Coronavirus e taxi: divisori, mascherine, pulizie Rincorsa antivirus. «Manca l’omologazione»

corriere.it La chiacchierata del sindaco Giuseppe Sala al posteggio dei taxi della stazione Centrale di una settimana fa si era conclusa con la promessa mantenuta sulla consegna delle prime mascherine e con un silenzio, piuttosto eloquente, sull’aumento delle licenze previsto da Palazzo Marino, provvedimento figlio di un’epoca d’oro del turismo che fino a ieri sembrava inarrestabile mentre oggi appare impossibile anche solo tornare a immaginare.Corse giù del 90% secondo i dati del Comune e delle centrali radio, «si fanno viaggi solo verso gli ospedali», o con operatori e dializzati nell’ambito degli accordi con Areu, allargati alle consegne di farmaci e beni di prima necessità a domicilio a chi è in difficoltà, oltre alle flotte di volontari che si sono messi a disposizione.

Auto bianche ferme in garage è tempo di pensare alla sicurezza, con lo spettro del virus che invade l’abitacolo (è di pochi giorni fa il primo decesso Covid di un tassista in città, Beppe Allegri) e in vista di una riapertura per la quale bisognerà farsi trovare pronti. Dopo il via libera dell’Ufficio Auto pubbliche all’installazione di un divisorio tra sedili anteriori e posteriori (rimborsato per il 50% con il decreto Cura Italia) è infatti partita la corsa ai dispositivi di sicurezza. «I divisori, insieme con le mascherine, con i guanti e con una sanificazione dell’auto continua non eliminano i rischi, ma contribuiscono a ridurli il più possibile» spiega Alessandro Casotto, presidente del radiotaxi 8585. Dopo una partenza in ordine sparso, con autisti che si sono costruiti protezioni in plexiglass fai-da-te, infatti, le centrali si sono date da fare per proporre divisori in materiali certificati (policarbonato, petg, ecc.), che possano essere omologabili al più presto «Il processo di omologazione va accelerato» confermano dall’assessorato.

L’Ufficio Auto pubbliche ha chiesto lumi alla motorizzazione, dato che gli unici previsti, oggi, sono per le forze dell’ordine. Intanto giovedì sono stati consegnati i primi 1.600 kit da dieci mascherine del Comune, pronti a crescere man mano che gli autisti in servizio aumenteranno. Oltre 300 sono già stati distribuiti, altri sono disponibili nella sede di via Messina.

Sul fronte Ncc, parte il ricorso al Tar per istituire un Registro nazionale (da parte di Fai Ncc), anche alla luce della sentenza della Consulta che ha reso illegittimo il divieto di rientro in autorimessa. Resta il rebus della territorialità, con gli autisti che hanno chiesto come interpretare la sentenza a Uber: i legali della app stanno studiando le carte e nei prossimi giorni daranno informazioni.

Giacomo Valtolina Corriere della Sera