Gli incubi dell’assessore – Di Davide Pinoli

Spesso la realtà supera la fantasia e il caso delle piste ciclabili realizzate in zona p.ta Venezia è l’esempio più lampante. Infatti la fantasia horror della giunta Comunale si è trasformata non solo in realtà ma, come prevedibile a chiunque abbia mai guidato un’auto nel centro cittadino, in un incubo fatto di ingorghi, posteggi per disabili pensati incredibilmente al centro della carreggiata e ciclisti che rischiano di essere travolti ad ogni pedalata. Sono cresciuto in Valle d’Aosta dove l’ecologia è parte del contesto; pensare ad una città green e con una mobilità ecologica sarebbe il massimo, ma Milano è Milano perché da sempre dinamica e fondata sul lavoro.

La riapertura dei Navigli, le biciclette e i monopattini lasciamoli un attimo da parte cari Assessori e concentratevi, di grazia, sulla priorità di far ripartire quell’economia che consente alle Famiglie di poter fare la spesa, alle ditte di ripartire e, alle partite iva di far fronte ai propri impegni pregressi.
A seguito di tutto ciò, arrivare anche all’esasperazione dei tassisti sfociata nella protesta spontanea di Milano Linate, il passo è davvero breve: quando una categoria viene abbandonata dalle istituzioni, siano esse Comune, Regione o Parlamento, vuol dire che ciò che viene percepito ai piani alti del potere non corrisponde alla realtà dei fatti. Ma la colpa non è solo della politica.
Vedere lavoratori padri di famiglia in strada “allo sbando” senza tutele ne punti di riferimento ad esclusione di un paio di oratori improvvisati, fa davvero male: è vero che la legge impone prudenza ed elargisce denunce a chi si mette a fare il capopopolo, ma le Rappresentanze, quelle grosse, quelle che da anni siedono ai tavoli e che, sempre da anni, rappresentano (?) la base, mercoledì non si sono viste e a poco vale lo sciopero successivamente indetto assieme alla manifestazione degli ncc (sì manifestazione, perché per loro la parola “sciopero” sembra tabù), se non ad inasprire ancor di più gli animi di chi le denunce le ha magari prese e pagate in proprio.
Vedere la buona volontà e la presenza costante da parte di Sindacati minori e addirittura dei volontari di TaxiService, aiuta a capire il vuoto che si sta venendo a creare tra la base e il vertice, un vuoto testimoniato dai molti filmati che tutti hanno potuto vedere in questi giorni attraverso whatsapp e facebook dove la rabbia di chi è sceso in piazza si è scontrata quasi fisicamente con l’esempio fatto a persona di quella rappresentanza preistorica, impaurita e smarrita che ha tentato, ancora una volta, di porsi come referente per salire in Regione.
Servono novità, servono programmi, serve una comunicazione snella e puntuale e servono interlocutori moderni nella figura e nella dialettica da poter proporre a TV e carta stampata.
Abbiamo pezzi di storia del mondo taxi che siedono ininterrottamente ai tavoli dagli anni 70, anni in cui la stragrande maggioranza dei tassisti non era ancora nata o portava i calzoncini corti… bisogna svecchiare, costruire e pensare alla gestione “in proprio” del lavoro e allo sviluppo dei rapporti con le imprese e la politica più dinamica  senza lasciare spazi di manovra a multinazionali che non vogliono altro che le nostre licenze PAGATE per fare interessi in proprio.
Il mondo cambia e la modernità della categoria deve passare dalle idee prima che dalle macchine elettriche.


L’articolo è tratto in parte da una pubblicazione su Libero di venerdì 22 maggio 2020 nella rubrica “Visto dal taxi”, l’autore ha poi aggiunto, in esclusiva per Taxistory, alcune considerazioni finali.


 

4 commenti

  1. Concordo su molti punti in particolare sulla rappresentanza “preistorica”…. ma mi soffermerei sul peccato originale: CHI HA VOTATO L’ ATTUALE SINDACO E LA SUA GIUNTA????? UN VOTO COMPATTO DELLA CATEGORIA (e ci metto le famiglie) NON SPOSTA GLI EQUILIBRI ELETTORALI?? IL CAMBIAMENTO DIPENDE DA QUANTO SAPREMO NEGOZIARE CON LE FORZE POLITICHE CHE CONVERGONO VERSO LE NOSTRE ISTANZE – caspita che pippotto politichese!!! – Basta ideologie !!!!!

  2. Ragazzi, io ho deciso. Il 3 facciamo pure la manifestazione ma io ho anche fatto 2 conti, mi dispiace ma questa situazione mi ha fatto decidere quello che non avrei mai voluto in vita mia. Con vivo rammarico e profonda tristezza consegnerò la prossima settimana la licenza in comune. Saranno le coscienze di chi mi porta a questo passo estremo a rimuginare in eterno la rovina mia e di tanti

  3. Ragazzi il 3 facciamoci vedere e sentire. Non state a casa noi siamo in strada e sappiamo la realtà della gente e nostra. Uniamoci e altre categorie si uniranno a noi. Noi facciamo parte del popolo ormai al limite

  4. Questi politici hanno distrutto il nostro paese e non si vogliono fermare. L’atteggiamento che molti di loro ha va dallo stile maf…. a quello del truf…… Se ne fregano perché godono di impunità data dal loro status. Andiamo avanti a parlare e manifestare, siamo civili, anche se a dire il vero, certe persone la nostra corretta civiltà non se la meriterebbe. Prima o poi verranno fuori i …… per suonare una musica diversa!

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