Milano. Il piano taxi: 450 nuove licenze

ilgiorno.it TAXI, ecco la proposta definitiva del Comune per potenziare un servizio ritenuto al momento inadeguato all’incremento della domanda e all’attrattività di una città sempre più internazionale. Ieri l’assessore alla Mobilità Marco Granelli ha illustrato il piano di Palazzo Marino ai rappresentanti di categoria: «Abbiamo analizzato lo stato di fatto e tutti gli indicatori ci dicono che negli ultimi anni il bisogno di taxi è aumentato moltissimo», la premessa. Un piano che non si discosta molto da quello preannunciato lo scorso 31 maggio, integrato da alcuni dei provvedimenti caldeggiati dai sindacati il 2 luglio.

Sul tema più caldo, quello delle nuove licenze, l’amministrazione non ha fatto passi indietro: vuole introdurne 450 in più («solo» 50 in meno delle 500 inizialmente prospettate), di cui 280 con veicolo elettrico e vincolate a esercitare l’attività nei primi 5 anni in turni compresi tra le 18 e le 5 e 170 con veicolo abilitato al trasporto disabili. Le concessioni verranno messe a bando a 130mila euro l’una, con un ricavo di 58,5 milioni di euro. I proventi verranno così ripartiti: l’80% (46,8 milioni) verrà suddiviso tra gli attuali titolari di licenze (la media fa circa 9.500 euro a testa tra i 4.885 padroncini di base a Milano), con quote maggiori a chi usa vetture elettriche o ibride, chi lavora di sera o di notte, chi utilizza con più frequenza l’app «Milano in Taxi» e chi garantisce ai clienti il pagamento con carta di credito; il restante 20% verrà speso per interventi di manutenzione straordinaria delle strade e in particolare per il rifacimento dell’armamento tranviario delle vie più disagiate. Non solo.

Tra le altre misure in programma, ci sono anche la possibilità per coloro che usufruiscono delle collaborazioni familiari (320 al momento) di passare da 12 a 16 ore di turno unico con due conducenti, l’incremento delle doppie guide dal primo gennaio 2020 (almeno 80, fino a 200 se l’opzione collaborazione familiare non dovesse decollare come auspicato), l’implementazione del taxi sharing e l’allargamento della platea di coloro che possono accedere agli incentivi da 400mila euro per l’acquisto di vetture meno inquinanti.

IL PROGETTO «Milano Taxi 2019» punta a raggiungere quattro obiettivi: colmare lo sbilanciamento complessivo domanda-offerta (secondo i dati Amat, nel weekend il numero di chiamate inevase raggiunge quota 50%), potenziare il servizio per particolari categorie o determinate fasce orarie, aumentare la qualità ambientale della flotta e migliorare la mobilità. Già a inizio settimana prossima Granelli dovrebbe inviare il dossier in Regione. Sì, perché il servizio taxi di Milano rientra nel bacino aeroportuale lombardo, e di conseguenza tutto deve passare da Palazzo Lombardia per il via libera definitivo.

Ed è lì che i delegati sindacali daranno battaglia: «L’amministrazione non ha condiviso l’analisi che ha ispirato le nostre proposte, decidendo unilateralmente di confermare l’impostazione iniziale della sua proposta di intervento», l’incipit della nota congiunta di Tam, Satam, Unica Cgil, Unione Artigiani, Uritaxi, Acai e Federtaxi. E ancora: «La rigidità e la proposta del Comune sono inaccettabili e abbiamo espresso la nostra contrarietà », perché, la sintesi, non è «solo questione di numeri, ma di progetti davvero condivisi per trovare le soluzioni migliori per utenza e categoria».

Duro il commento di Silla Mattiazzi, delegato regionale Uiltrasporti, che non ha sottoscritto il comunicato: «Ancora una volta non si è parlato di problemi di viabilità e di estrema difficoltà di circolazione in città – l’attacco –. E poi multano i colleghi ai posteggi…», con riferimento a un tassista sanzionato nei giorni scorsi in piazzale Cadorna. «Si chiariscano le idee – la chiosa –. C’è bisogno di più auto o no? E allora perché stangano quelle che già ci sono?».

N.P.


11 commenti

  1. Bisogna fermare questa pazzia in Regione.
    Assurdo di fronte all apertura prossima di una nuova linea della metro che sarà operativa da Linate ,Sala Granelli si impuntano erroneamente con questa pazza proposta solo per motivi politici.
    Solo per motivi politici !!!!!
    Perchè non applicano la Bersani ????
    Che comprende commissione di moniteraggio sui turni e apertura alle seconde guide prima di emettere delle nuove licenze ??
    Bisogna fermarli in Regione con ogni mezzo legale !!

  2. Benissimo, non è riuscito Ruber a distruggere la categoria ma ci pensa i comune ( che è poi sempre stato dalla parte degli illegali).
    Ma non preoccupiamoci, gli instancabii sindacati anche stavolta, come fecero con la giunta Albertina, eviteranno questa follia. Si …certo!
    Tutto finito.

  3. Ma la graduatoria del bando come funziona? È un concorso a domande o a chi si mette in lista prima ?

  4. Ancora con sti sindacati.Ma ce lo mettiamo in testa che il lavoro sporco lo dobbiamo fare noi?il sindacato fa il suo albertini sperava in un numero superiore a quello finito per essere e non doveva rendere conto alla Regione.Prenditela con i tuoi colleghi se decidono di non seguirti.Leggi yra le righe.

  5. Marco granelli si basa su dei dati Non reali i dati del pums, infatti non riconosce i noleggi da rimessa nel traportò pubblico locale, si basa su statistiche che non tengono conto del fatto che la legge è cambiata e che oggi più di 500 titolari di autorizzazioni ncc sono limitati nell’esercizio della propria attività a gravitare in Milano e provincia ,quindi non capisco la necessità di rilasciare altre autorizzazioni Taxi pari a quelle dei noleggi , in oltre una vettura totalmente elettrica con la capacità di carica necessaria per espletare il servizio Taxi di una giornata oggi è solo la tesla perché le altre vetture tutte straniere hanno batterie piuttosto limitate circa 200km giornalieri, è una Testa non è proprio economica. 1

  6. Non per mettere il dito nella piaga ma chi caxxo avete votato?????? Bene ora non lamentatevi

  7. Dimenticavo: ci tolgono il lavoro però abbiamo in cambio 9500 euro a testa.
    Grazie badrone, grazie badrone, grazie badrone!

  8. Alby, dimentichi che ci devi pagare le tasse e che devi per forza uscire dalla forfettaria per quell’anno di imposta. Più che supercazzola io la definirei in altro modo.

I commenti sono chiusi.