Uber annuncia la fine del servizio in Colombia

L’Antitrust colombiano ha determinato la sospensione dell’applicativo, l’azienda californiana si ritira dal Paese. Via 12 città, per motivi economici, anche l’azienda di ride-sharing con monopattini elettrici Lime rainews.it

Uber ha annunciato che smetterà di operare in Colombia, a seguito della netta opposizione dei sindacati dei tassisti locali, che hanno intentato una causa davanti all’Antitrust colombiano, la Sic (Superintendencia de Industria y Comercio) che ha a sua volta stabilito che l’app di ride-sharing viola le leggi sui trasporti locali. Uber, in una dichiarazione resa nota venerdì, ha annunciato che cesserà le attività in Colombia dal 1 ° febbraio, in conformità alla decisione della Sic del dicembre scorso, che aveva ordinato a Uber di chiudere l’applicativo.

Uber sostiene di avere oltre 2 milioni di utenti in Colombia e 88.000 conducenti che hanno ricavi, in parte o nella maggior parte, tramite l’app, ed è presente nel Paese da sei anni. Continua per Uber, la battaglia legale in molti altri paesi dell’America Latina, tra cui Brasile, Messico e Argentina, ma la Colombia, rileva l’azienda californiana, è il primo Paese che l’ha costretta al ritiro dal mercato nell’emisfero occidentale. La società ha dichiarato che farà appello contro la sentenza, che ha definito “arbitraria” e in violazione dell’accordo di libero scambio tra Colombia e Stati Uniti. La decisione della Sic non riguarda il servizio di consegna Uber Eats, che continuerà a funzionare nel Paese sudamericano. Uber e Hyundai insieme per i taxi volanti L’azienda comunque continua a puntare sulla diversificazione.

Le consegne di cibo di Uber Eats continuano a crescere, così come il servizio di bike-sharing con biciclette elettriche Jump, popolare in Europa, mentre esce dal regno della fantascienza il progetto Uber Air: nel corso della fiera dell’elettronica di consumo Ces 2020, appena conclusa a Las Vegas, la sudcoreana Hyundai ha annunciato che inizierà a produrre su larga scala i taxi volanti condivisi di Uber, che saranno pronti al servizio a partire dal 2023. Via da 12 città anche i monopattini elettrici Lime Non va meglio per Lime, azienda americana di ride-sharing nota per i monopattini elettrici, nata nel 2017. Il co-fondatore e Ceo, Brad Bao, ha annunciato per il 2020 l’uscita da 12 mercati globali e il licenziamento di 100 dipendenti, circa il 14% della forza lavoro, secondo gli analisti. Quattro si trovano negli Stati Uniti: Atlanta, Phoenix, San Diego e San Antonio. Lime prevede inoltre di lasciare Linz, in Austria; Bogotá, in Colombia; Buenos Aires, in Argentina; Montevideo, in Uruguay; Lima, nel Perù; Puerto Vallarta, in Messico. Via anche da Rio de Janeiro e San Paolo, in Brasile, mercato dove Lime operava in partnership finanziaria con Uber.


3 commenti

  1. Qui invece siamo ad un silenzio assurdo da parte dei nostri rappresentanti riguardo i tanti temi sul piatto. Ma alla luce degli ultimi incontri, seppur interlocutori, non si può avere una comunicazione formale da parte di chi ci rappresenta? Scusate, visto che si tratta del mio lavoro, se almeno posso sapere come vanno le cose non mi farebbe così schifo!!! …o devo pensare male!

I commenti sono chiusi.