Aggressioni sessuali sulle auto Uber, i numeri sono choccanti. Quali soluzioni?

Seimila denunce per aggressioni sessuali, compresi 450 stupri. Sono questi i dati allarmanti che emergono dal rapporto sulla sicurezza divulgato da Uber, la società di taxi alternativo. Dal 21 novembre, le testimonianze degli utenti Uber si sono moltiplicate su Twitter, social sul quale, tramite l’hashtag #UberCestOver (Uber, è finita), hanno raccontano di come sono stati violentati o aggrediti sessualmente. «Sono numeri scioccanti e difficili da digerire», ha ammesso la stessa azienda di ride sharing.

Cosa sta facendo Uber?
Questa è la domanda alla quale l’azienda deve rispondere. In Francia, per esempio, il direttore generale di Uber, convocato da Marlène Schiappa, Segretario di Stato per la Parità di Genere, ha promesso di prendere provvedimenti.

Tra questi ci sarebbero, come priorità, quello di «richiamare rapidamente coloro che fanno denuncia» senza attendere mesi, come è successo a molte delle vittime che si sono sentite completamente abbandonate. In secondo luogo «finanziare il percorso psicologico e legale delle vittime, grazie alla collaborazione con il Collettivo femminista contro lo stupro». Quindi contattare «automaticamente la polizia giudiziaria in caso di denuncia».

Ma non solo: la piattaforma istituirà anche un sistema di identificazione dei conducenti in tempo reale per combattere il fenomeno dei “conducenti falsi”. I piloti dovranno farsi un selfie da soli prima di accettare una corsa. Intanto i conducenti accusati di violenza sessuale saranno sospesi.

Intanto, negli Usa Uber patteggia
La società di taxi alternativi patteggia con US Equal Employment Opportunity Commission e si impegna a pagare 4,4 milioni di dollari per risolvere le accuse di molestie e discriminazioni sessuali. Al patteggiamento si è arrivati dopo l’indagine condotta dalla commissione per le pari opportunità, secondo la quale l’app per auto con conducente ha consentito una cultura di molestie sessuali e ritorsioni contro chi denunciava le molestie.


 

2 commenti

  1. Un guidatore di umerd non ha nulla da perdere e non viene controllato e monitorato da nessuno. Per questo accadono certe cose. Chi guida un taxi è super controllato ed è un professionista, mai si sognerebbe di fare cose del genere!

  2. ShareNow: il car sharing si ridimensiona
    La società di car sharing, controllata da BMW e Mercedes, abbandona Nord America, Londra, Bruxelles e Firenze.

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