Dl Semplificazioni, pressing del Quirinale: tagliati 62 emendamenti

Il dl è in discussione al Senato: è stato tagliato perché era diventato di fatto un decreto «omnibus» con norme troppo diverse tra loro. Restano le disposizioni su trivelle e Ncc

corriere.it Il decreto legge Semplificazioni è stato «tagliato», per ragioni di inammissibilità, di molti emendamenti già approvati dalle commissioni del Senato. La «riduzione» è arrivata durante la discussione al Senato dopo un pressing del Quirinale che avrebbe avanzato delle perplessità su molti emendamenti perché ritenuti non coerenti con il provvedimento in discussione nell’Aula di Palazzo Madama. 

Durante il passaggio in commissione, il testo si era infatti allargato a dismisura rispetto alla versione varata dal consiglio dei ministri il 12 dicembre, diventando di fatto un decreto «omnibus» con norme troppo eterogenee. Il presidente di Palazzo Madama, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha sottolineato che le modifiche dichiarate inammissibili non si traducevano in misure di semplificazione o di sostegno.

Di fatto gli emendamenti tagliati sono stati 62 su 85. Dalla stretta sulle norme anti Xylella alla proroga della sospensione delle tasse per i contribuenti colpiti dal crollo del Ponte Morandi di Genova; dalle novità sulla web tax che aveva l’obiettivo di tutelare le imprese e le società che operano sul web alla stretta sulle concentrazioni delle farmacie. A restare fuori dall’esame del Senato ci sono anche le misure sugli sconti sull’Rc auto con la sola stipula di un contratto che preveda l’installazione della scatola nera, e quella relativa al taglio dei consiglieri Enac.

Restano invece le norme sulle trivelle ( quelle sull’Ires agevolato al no profit che cancellano la «tassa sulla bontà». Non sono state tagliate nemmeno le misure sugli autisti Ncc e quelle sull’indicazione dell’origine delle materie prime nelle etichette per gli alimenti.


6 commenti

  1. Leggevo che uno dei leader degli NCC che protestano in queste ore e che dice stia facendo lo sciopero della fame, sia un operatore siciliano. Trovo sia allucinante visto che la Sicilia è l’unica regione a cui sia stato concesso un’ambito regionale anzichè provinciale inoltre se non sbaglio la Sicilia è un’isola, questo può dare un’idea di che tipo di ‘impresa’ avevano intenzione di portare avanti quei pochi individui che protestano per l’entrata in vigore di una legge già esistente. Sono certo che la stragrande maggioranza degli operatori onesti non possa che essere soddisfatto nel poter cumulare più servizi prima di tornare nella rimessa del comune di appartenenza.

  2. Scusate, ma chi è il furbone che ha scritto il regolamento del bacino aeroportuale lombardo, dove uno non può intestatarsi un taxi se nei cinque anni precedenti è stato intestatario di licenza Ncc ? ( condivido il contrario per furbizia ).
    Chi acquista la licenza, lo sbarbato che ha finito il corso ieri e non ha manco i soldi per piangere ?

  3. No Marco, la 21/92 dice di non aver trasferito….. cosa ben diversa dall’essere stato intestatario
    Se riconsegni l’autorizzazione in comune, non c’e nessun trasferimento. Naturalmente perdi il valore dell’autorizzazione.

  4. Quel furbone, come lo definisci, ha scritto nero su bianco, per evitare appunto, che qualcuno ci marci sopra, chi in questi anni ha comprato una autorizzazione del comune di battilafiacca, situato a 1000 km di Milano, per due soldi, e ha preteso di fare il tassista alla pari dei tassisti di Milano, adesso che comincia a vedere nuvole nere all’horizonte, vuole vendere, e comprare una regolare licenza…
    Aspetta 5 anni.
    Ad ogni modo, se si è già in possesso dei requisiti si dovrebbe sapere.
    La legge è tutt’altro che vecchia. È fatta a prova di bombe e furbetti..
    Spero di essere stato esaustivo…

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