Tassista eroe travolto sulla Milano-Meda, una causa per avere giustizia


ilgiorno.it Ha perso la vita per salvare due automobilisti, ha ricevuto due premi come eroe, ma le assicurazioni da quasi due anni si rimpallano le responsabilità e non pagano alcun risarcimento. Al padre e alla sorella di Eugenio Fumagalli, il tassista 47enne di Albiate che la notte del 12 gennaio 2019 si è immolato per aiutare una coppia di fidanzati coinvolti in un incidente stradale sulla Milano-Meda all’altezza di Cesano Maderno, non resta che la strada della causa civile al Tribunale di Monza.

«Purtroppo , nonostante ogni tentativo fatto entrambe le compagnie assicurative chiamate a risarcire i familiari continuano a negare le responsabilità dei propri assicurati – spiega Fernando Rosa, responsabile di Giesse Risarcimento Danni, il gruppo specializzato nel risarcimento di incidenti mortali di Belluno al quale si sono affidati i familiari del tassista eroe -. Per questo siamo costretti a intentare una causa civile che, purtroppo, non farà che protrarre e rinnovare il dolore dei familiari”.

L’inchiesta penale è ferma alla Procura di Monza alla conclusione delle indagini per una battaglia di perizie sull’incidente, causato, secondo l’accusa, da un 28enne di Lazzate, che ha tamponato la vettura con a bordo una coppia di fidanzati ed è fuggito. Eugenio Fumagalli si è invece fermato a prestare soccorso ed è stato investito da un’altra auto che sopraggiungeva, scagliandolo a 30 metri e uccidendolo. “Un gesto da vero Eroe, Eroe con la E maiuscola. Così se n’è andato Eugenio, lasciando un vuoto indescrivibile tra i propri cari – sottolinea Fernando Rosa di Giesse –. Gli sono stati riconosciuti due premi al valor civile: i prestigiosi Buon Samaritano e Ambrogino d’oro. Nonostante ciò non hanno voluto, neppure, avanzare una prima offerta, che in casi tanto gravi viene usualmente messa a disposizione, in tempi rapidi, in attesa di definire il risarcimento completo, ad indagini compiute.

Un comportamento assurdo, impossibile da giustificare, con la compagnia dell’auto pirata che dice di non avere colpa per il successivo investimento, nonostante l’incidente per il quale si era fermato a prestare soccorso Fumagalli sia stato ovviamente causato dal suo assicurato, e quella della seconda auto, che ha poi travolto la 600 e investito il povero tassista, che respinge ogni richiesta asserendo che non esiste alcuna responsabilità del proprio conducente. Ciò, nonostante, il consulente tecnico della Procura di Monza, e alle stesse conclusioni sono giunti anche tutti i nostri periti, abbiano ravvisato come questa viaggiasse ben oltre i limiti di velocità, fattore che ha inciso ovviamente sulla possibilità di avvistare per tempo il pericolo e riuscire a fermarsi”.


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