Il Consiglio di Stato contro Uber: restano in vigore le norme sugli Ncc

repubblica.it Altro capitolo nella battaglia del trasporto privato: restano in vigore le disposizioni che obbligano gli Ncc, gli autisti di auto a noleggio, ad iniziare e terminare il servizio presso la propria rimessa, ovvero il Comune di rilascio della licenza, e a compilare sempre il foglio di servizio anche dopo prenotazioni on line. Lo ha deciso il Consiglio di Stato che non ha sospeso l’efficacia della Circolare Interpretativa del decreto di riforma del settore Ncc. Una sospensione che era stata sollecitata da Uber.

La decisione nel merito è stata rinviata al Tar del Lazio, intanto le rappresentanze dei taxi esultano: Fit Cisl, Ugl taxi, Federtaxi Cisal, Uiltrasporti, Satam Cna, Tam, Claai, Unione Artigiani, Unimpresa e Ati taxi scrivono che “il Consiglio di Stato non accoglie la richiesta dei legali di Uber di sospendere le norme in vigore nel settore. La potente piattaforma digitale californiana dovrà rispettare le regole del trasporto pubblico non di linea che prevedono per gli operatori del noleggio, l’inizio e la fine del servizio in rimessa”.

Nella loro nota sollecitano “ora la conclusione dell’iter di riforma del settore, attraverso l’approvazione di uno specifico DPCM che finalmente disciplini in modo chiaro e netto l’operato delle piattaforme tecnologiche. Auspichiamo inoltre – aggiungono – che in un periodo nel quale la politica e le istituzioni si affannano per reperire risorse pubbliche, annunciando nuove misure contro l’evasione fiscale, si possa far pagare regolarmente le tasse ai grandi operatori digitali che stanno disarticolando il nostro settore e più in generale il mondo del lavoro, tutti puntualmente con sede legale in Paesi con un sistema fiscale più vantaggioso”.

Diverso il parere del Codacons, secondo il quale “qualsiasi limite agli Ncc e a Uber rappresenta un danno per gli utenti dei trasporti pubblici non di linea”. Per il presidente Rienzi, “Palazzo Spada contrasta nettamente con il nuovo mercato aperto alle tecnologie moderne e con le esigenze dei consumatori, che chiedono più scelta e tariffe più basse”.

La società fa sapere di esser “soddisfatta” perché “l’ordinanza del Consiglio di Stato, accettando la nostra richiesta, ha sollecitato un intervento sul merito da parte del Tar. Si tratta di un ulteriore segnale che l’Italia ha bisogno di una riforma organica della mobilità. Continueremo a cercare un dialogo costruttivo con le istituzioni e gli operatori per costruire città più sostenibili per tutti”.


Un commento

  1. Rienzi ma al di là della solita pantomima sull’innovazione quando deciderai di prendere una seria posizione contro chi, come Ruberti, le tasse non le paga in Italia nonostante i profitti siano anche da qui? Un po’ meno di ipocrisia che ne pensa?

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