Milano Il funerale dei taxi in piazza Duomo Gli Ncc in Regione: “Nessun aiuto”


ilgiorno.it Due piazze. Lo stesso grido di dolore: “Così chiudiamo tutti”. Tassisti e Ncc hanno scelto il medesimo giorno, che ha segnato l’inizio della fase 3, per ritrovarsi in strada e protestare contro Governo e Regione, accusati di scarsa attenzione nei confronti delle due categorie del trasporto pubblico non di linea, “un servizio essenziale come le metropolitane e i treni regionali”. Più scenografici i conducenti di auto bianche, che hanno inscenato un funerale a due passi dal Duomo, con tanto di bara di cartone con una croce nera e la scritta “Taxi”, e si sono inginocchiati, emulando il gesto che in questi giorni sta spopolando negli Stati Uniti per ricordare la morte di George Floyd e che nella versione meneghina sta a simboleggiare il fallimento delle auto bianche e di chi le guida.

La pandemia ha colpito duro anche dal punto di vista finanziario: l’azzeramento di turismo, eventi e attività fieristiche hanno provocato il crollo della domanda, con calo del 95% nel periodo più duro del lockdown. Ieri i tassisti hanno spento i motori per 14 ore, dalle 8 alle 22, in tutto il bacino aeroportuale lombardo: “Ribadiamo la necessità – il comunicato unitario di sindacati e associazioni di categoria – da parte di questa Regione di garantire l’impegno alla salvaguardia e sopravvivenza del servizio pubblico di trasporto taxi, con l’erogazione immediata di finanziamenti a fondo perduto, così come già erogati da altre Regioni come Piemonte, Campania, Friuli e Lazio”. Istanza che finora non ha trovato accoglimento a Palazzo Lombardia. In mattinata, circa mille tra imprenditori e autisti del comparto Ncc e bus turistici si sono ritrovati sotto il Pirellone per rivolgere le stesse richieste al medesimo interlocutore: una delegazione è stata ricevuta dal leghista Gianmarco Senna, presidente della commissione Attività produttive, che ha invitato i rappresentanti dei noleggiatori a chiedere un’audizione.

“Ancora audizioni? – la risposta polemica di uno degli organizzatori della protesta, Francesco Artusa – E gli assessori dove sono? Perché non ci hanno ricevuti?”. Poi la manifestazione, che si è svolta in contemporanea in altre 14 Regioni, è andata avanti in piazza fino a mezzogiorno: al megafono si sono alternati diversi operatori del settore, stremati dalla crisi e dai mancati introiti degli ultimi mesi. “Siamo soddisfatti per la partecipazione – continua Artusa – ma estremamente delusi dall’atteggiamento della Regione, assente ingiustificata ancora una volta”. E ancora: “Abbiamo avuto più ascolto da parte del Governo, che ha fissato un incontro per l’8 giugno –. spiega il presidente onorario di Fai-trasporto persone –. Vediamo cosa succederà”. In caso di risposte non soddisfacenti, c’è già l’ipotesi di una grande manifestazione a Roma, con Ncc in arrivo da tutta Italia: “Stavolta non ci fermeremo, ne va della sopravvivenza delle nostre aziende: sono stati trovati soldi per tutti, persino per gli incentivi sui monopattini, soltanto per noi no”.


4 commenti

  1. Vogliono la nostra morte,mi sembra abbastanza chiaro,anche se dentro di me sento e vedo che la gente non cambia,che le abitudini saranno le solite,lo vedo da come si comporta la gente,da come mi comporto io,e quando tutto tornerà alla normalità, noi torneremo al nostro solito lavoro…resistere in ogni modo,in questo momento non c’è altro da fare.

  2. D accordo su tutto con baccalà. Anche ieri sua eccellenza il Conte di Foggia ha ribadito di volere trasformare in modo digitale e verde la nazione. Tanto più Che Enrico Maria Rinaldi si è chiesto a proposito di ciò: COME E COSA FARANNO LE PARTITE IVA gli autonomi e gli artigiani ecc.? Baccalà ha ragione: RESISTERE. E io aggiungo: speriamo come dice oggi una testata giornalistica che il Conte di Moska arrivi al punto di far definitivamente sclerare ep portare il popolo alla rivolta, VISTO CHE GIÀ LA PAZIENZA È AL LIMITE.Sono con lui, speriamo: DAI GIUSEPPI METTI IL CARICO DA 11.

  3. il ritorno alla normalità sarà molto più lungo di quello che pensiamo temo,l’80% degli impiegati sono ancora al lavoro da casa e molti continueranno a farlo per sempre,inoltre ci manca il turismo e il traffico internazionale agli aeroporti,la clientela locale non è sufficiente per quanti siamo, quindi hai ragione a dire che bisogna resistere,ma per quanto tempo potremo farlo?

  4. Lo so Francesco, il tempo non gioca certo a nostro favore, ma dobbiamo provarci. Pensiamo ad ogni istante ai nostri cari. Ti abbraccio.

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