Genova, i taxisti chiedono l’aumento: rischio rincari dal 15 al 30%

Nella proposta al Comune il costo a chilometro da 90 centesimi a 1,20 euro per i primi sei chilometri. “Tariffe ferme dal 2005, non ci stiamo più nei costi”, a favore 18 sigle su 19, le modifiche ora in giunta genova.repubblica.it

Aumento del costo a chilometro del 30 per cento, da 90 centesimi a un euro e venti, per i primi sei chilometri in taxi a Genova. Aumento del 15 percento, quindi a un euro e cinque centesimi, per i chilometri successivi. Aumento della tariffa oraria da 24 a 28 euro. Aumento del supplemento che riguarda le corse in porto e quelle in aeroporto. Diminuzione del costo di chiamata da cinque euro a 4 euro e mezzo, ma introduzione di una tariffa minima di sette euro. Sono alcune delle proposte che i sindacati dei tassisti hanno approvato venerdì scorso – 18 sigle a favore, solo una contraria – nella commissione prevista dal regolamento comunale sui taxi. Il documento è il risultato di una trattativa durata mesi tra i tassisti con il Comune e verrà discusso dalla Giunta, che potrà modificare con una delibera le attuali tariffe.

«A Genova sono ferme dal 2005», spiega il coordinatore sindacale dei tassisti genovesi, Alessandro Saporito. «Non le abbiamo mai aumentate per venire incontro alle esigenze dei cittadini. Ma ormai i costi sono così saliti che non riusciamo a stare nelle spese». Una riflessione che vede d’accordo gran parte degli 869 tassisti genovesi – organizzati in cooperative tra cui la più grande è la Cooperativa Radio Taxi 5966 con 760 soci – ma che rischia di confermare Genova come città con i taxi più cari d’Italia. Versione negata dal presidente della Cooperativa, Valter Centanaro. «Il costo al chilometro è anzi tra i più bassi», ribatte. «Siamo però la città più cara come scatto iniziale, cinque euro, questo è vero».

Nelle proposte dei sindacati dei tassisti ci sono anche delle misure a favore degli utenti, per mitigare i rincari: il 10 percento di sconto per gli anziani con più di 70 anni che dalle 7 alle 9 vanno in ospedale e per gli abitanti della zona rossa finché non verrà costruito il ponte. È prevista poi una tariffa fissa tra l’aeroporto e il centro di 25 euro e tra le stazioni Principe e Brignole di 15 euro, come richiesto dal sindaco Marco Bucci. Nella proposta dei tassisti non c’è nulla che riguardi l’utilizzo dei pos, che il presidente della Cooperativa Radio Taxi assicura essere presenti nell’80 percento delle auto.

Le misure a favore dei clienti sono però ritenute insufficienti per la cooperativa Gexi, il cui delegato sindacale di Ascom è stato l’unico a votare contro la proposta dei colleghi. «Diventeremo davvero il servizio taxi più caro d’Italia», protesta Simone Gambaro, presidente di Gexi. «Non solo avremo il costo iniziale più alto, ma anche il secondo per chilometro percorso. E la maggior parte dell’aumento riguarderebbe i primi chilometri, necessari ai tassisti del radiotaxi per raggiungere i clienti. Il Comune non richiede alcuna innovazione in cambio, eppure ci sarebbe molto da fare. Servirebbero più trasparenza sui prezzi, tariffe specifiche per le donne sole di notte e chi usa il taxi per andare a eventi culturali. E pure un piano di crescita per le auto più ecologiche e il trasporto disabili». In attesa della discussione in giunta, l’assessore alla mobilità Matteo Campora non intende rilasciare dichiarazioni.