Torna il pranzo solidale per Amatrice di Tutti Taxi per Amore

redattoresociale.it Lo scorso anno erano riusciti a portare ad Amatrice più di 450 persone con corse gratuite che avevano collegato Roma e il paese simbolo del terremoto del 2016. Ora i tassisti dell’associazione ‘Tutti Taxi per Amore’ ci riprovano, con rinnovato entusiasmo e la voglia di restare vicini alle popolazioni colpite dal sisma. Torna “Un pranzo solidale per Amatrice!”, l’evento che vede oltre 100 taxi pronti ad accompagnare dalla capitale gratuitamente nelle corse di andata e ritorno quanti vorranno partecipare alla giornata di solidarietà promossa insieme alla Pro Loco del borgo appenninico.

L’iniziativa è in programma per sabato 28 settembre ma le richieste di adesione sono già partite. Il contributo richiesto è di 20 euro per il pranzo, a tutto il resto penseranno i tassisti. E se le auto bianche non dovessero bastare, come accaduto lo scorso anno, ci saranno i pullman ad accompagnare le persone. “Lo scorso anno parteciparono all’evento anche due pullman, 30 motociclisti e moltissime persone provenienti dai centri per gli anziani e da associazioni – racconta Marco Salciccia, presidente di Tutti Taxi per Amore -. L’appello diffuso attraverso i social e la stampa fece il resto, decretando il successo dell’iniziativa. Quest’anno ci riproviamo con più energia perché a distanza di tre anni dal sisma in quelle zone ci sono ancora tantissimi problemi”.

I punti incontro. Scortati dall’Amfo, l’Associazione motociclisti forze dell’ordine, il corteo partirà alle 7.45 da Mazzini (via Sabotino,7), Eur Metro Magliana (piazza Val Fiorita), Cinecittà (piazza di Cinecittà, 11) e alle 8.30 da Saxa Rubra (fermata del trenino). L’evento vedrà la partecipazione del Dj Palagetti e della vocalist Giulia Palagetti e gode del patrocinio del comune di Amatrice e della collaborazione del Municipio 1 – Roma Centro, della cooperativa di taxi Samarcanda e di TaxiCare, network per il sociale. “Il nostro percorso associativo è rivolto a chi la società fa fatica a vedere – sottolinea il presidente -, agli invisibili. Le crepe del terremoto di Amatrice sono rughe di quella società: noi vogliamo metterle in risalto e farle vedere, per non dimenticare”.