Si fanno portare in taxi fino al Monginevro, denunciato l’autista

Due dei quattro passeggeri africani non avevano i documenti in regola. Per la legge francese il conducente doveva verificarli prima di partire lastampa.it

Volevano espatriare in Francia usando un taxi. «Scusi ci può accompagnare al Monginevro? Siamo in quattro. Abbiamo i soldi per pagare il viaggio». Giuseppe, tassista torinese, ha spento l’insegna luminosa, ha fatto salire a bordo i passeggeri, tutti stranieri di origine africana, e ha attivato il tassametro. 

 Così, nella notte tra venerdì e sabato della scorsa settimana, Giuseppe è partito da Torino per raggiungere la Francia, senza preoccuparsi dei guai che lo attendevano al di là del confine. Fermato dalla gendarmeria del Monginevro, è stato denunciato a piede libero per «favoreggiamento all’ingresso in Francia di stranieri in situazione irregolare». Due dei passeggeri, al momento dei controlli di frontiera, sono risultati sprovvisti di documenti. «Non lo sapevo, non mi hanno mostrato i documenti» si è giustificato il tassista. Ma i gendarmi, codice alla mano, gli hanno fatto capire che in Francia le regole sono più severe di quelle italiane. «I tassisti francesi che fanno trasporto di persone oltre confine – gli hanno detto i gendarmi – hanno l’obbligo di verificare i documenti di identità dei trasportati». Adesso Giuseppe rischia 5 anni di carcere più una multa salatissima di 30 mila euro.

«Direi che è una storia grottesca», dice il suo legale, l’avvocato Lorenzo Lanzo, che tra una decina di giorni dovrà assistere il suo cliente nell’interrogatorio di fronte all’’autorità francese. «È grottesca per vari morivi. Secondo la legge italiana, i tassisti non sono tenuti a chiedere alle persone trasportate i documenti di immigrazione, né i documenti di identità. Né hanno il potere di farli esibire. Per tanto non poteva essere a conoscenza delle condizioni di irregolarità dei due passeggeri». La legge francese prevede che «qualsiasi persona che, con aiuti diretti o indiretti, abbia agevolato o tentato di facilitare l’ingresso, la circolazione o il soggiorno illegale di uno straniero in Francia sarà punita con la reclusione per cinque anni e una multa di 30 mila euro». In Italia, il delitto di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina è punito con altre sanzioni. «La sanzione prevista, tanto per il favoreggiamento dell’ingresso in Italia quanto quello in altri Paesi – aggiunge il legale – è punito con la reclusione fino a tre anni e con multa fino a 15 mila euro per ogni persona “favorita”. La diversità di trattamento è evidente. In Italia è stabilita soltanto la pena massima, ma non quella minima, pertanto, in concreto parliamo di pochi giorni o pochi mesi».

Ma non è tutto. «Nell’atto di convocazione per l’interrogatorio – dice il legale – si fa riferimento ad un generico “diritto” di avvalersi dell’assistenza di un avvocato, ma non c’è scritto ciò che compare in tutti gli atti italiani di invito a rendere l’interrogatorio. In Francia, pertanto, un indagato per un delitto con pena detentiva di 5 anni può essere interrogato anche senza difensore». Prima di rilasciarlo, i gendarmi hanno contestato a Giuseppe il fatto che la sua insegna luminosa fosse spenta. «In Italia quando siamo in servizio va spenta, non sapevo che in Francia valesse il contrario». Tassisti siete avvisati. Occhio ai cugini francesi.


Un commento

  1. Secondo me c’è una assurdità nel reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina perché se io li porto alla frontiera e alla frontiera so che vengono verificati non è un immigrazione clandestina un favoreggiamento ma è semplicemente un trasporto perché se volessi favorire O eludere le leggi francesi li porterei in maniera coatta all’interno del territorio francese

I commenti sono chiusi.