Uber peggiora la mobilità in città

bikeitalia.it Un nuovo studio dell’Università del Kentucky dimostra quanto i servizi di trasporto automobilistico come Uber e Lyft, oltre ad aumentare notevolmente il traffico urbano, riducano pesantemente l’utilizzo del trasporto pubblico locale. La ricerca prende in considerazione 22 città nel nord America dove i due servizi sono presenti ormai dal 2010. Secondo i ricercatori, Uber e Lyft causano una perdita pari all’1,7% di passeggeri all’anno per quanto riguarda i viaggi in bus, mentre del 1,29% per i viaggi in treno. 

Numeri che potrebbero sembrare insignificanti ma che negli anni hanno avuto un effetto cumulativo. Ad esempio, dal 2010 a oggi San Francisco ha registrato un calo del 12,7% dei passeggeri del trasporto pubblico. Un arco temporale che coincide con l’entrata in servizio di Uber e Lyft. In aggiunta, secondo l’autorità dei trasporti della contea di San Francisco, Uber e Lyft aumenterebbero fino al 51% il numero di veicoli presenti sulle strade ogni ora.  In poche parole la metà del traffico all’ora di punta sarebbe causato da questi servizi di trasporto.

Solo a New York l’utilizzo di Uber è passato da 60 000 a 600 000 viaggi/giorno nel triennio 2015-2018. Non a caso il trasporto pubblico newyorkese ha registrato un calo di 580 000 passeggeri al giorno. Dati che trovano un’ulteriore conferma dal fatto che la quasi totalità dei viaggi attraverso Uber e Lyft avvengono all’interno dei centri urbani, dove del resto si concentrano la maggior parte delle linee di trasporto pubblico.

L’incremento dei viaggi attraverso piattaforme come Uber e Lyft genera un aumento di traffico e di congestione stradale. Sempre secondo l’autorità dei trasporti di San Francisco la diffusione dei due operatori nella città ha ridotto le velocità medie dei veicoli del 55%. Inevitabilmente questi rallentamenti si riversano su tutti gli utenti della strada, inclusi coloro i quali scelgono i mezzi pubblici, andando a rallentare la velocità commerciale dei trasporti di superficie, peggiorando così l’esperienza di viaggio.

Non si tratta del primo studio di questo tipo, tuttavia rappresenta quello più vasto in termini di città coinvolte. Questo dimostra come il declino dell’utilizzo del trasporto pubblico non sia imputabile a una particolare gestione del servizio da parte della città specifica.

Le soluzioni per contrastare questi fenomeni non sono molte, tuttavia ne vengono evidenziate due: la prima è l’aumento della frequenza dei servizi di trasporto pubblico capace di generare l’effetto Mohring (ad un aumento della frequenza si registra un aumento di passeggeri) e la seconda è di puntare sulla riduzione degli accessi delle auto nei centri urbani, le cosiddette congestion charge.

Entrambe le soluzioni sono costose e non ottenibili nel breve periodo, tuttavia è importante riuscire a ridimensionare la crescita di Uber e Lyftper diminuire il traffico e salvaguardare il trasporto pubblico. Un servizio già pagato parzialmente dalla collettività e utile non solo per evitare congestione stradale ma anche per aiutare le fasce più deboli della popolazione.


Un commento

  1. Nulla viene menzionato su inquinamento che producono questi ” scassoni a quattro ruote “… non credo siano auto ibride di ultima generazione ?!? Ah già deve ritornare l’ennesimo uragano o tempesta di neve per chiedersi come mai l’ambiente non venga salvaguardato. Chissà dato che amano dare i nomi agli uragani forse il prossimo lo chiameranno uragano ” Money “…

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