Milano, Paolo sul primo taxi elettrico: «Punto su silenzio e aria pulita»

milano.corriere.it Paolo B, 46 anni, tassista schivo e misurato di Sesto San Giovanni, sembra avere uno stile di guida allineato al suo carattere. Muove il volante con cautela e pigia i pedali con delicatezza, rallentando fino a fermarsi per far passare un pedone in via Maroncelli. L’uomo si volta di colpo, pare stupirsi dietro gli occhiali da sole, poi alza il pollice e fa il segno «Ok», a metà strada tra l’ammirazione e l’invidia. «Mi sto già abituando a queste scene, anche se è da soltanto due settimane che sono in servizio sulla mia Tesla. Ma sono un timido, e tutto ciò un po’ m’imbarazza». 

Perché se dici «Tesla», tutti pensano a danarose celebrità ambientaliste, a visionari paperoni con manie di grandezza o a super ingegneri con il pallino della tecnologia. Ma mai nessuno s’immagina al volante un artigiano di provincia che ha fatto i conti sul canovaccio e investito nella prima auto elettrica del servizio pubblico lombardo con razionalità economica, senza subire (troppo) il fascino delle tendenze. «Dopo dieci anni di ibrido, non potevo tornare indietro. Ma dato che amo stare in macchina e la uso anche con la famiglia, informandomi ho capito che la Tesla faceva il caso mio. Se me l’avessero detto, non ci avrei mai creduto».
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Paolo B oggi guida una «Tesla model 85 S» per il radiotaxi 02/244888, nome «Sesto-4», quarta licenza sulle 22 della (ex) Stalingrado d’Italia, dove tutti i colleghi sono come fratelli, soci della medesima cooperativa e dove anche i clienti spesso sono degli habitué. Prima ha avuto una Lexus Rx, una Prius e tre Fiat (due Ulisse e una Marea). A 46 anni, ama il mestiere come pochi: «Da 17 anni, mi metto al volante ogni giorno più volentieri». E infatti voleva fare il tassista fin da ragazzino. «Dopo il diploma in ragioneria ho lavorato e risparmiato per 11 anni per acquistare la licenza, 200 milioni di lire e poco più, anche grazie a un mutuo».

Arrivato al 2018, voleva un’auto elettrica. «Tutto portava verso la scelta della Nissan Leaf, ottima vettura ma senza la capienza e i comfort della Tesla, che poi ho scoperto avere prezzi ragionevoli se comprata usata all’estero». Consulenza con un’agenzia francese, rivenditore certificato come affidabile, l’eco-tassista di Sesto stacca un bonifico da 45 mila euro, poi s’imbarca, prende aereo, bus e tre treni, fino a un paesino oltre Rotterdam, dove tutti i timori per l’acquisto esterofilo svaniscono: «Persona serissima, mi ha subito rassicurato se avessi avuto ripensamenti». Ritorno: 1.100 chilometri con tre soste per le ricariche ai supercharger, i punti della Tesla diffusi per l’Europa (l’autonomia è di 400 chilometri).


Da inizio agosto, ha fatto 12 mila chilometri, di cui una cinquantina di corse in taxi nelle ultime due settimane. «L’auto aveva quattro anni e una garanzia di otto con 134 chilometri all’attivo che per i motori elettrici non si traducono in alcun usura — spiega —. Ogni intervento dalla casa madre, avviene da remoto e l’auto è sempre online, fatto ottimo per maxi-navigatore di bordo, sicurezza e aggiornamenti. E se prima spendevo 700 euro di benzina al mese (30mila l’anno), oggi pago solo 25 euro al mese per le ricariche pubbliche. In sostanza ho investito nella macchina ma risparmio in manutenzione e benzina». L’unico paradosso di questa storia è che la Tesla è l’auto «amica di Uber» e, soprattutto, della guida autonoma. «Eh già, ma io non ci penso proprio a installarla e testarla. Mi piace guidare, al volante lavoro e da passeggero soffro l’auto: non ne voglio sapere…».

Ma che cosa cambia davvero passando al «full electric»? «Si inquina meno, c’è silenzio in viaggio, importante per me che detesto marmitte elaborate e suono dei clacson. Però bisogna cambiare le abitudini. Se si va in vacanza con la famiglia, tutto va pianificato in anticipo per sfruttare le soste della ricarica». E, soprattutto, dice aprendo il cofano (senza) motore, «guardate lo spazio: quella è la cartella di pelle che usavo quando facevo il rappresentante a 20 anni… La pulisco con cura ancora oggi. Figuratevi come tengo l’auto…».


6 commenti

  1. Bel servizio,peccato che se investo 45 mila euro per comprare la tesla ,il giorno dopo ho il controllo fiscale di Equitalia. Se ci spiega il segreto i tassisti milanesi sono pronti a investire sull elettrico di lusso…..

  2. complimenti al collega, che evidentemente sa far di conto per quanto riguarda ammortamenti, costi, plusvalenze, assicurazione, importazione esente iva, ecc…
    nel 2020 cambierò l’auto e sto osservando la tesla con grande interesse.
    ho dei dubbi circa le ricariche… in box condominiale dovrei installare la trifase con contatore separato, e le colonnine pubbliche sono poche e lente. i supercharger tesla sono a melegnano o in qualche hotel tipo il bulgari… inoltre, ma questo è una mia necessità, mi serve l’auto 7 posti. per questo ci sarebbe la tesla x.
    vedremo…
    sarà un piacere incontrare paolo e fargli qualche domanda

  3. 700 euro di benzina al mese con l ibrida?
    30000 all’ anno? Ma che scrivono????

  4. Peccato che non sia nemmeno il primo ad usare un veicolo solo elettrico, a Milano è già quasi un anno che circola una nissan leaf! Forse forse c’è lo zampino dell’ufficio stampa di Tesla viste le inesattezze dell’articolo e i guai che il suo fondatore sta passando?

  5. La Testa come qualcuno ha scritto costa un fottio di sicuro è stata fatta un’operazione di marketing sulla falsariga di Youtube dove è prassi da diverso tempo che le più disparate aziende regalino la propria merce invitando le youtU… a parlare (bene) dei propri prodotti.
    E comunque esistono già da tempo servizi di noleggio per auto elettriche a partire da 500 Euro/mese se ben ricordo lo offre Renault, purtroppo noi tassisti non possiamo farlo in quanto la carta di circolazione deve essere intestata a noi.

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