Roma. Allarme aggressioni e truffe: in chat gli Sos dei tassisti

ilmessaggero.it Tassisti e detective. Pronti ad andare in soccorso e a scortare i colleghi in difficoltà. Nella Roma semi-deserta d’agosto la probabilità per le auto bianche di incappare in clienti-balordi aumenta: ubriachi, tossici sballati, i “soliti” truffatori che non pagano le corse e che in villeggiatura non ci vanno. L’ultimo episodio solo qualche sera fa, in una zona di periferia, quando un tassista della cooperativa Samarcanda è stato aggredito e malmenato da alcune persone che non volevano pagare e che si sono scagliate poi anche contro la sua vettura, danneggiandola con una mazza da baseball.

«Un fenomeno in continua crescita, la microcriminalità con la crisi dilaga», fanno sapere dal 3570, la coop taxi più numerosa della Capitale. «Ogni giorno c’è una media di almeno una quarantina di reati consumati ai nostri danni. Proprio poco fa a “Firenze 9” un cliente ha rubato un telefonino». Un rischio in crescente aumento che ricade anche sulle donne, le più esposte al rischio, soprattutto in orario serale.

I CASI
Chi fa la corsa di notte resta incollato alle chat di Whatsapp e di Telegram dai nomi evocativi: “Sos” oppure “I soliti sospetti”. Migliaia gli iscritti, più di tremila in tutto, su ottomila conducenti. In pratica funzionano come uno schedario, una sorta di “ced” ovvero la banca dati in uso alle forze dell’ordine in cui vengono segnalati sospetti e persone con “precedenti”. Se qualcuno ha un dubbio su un cliente da caricare, consulta veloce e via. Se si subisce un reato, si mette in guardia gli altri. Il paragone è forse azzardato, ma rende l’idea e l’efficacia è garantita. «Attenzione, se arriva una corsa da via Berti a Monte Mario, lasciata ora una coppia di peruviani: lui durante la corsa mi ha messo il braccio intorno al collo, lei fuori di testa voleva che la portassi in Centro…», «Trans preso a Castro Pretorio, portato a Ciampino, è sceso per prendere i soldi ma non è tornato. Alla centrale ha risposto che il tassista poteva chiamare anche i carabinieri, tanto io non pago». Ecco alcuni dei messaggi. Claudio esulta, posta il fermo immagine della webcam installata sul suo taxi che ritrae una giovane donna. «Ragazzi – scrive – la ladra di via Scribonio è stata arrestata, mi ha chiamato ora il commissariato Romanina. Eccola io l’ho denunciata, denunciate anche voi, non abbiate paura. La cam già due volte mi ha salvato». «Il nostro invito – spiega Walter, uno degli amministratori dei gruppi – è sempre quello di evitare commenti superflui, di riportare solo le informazioni utili per prevenire rapine, furti e truffe e, soprattutto, a rivolgersi alle forze dell’ordine».

PERSONAGGI NOTI
Nella “wanted-hit” spiccano «i fratelli di Torrevecchia», due ragazzetti con i capelli impomatati. I tassisti dall’identikit sono passati alle foto, trovate su Facebook. Segue «la coppia di via Giannetto Valli», fidanzati diabolici del Portuense che se le inventano tutte pur di non farsi riconoscere: «Giannetto Valli colpisce ancora. Preso alle 14.35 dal posteggio San Giovanni, era solo, non lo avevo riconosciuto perché aveva occhiali da sole e capelli tirati indietro dalla gelatina…». Non mancano personaggi quasi grotteschi: come «Francesco, il ragazzo col cagnolino» che si spaccia per il figlio di un grosso imprenditore dell’acciaieria e, vestito di tutto punto, si fa scorrazzare per Roma senza mai pagare. O il tifoso che finita la partita all’Olimpico, “scrocca” il taxi fino ad Albano Laziale. Recidivo. Se un tipo pericoloso viene riconosciuto, parte l’allerta. Come le “volanti”, i taxi più vicini si mettono sulla scia del collega in difficoltà. Se necessario, scendono. «Quasi sempre chi è malintenzionato, visti i “rinforzi” – confida un tassinaro – desiste». E la notte nella “giungla” urbana continua.