Wall Street nel navigatore di Uber, arriva la carica degli unicorni?

financialounge.repubblica.it Sbarco in borsa a gennaio, valutazione a 120 mld di dollari: più di General Motors, Ford e FiatChrysler messe insieme. Uber potrebbe aprire la strada ad altri colossi non quotati come Airbnb, Pinterest, Dropbox o Ant.
Li chiamano Unicorni perché ‘valgono’ almeno 1 miliardo di dollari, nel senso che il prezzo che l’ultimo investitore ha pagato per comprarne le azioni moltiplicato per l’intero capitale deve dare una cifra a nove zeri. Se valgono dai 10 miliardi in su sono Decacorni, oltre i 100 mld sono Hectocorni. Finora le azioni sono rimaste nelle tasche dei privati, fondi o individui, che ci hanno investito, e che sono concentrati nella Baia di San Francisco e dintorni, dove da un quarto di secolo i miliardi del venture capital si sposano con le tecnologie di Internet per moltiplicare i primi grazie alle seconde.

LONTANI DA WALL STREET
Finora si sono tenuti alla larga da Wall Street, per non sottoporre le valutazioni miliardarie allo scrutinio quotidiano dei mercati e agli esami trimestrali degli utili. Ora sembra che il tabù stia per rompersi con Uber Technologies, la società guidata da Dara Khosrowshahi che fa impazzire i tassisti di tutto il mondo a cui ruba il mestiere e il mercato. Goldman Sachs e Morgan Stanley si sono fatte avanti proponendo di portarla con un’IPO a Wall Street sulla base di una valutazione monstre da 120 mld di dollari, più di quanto capitalizzano messi insieme i tre big dell’auto americana: General Motors, Ford e FiatChrysler.

IPO DA FAR IMPALLIDIRE QUELLE DELLA NEW ECONOMY
L’offerta delle azioni al pubblico potrebbe partire già a gennaio, e se ha successo potrebbe aprire le porte del recinto dorato in cui hanno finora pascolato gli Unicorni, che potrebbero sbarcare finalmente sul tabellone luminoso di Wall Street. Oggi si contano circa 280 Unicorni, quasi tutti concentrati in California, I cui nomi più noti sono quelli di Ant Financial, Didi Chuxing, la stessa Uber, Xiaomi, Airbnb, Palantir e Pinterest. L’IPO di Uber potrebbe diventare una corsa a due a chi arriva prima con la rivale Lyft, altro Unicorno specializzato nel trasporto partito dopo ma diventato molto grande.

I POSSIBILI EFFETTI
Se parte la carica degli Unicorni per sbarcare a Wall Street potrebbe diventare un fenomeno così grande, in termini di capitali raccolti dal mercato, da far impallidire la corsa alla quotazione della New Economy della seconda metà degli anni Novanta del secolo scorso. Gli effetti sono difficili da immaginare. Potrebbe essere un tonico che proietta l’azionario americano verso nuovi record di tutti i tempi. Ma potrebbe essere anche un grande rimescolamento di carte. Il fondo che oggi ha in portafoglio le azioni di GM, Ford e FCA andrebbe ad aggiungere anche quelle di Uber e Lyft o venderebbe le prime per far spazio alle seconde?

UN RITORNO DI OLTRE TREMILA VOLTE
Una Ipo dal valore intorno ai 120 mld di dollari ipotizzati dalle banche d’affari di Wall Street sarebbe una pioggia di denaro nelle tasche degli oltre 50, fondi e individui, che hanno investito sinora, soprattutto per chi ci ha creduto prima. Come First Round Capital, che ha messo in Uber 1,6 mln tra il 2010 e il 2011 e si ritroverebbe con oltre 5 mld, un ritorno di oltre tremila volte in otto anni!


Un commento

  1. E’ solo fumo, la storia insegna ripensate a Kodak era una delle più grosse aziende, eppure adesso fa parte del passato.

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