Taxi, tregua a Peretola: i tassisti riprendono il servizio all’aeroporto

L’incontro convocato dall’assessore Gianassi sblocca la situazione con Toscana Aeroporti e le auto bianche fermano lo ‘sciopero’ firenzetoday.it Non è una soluzione, quella dovrà arrivare entro il 20 marzo, ma una tregua sì. Dopo l’incontro di ieri pomeriggio in Palazzo Vecchio, convocato dall’assessore alle attività produttive Federico Gianassi, i tassisti sospendono lo ‘sciopero’ iniziato nelle scorse ore e che li aveva portati a smettere di attendere i clienti all’aeroporto, con grossi disagi per i passeggeri in arrivo.

In realtà non si trattava di uno sciopero, ma di una protesta contro la decisione di Toscana Aeroporti, la società che gestisce lo scalo, di chiedere ai tassisti 60 euro l’anno a testa come ‘contributo’ per i lavori che la società stessa effettuerà per costruire una corsia dedicata esclusivamente ai tassisti. Una cifra che moltiplicata per i 660 tassisti presenti a Firenze raggiunge varie decine di migliaia di euro.

Dopo il ‘no’ dei tassisti, Toscana Aeroporti a partire dal 17 febbraio aveva quindi deciso di far pagare il parcheggio anche ai taxi, come agli altri utenti, dopo i 15 minuti iniziali previsti gratuiti per tutti. A quel punto i tassisti hanno iniziato la protesta.

E dunque ok alle corse dalla città verso l’aeroporto (la tariffa è di 25 euro), ma poi via subito senza aspettare i passeggeri dei voli. Cosa che ha provocato due giorni fa parecchi disagi tra chi arrivava a Peretola.

Nel pieno dello scontro Toscana Aeroporti ha diramato una nota affermando che, dopo le trattative iniziate tra le parti in seguito all’arrivo della tramvia all’aeroporto stesso “per creare la nuova corsia richiesta dai taxi, Toscana Aeroporti ha rinunciato a 40 stalli auto. Per compensare i relativi mancati guadagni, Toscana Aeroporti ritiene necessario un contributo da parte dei taxi. La richiesta alle cooperative di taxi è pari a poco più di 60 euro l’anno per ogni taxi, all’incirca 18 centesimi al giorno”.

La società aggiungeva che “il 4 febbraio 2020, dopo quasi un anno di mancati riscontri da parte della categoria, Toscana Aeroporti, nel confermare la disponibilità ad attivare il progetto di interventi condiviso a marzo 2019, comunica che, in mancanza di una finalizzazione dell’accordo, a partire dal 17 febbraio 2020, sarà costretta a ripristinare le condizioni precedenti, parificate a quelle degli altri operatori, con il pagamento del posteggio in aeroporto (dopo i primi 15 minuti gratuiti per tutti) per i taxi”.

In quel momento, cioè il 17, è iniziata la protesta dei tassisti. “Sessanta euro l’anno per usare il parcheggio per noi era una richiesta irricevibile. Avevamo interrotto il servizio all’aeroporto perché non siamo disposti a pagare una sosta in attesa di prelevare una utenza alla quale per legge siamo obbligati a fornire un servizio. Non ci sembra giusto dover pagare qualcosa ad una società privata, a discapito di un servizio pubblico, mentre attendiamo i passeggeri. E’ una vera e propria gabella”, la replica di Tiziano Barchielli, presidente di Uritaxi Toscana.

Poi ieri pomeriggio l’incontro voluto da Gianassi per far incontrare le parti e cercare di sbrogliare la matassa (Palazzo Vecchio non è parte direttamente in causa ma naturalmente è interessato alla vicenda).

L’incontro, filtra da Palazzo Vecchio, “è stato positivo”. Nel comunicato poi diffuso si legge che “è stato deciso di avviare un tavolo di confronto fra le parti da concludersi entro il 20 marzo”.

Nel frattempo “Toscana Aeroporti si impegna a sospendere il provvedimento entrato in vigore lunedì 17 (quindi di nuovo niente pagamento del parcheggio per i tassisti, ndr) e i tassisti si impegnano a sospendere la protesta e tornare regolarmente in servizio all’aeroporto”.

Soddisfatto per il momento anche l’assessore Gianassi, che ha ribadito che “l’impegno di Palazzo Vecchio c’è stato, c’è e ci sarà in queste settimane per arrivare ad una soluzione che sia nell’interesse della città e del valore che l’aeroporto e il sevizio pubblico taxi rappresentano sulle città”. Una soluzione, già. Da trovare entro il 20 marzo.