Taxi distrutto dal pavè, ma rimborso dimezzato


ilgiorno.it Fa un incidente con il suo taxi a causa di un massello del pavè mal posizionato in strada, la sua auto bianca ha un danno complessivo di 8.100 euro (compreso il costo per l’auto sostitutiva per poter continuare a lavorare), il Comune gli vuole rimborsare solo 4.400 euro e alla fine gli chiede pure 380 euro perché la macchina ha sporcato di olio e detriti l’asfalto e Nuir e Amsa sono dovuti intervenire per pulire. Paradossale quanto accaduto a Flavio Patelli, tassista milanese, che da oltre un anno aspetta un rimborso da parte dell’amministrazione ed è pronto a procedere per vie legali per vedersi riconosciuto quanto secondo lui gli è dovuto.

Ma ripartiamo da capo. «Erano le 2.30 di notte del 13 dicembre 2019 – racconta Patelli – , avevo appena caricato una cliente in piazza Scala, stavo percorrendo via Santa Margherita quando, all’incrocio con via Pellico, proprio davanti al negozio di Trussardi, il mio taxi è andato a sbattere contro un massello di porfido posizionato male: la mia auto ne è uscita distrutta. Per colpa dell’impatto si sono rotti semiasse, avantreno, coppa. L’auto si è impennata nella parte anteriore ». Ma perché il Comune non vuole rimborsare l’intero danno? Patelli risponde così: «Mi hanno scritto che guidavo “in maniera inadeguata’’. Ma io stavo andando a 20-30 all’ora massimo. E la mia assicurazione ha dimostrato tutti i danni subiti dalla macchina a causa dell’impatto contro il massello». Non è finita. «Dei soldi per riparare il mio taxi avevo proprio bisogno. E in attesa di ricevere il rimborso del Comune, ho dovuto disinvestire dei fondi pensione per poterlo rimettere in strada. Tutto ciò in un momento in cui, come tutti sanno, noi tassisti siamo in grande difficoltà a causa dell’emergenza sanitaria e del conseguente crollo del numero di corse. A questo punto sarò costretto a far causa al Comune per ottenere tutto quanto mi spetta. E magari passerà un altro anno».

Patelli, alla fine, aggiunge «oltre il danno, poi, pure la beffa», perché «dopo qualche mese dall’incidente il Comune mi ha chiesto 380 euro per la pulizia della strada, visto che la macchina aveva perso olio». In difesa del tassista scende in campo il capogruppo di FI Fabrizio De Pasquale, che ha scritto una lettera al direttore generale Christian Malangone per chiedere che il Comune rimborsi Patelli: «È noto a tutti che i tassisti per lavorare hanno bisogno della loro auto e che nel 2020 il loro giro di affari si è abbassato almeno del 70%. Mi pare odioso ricattare sui tempi del rimborso un lavoratore in grave difficoltà e prospettare lui un rimborso del 50% oppure rimandare il rimborso ai tempi biblici della giustizia civile italiana. Vi invito pertanto a valutare in tutti i suoi aspetti umani, economici, sociali e giuridici la vicenda e a definire una posizione più solidale del Comune con i cittadini vittima dell’incuria stradale». Massimiliano Mingoia

Un commento

  1. Stesso punto per incidente cifra più contenuta gomma e cerchio tutto totalmente rimborsato ma ha dovuto intervenire l avvocato per ben due volte perché il danno me lo avevano liquidato sottraendo iva ,quindi hanno pagato due volte,tutto si e risolto all’ incirca un anno di tempo saluti Baffo.

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