Torino, telecamere a bordo dei taxi: “Così ci proteggiamo da rapinatori e monopattini”

lastampa.it I primi che le hanno installate pensavano al modo di proteggersi da rapine e aggressioni. Di questi tempi, invece, c’è chi le compra per difendersi dalle biciclette e dai monopattini che sbucano da tutte le parti». Parola di «Novara 6», al secolo Roberto Rocco, socio di Taxi Torino al lavoro da 13 anni tra le strade trafficate della città. È stato lui, insieme a tre colleghi, a lanciare l’idea delle telecamere a bordo delle auto bianche. E con la rivoluzione del traffico che ha investito Torino in favore della micromobilità, oggi sono 180 – su un totale di 1400 taxisti – i professionisti ad aver adottato questo sistema.

Come funziona? «L’apparecchio, posizionato sul parabrezza, riprende sia quello che succede all’interno dell’abitacolo sia di fronte al veicolo». La spesa è sostenibile, circa 350 euro, e assolutamente legale. Gli occhi elettronici conservano le immagini ma non registrano alcun audio, per rispettare la privacy degli autisti e dei loro clienti. Così come la gestione delle immagini è la stessa prevista per un qualsiasi impianto di videosorveglianza a difesa di bar, negozi e farmacie. «Prima di procedere alle installazioni, abbiamo chiesto l’autorizzazione alla polizia municipale di Torino – conferma Roberto Rocco – In caso di incidenti o problemi che richiedano la visione dei filmati, sono proprio le forze dell’ordine le uniche autorizzate ad esaminare le registrazioni».

E i clienti? A quanto pare nessuno si è ancora lamentato. Anzi: «Un avviso sulle fiancate del taxi segnala la presenza delle telecamere. Tutti sembrano condividere l’iniziativa, visto che questo è un valore aggiunto per la sicurezza di tutti». Ed è del resto sufficiente un giro di prova sull’asse di via Nizza, su e giù tra piazza Carducci e la stazione di Porta Nuova, per rendersi conto dei rischi che si incontrano, ad ogni incrocio come in pieno rettilineo.

Una manciata di minuti di un martedì qualunque, piena pausa pranzo. Le difficoltà iniziano alla prima svolta a destra da via Rosmini. «Non bastano mille occhi – dice Novara 6 – C’è la pista ciclabile, poi la fila di auto parcheggiate e poi quelle che passano su via Nizza». All’incrocio con corso Dante una ciclista passa con il rosso. Subito dietro di lei un monopattino sfreccia sulle strisce pedonali diretto verso il Po. «Certo, ha il verde, ma dovrebbe quanto meno muoversi a passo d’uomo: a quella velocità rischia seriamente di venire investito dalle auto che svoltano». Si ritorna indietro, diretti in piazza Carlo Felice. Qui il mix delle infrazioni è amplificato dai cantieri e dall’inciviltà di chi lascia le auto ferme in doppia fila. «Via Nizza era storicamente una strada a scorrimento veloce. Adesso, invece, è stata stravolta e noi siamo costretti a guidare facendo sempre attenzione alle due ruote che fanno zig zag tra la ciclabile e le corsie. Non parliamo poi del centro, trasformato in un’unica Zona 30 proprio in favore della micromobilità».

Adesso Taxi Torino ha chiesto un incontro in Comune, per provare a ragionare insieme alla Città su una possibile intesa – o meglio un compromesso – tra chi vuole in tutti i modi ridurre il traffico dei mezzi a motore e chi all’auto, per professione, non può proprio rinunciare. Un confronto che, inevitabilmente, rischia di arrivare fuori tempo massimo: «Forse, ci avessero convocati prima, tanta confusione si sarebbe potuta evitare».


Un commento

  1. 350 Euro per una telecamera mi sembra eccessivo forse si intende anche la camera interna per l’abitacolo e una installazione professionale. Vorrei solo consigliare a tutti visto il bassissimo prezzo specie su Amz di acquistare una Dash cam, visto l’importanza nel caso di incidenti.
    Non servono adempimenti per la privacy visto che riprendono solo il davanti.

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