Uber vuol distruggere ciò che comprerà per pochi soldi


italiaoggi.it Uber, il colosso dei servizi di ride hailing come si dice in inglese (cioè trasporto privato in condivisione, alla lettera), sta trattando per comprare la più grande piattaforma digitale per la ricerca dei taxi classici, attiva con successo in mezzo mondo, Roma e Milano comprese. Si chiama Free Now, ed è stata creata dalle case automobilistiche tedesche, Bmw e Mercedes.Benvenuti nel bel mezzo di uno dei meravigliosi paradossi della Silicon Valley. Maestra – per carità – in invenzioni emozionanti e talvolta perfino utili, ma ancor più pratica di azzardi morali e di truffe ideologiche. Capiamoci. Uber, nata nel 2009, ha lanciato un servizio economicamente infruttuoso e per giunta imperniato su una forma di servitù della gleba digitale, che funziona poco e male.

Il gioco è: sollevando gli autisti dal costo delle licenze taxi regolari, possiamo abbassare il prezzo delle corse e rendere più popolare l’uso del taxi. Fregando i tassisti, e pazienza. Fregando però anche i Comuni, perché i tassisti le licenze e le tasse le pagano. E nonostante questo, Uber non riesce a guadagnare col suo pseudo-rivoluzionario business. Riesce però a farsi finanziare dai soliti investitori beoti, diffusissimi negli Usa, che al primo stormir di bit sono subito pronti, lì, col denaro in mano.

Va avanti, quindi, e inventa una diversificazione alquanto pedestre: lancia Uber Eats, la divisione che consegna cibo in giro per le città, e rende un po’ meglio dell’altra, riuscendo a far affluire nuovi capitali alla casa madre. Niente di che: ma con questa mossa Uber ha rinfocolato il suo mito, per quanto tutto usurpato, di società innovatrice, come se fosse innovazione inventare i tassisti abusivi e i ragazzi del bar i quali (da che mondo è mondo) vengono sfruttati in tutti i paesi sottosviluppati per portare i caffè negli uffici.

Con questa fama a dir poco discutibile, Uber ha fatto altri soldi e adesso compra un’azienda più solida, perché, oltre a incrociare le richieste di questo o quel viaggiatore e a volte riuscire a ridurre i costi delle corse, fa funzionare almeno nei Paesi come l’Italia giustamente esenti da Uber i taxi classici.

Un giro infinito per distruggere ciò che si vuol comprare. Benvenuti nel meraviglioso mondo della pseudo innovazione.

Ma cosa c’è di nuovo, a ben guardare? I motori di ricerca prima e i social media poi hanno distrutto l’editoria, ed oggi dove leggiamo le notizie? Sui motori di ricerca e sui social media! Costano zero, sì, ma valgono niente! I motori di ricerca hanno distrutto le agenzie di viaggio, ed oggi dove andiamo a prenotare un albergo? Sui motori di ricerca specializzati, pagando quando prima. Avrebbe detto Petrolini: «Più cretini di così, si muore».


Un commento

  1. IO RIPROVOCO: LA TECNOLOGIA UCCIDE. ATTENDO RISPOSTE……….CON ANNESSE PROVE CHE CIÒ CHE DICO NON È VERO.

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