Visto dal taxi: Il Coronavirus, di Davide Pinoli

In questa settimana “contagiata” dall’ormai celeberrimo Coronavirus, di cui si è già scritto di tutto e anche di più, vorrei dedicare un minimo di spazio ad una categoria forse mai riconosciuta per quanto meriterebbe: i Taxisti. Parafrasando il titolo di questa mia rubrica, giusta e doverosa é una citazione a chi in questi giorni mi riporta alla mente i Monatti di manzoniana memoria, pubblici addetti al trasporto dei malati presso i lazzaretti e luoghi analoghi. Una provocazione da cui vorrei prendere spunto per far comprendere a chi legge che i sempre criticati Taxisti, a cui il Comune non ha dedicato neppure un minimo di dotazione sanitaria come mascherine o disinfettante, in questi giorni sono presenti e disponibili per tutta la cittadinanza a proprio “rischio e pericolo”.

Categoria a costo zero per lo Stato ma con tariffe, turni e regolamento imposti, in servizio 24h su 24h per 365gg l’anno, con partita Iva pur senza poter esercitare un ruolo da imprenditori nel senso letterale della parola (competitor di importazione alzano i prezzi in base ad un algoritmo mentre i taxisti no) e ancora categoria che pur essendo un Servizio Pubblico del Comune non gode degli stessi benefit e della stessa tutela che hanno gli autisti di Tram, Autobus e Metro.
I Taxisti si pagano in proprio e a ZERO costi da parte dei contribuenti  App, Radiotaxi, Automobili e hanno un rischio d’impresa derivato da un incidenti, rapine e, come in questi giorni, da contagio di malattie. Nella fattispecie, il servizio Taxi Milanese è stato di recente classificato il quarto miglior sevizio Taxi EUROPEO per disponibilità, professionalità e reperibilita e solo per questo (oltre che per tutto ciò che è stato scritto in precedenza) i suoi operatori meriterebbero un plauso e non le critiche con cui spesso vengono ingiustamente bersagliati.
Davide Pinoli.


4 commenti

  1. Sacrosante parole.
    Ieri sera una cliente mi ha detto praticamente la stessa cosa.
    Per fortuna che c’ è ancora gente che di tanto in tanto fà ragionare la testa.
    Siamo gli unici anche in questi tristi giorni che stiamo lavorando in questa dannata situazione senza particolari protezioni e senza chiedere niente a nessuno , istituzioni comprese.
    Questi pensieri dovrebbero essere scritti e divulgati su un quotidiano di tiratura nazionale da parte delle nostre associazioni e sindacati di categoria.
    Stefano-Milano

  2. Ciao Davide, condivido parola per parola quello che hai scritto, spero che la stessa cosa tu l’abbia detta ai responsabili del comune, ossia il sindaco Sala, l”assessore ai trasporti, e i responsabili dell’ufficio auto pubbliche, ovviamente a nome di tutti noi e soprattutto del sottoscritto. Cordialmente Michele Piccirillo NA 5

  3. Come collega, anche se di un’altra citta’, sottoscrivo pienamente quello che hai scritto

  4. Va bene. Ma se siamo davvero la Milan che si dà da fare dobbiamo reagire. Non basta fare la fila con il foglietto in mano per chiedere alle istituzioni di intervenire. Serve una proposta sostenuta da radiotaxi, associazioni, sindacati! Tipo per esempio: come uniformare i comportamenti preventivi sulle auto? Oppure, predisporre delle linee guida per ridurre il più possibile la possibilità di contagio? Una sorta di vandemecun ad hoc e magari un auspicabile intervento economico ( un po’ di sano spirito solidale non guasterebbe ), ovvero un’azione di sensibilizzazione e sostegno da parte dei soggetti che ci rappresentano e con cui collaboriamo. Fatti. Fatti! Qui con gli sfoghi stiamo a zero!

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