lui tassista. «Per noi la scorsa estate è stata come un pungo di sabbia: il litorale era affollato ma di fatto erano tutte persone che arrivavano dall’entroterra, che non hanno quasi mai bisogno del servizio taxi». In inverno invece il poco lavoro che c’è è rappresentato dalla “signora Maria” che ha bisogno di un passaggio per fare la spesa o per andare al cimitero. «Lavoriamo con i viaggi brevi, qualche visita in ospedale o qualche viaggio per gli anziani del posto, nulla di più – dice Pitterl – il servizio è al collasso, non credo proprio che si possa reggere un altro anno così». In estate una grande fetta del lavoro è data anche dai ragazzi che vanno in discoteca e anche su questo fronte è andata male: le serate al Tartana sono state pochissime e i viaggi, di conseguenza, molto limitati. Nonostante i disagi, per i tassisti non sono mancate le spese per adeguarsi ai tempi. Nell’anno della pandemia è infatti stato fondamentale adeguare i mezzi e le spese sono state salate: le protezioni in policarbonato che sono state inserite all’interno dei mezzi, per separare l’autista dai passeggeri, sono costate circa 800 euro.

Per la categoria l’unica speranza risiede nella vaccinazione: «Il vaccino per tutti credo sia l’unica soluzione per far ripartire il lavoro nel nostro Paese – dice Lucherini – purtroppo non vedo grandi alternative». L’unica consolazione per Lucherini è rappresentata dal suo secondo lavoro: con la pandemia in molti hanno infatti deciso di dedicarsi alle lezioni di musica e lui, almeno in questo campo, ha visto un miglioramento. –