La crisi dei taxi: “Ogni giorno ci rimettiamo 30 euro”


ilrestodelcarlino.it Sono una decina le macchine bianche ferme di fronte alle porte della stazione ferroviaria di Forlì. Alcuni dei tassisti sono seduti a bordo e ascoltano la radio, altri, con il braccio appoggiato sullo sportello aperto, intrattengono lunghe conversazioni con i colleghi. Qualcuno parla del tempo, qualcuno vagheggia le ferie, ma l’argomento principale è uno: il Covid e la crisi che ha portato con sé. “Noi abbiamo sempre garantito il servizio, anche durante il lockdown – racconta Gabriele Bacchi, presidente della Cooperativa Taxi Forlì –. Passavamo la giornata qui e spesso non facevamo nemmeno una corsa. Significa aspettare ore per non incassare nemmeno un euro. Ora che il lockdown è finito e le persone hanno ripreso a uscire per noi la situazione non è molto migliorata: siamo comunque sotto del 70% circa rispetto allo scorso anno”.

Le ragioni? “Possono essere tante – ragionano i tassisti –. Da un lato ci ha colpito molto lo smartworking, visto che tantissimi lavoratori non hanno più bisogno di spostarsi da casa. Anche il turismo è calato e lo stesso vale per le persone che arrivavano qua per fare visita a qualche ricoverato in ospedale: ora gli accessi nelle cliniche sono molto regolamentate e scoraggiate per ragioni di sicurezza. L’università chiusa, poi, ha cambiato tutto: molti studenti e i loro parenti si servivano del taxi. Ora sono clienti persi”.

Tra i tassisti qualcuno ha montato una piccola barriera in plexiglas, altri hanno un telo di plastica teso tra i sedili, ma la maggior parte non utilizza più questo genere di protezione: solo la mascherina. “Le persone più prudenti penso preferiscano comunque l’igiene di un taxi alla promiscuità dei mezzi pubblici – spiegano alcuni tassisti –. Noi, del resto, utilizziamo sempre la mascherina”. Ora il distanziamento a bordo è stato sospeso: “Possiamo fare occupare tutti i posti, anche quello davanti. Per noi non è un vantaggio: in questo modo, quattro persone pagano una corsa anziché due”.

A Forlì i taxi sono 28, “circa i tre quarti in più di quelli che servirebbero davvero in questo periodo…”. Bacchi prosegue: “Noi passiamo qua ore e ore parcheggiati. Le spese fisse ammontano a 50 euro giornalieri e sono molte le serate in cui torniamo a casa con 20 euro nel portafoglio, l’equivalente di un paio di corse. È una situazione psicologicamente snervante e anche preoccupante dal punto di vista economico: abbiamo bisogno di aiuti concreti”.


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