Gli ncc non sono 80.000 ma 7.000

Da quanto è iniziato il confronto tra Governo e strutture di rappresentanza del mondo del noleggio, assistiamo alla diffusione di palesi e volute inesattezze, sui numeri delle autorizzazioni che le loro associazioni millantano, veicolandole come vere attraverso media e social media”. È quanto affermano Fit-Cisl, Ugl taxi, Federtaxi Cisal, Tam, Satam, Claai, Faisa Confail taxi, Unimpresa, Associazioni Legale Tutela Taxi, Associazione noleggiatori Anar.

Non sono mai esistite e mai esisteranno 80.000 autorizzazioni di noleggio in Italia, così come non vi è alcun indotto di 200.000 persone spiegano – Le autorizzazioni di noleggio da rimessa, associate a vetture ordinarie, secondo dati dell’Agenzia delle Entrate, superano di poco le 7000 unità, concentrandosi prevalentemente nelle grandi città. A supporto della nostra affermazione basta considerare il fatto che una manifestazione nazionale e diversi presidi organizzati dai noleggiatori, hanno raccolto la partecipazione solo di alcune migliaia di persone”.

Queste autorizzazioni – aggiungono – rilasciate dai più disparati comuni italiani e molte volte utilizzate in modo improprio, sono prevalentemente concentrate in capo a pochi soggetti, oggi fortemente preoccupati da un possibile ripristino di regole e legalità. L’atteggiamento benevolo che una parte del mondo della comunicazione ha adottato, rispetto a quanto le rappresentanze del mondo del noleggio affermano non ci piace, sopratutto poiché si accettano passivamente dei dati, senza concedere alcuna possibilità di un contraddittorio”.

Altrettanto inaccettabile è la pressione che si esercita sul legislatore, attraverso la manipolazione di questi numeri, utilizzati per sfruttare strumentalmente il drammatico fenomeno della disoccupazione. Disoccupazione che una buona parte degli Italiani deve purtroppo quotidianamente affrontare – conclude la nota – non certo chi della speculazione e della sistematica violazione delle regole ha fatto uno stile di vita ed ora, sta facendo di tutto per agevolare la persistenza dell’abusivismo”.

08 Dicembre , 11:16
(ANSA) – ROMA, 8 DIC


2 commenti

  1. Sono abusivi che ai tempi di mio padre venivano chiamati clandestini. Poi a Milano si provvide a dar loro legalità negli anni 70/80 cercando così di frenare L illegalità. Milano così emise NELL arco di quegli anni circa 500 autorizzazioni previo esame CAP E come si chiamava un tempo BULETUN. A questi livelli siamo stati portati dalla manina d oro. Questo per informare i nostri giovani.

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