Sos abusivi, il presidente della coop taxisti pratesi: “Ne ho contati fino a 200”

iltirreno.gelocal.it PRATO. Arrivano con pulmini o station wagon, in grado di ospitare un certo numero di persone. Si appostano brevemente sostando lungo il giardini di piazza della Stazione e quando vedono il potenziale cliente, nella maggior parte dei casi cinesi che scendono dal treno alla stazione, fanno un breve cenno per chiamarli, contrattano e partono. Parenti? Forse, ma poi gli autisti si ripresentano qualche ora dopo, in attesa di nuovi clienti. Sono i taxisti abusivi, per lo più orientale, che fanno la spola fra la stazione e il Macrolotto, oppure fra Piazza Mercatale e via Pistoiese. 

Brevi fermate (in divieto di sosta) ai margini del marciapiede e di fianco ai giardini e ripartono. Tanti, centinaia secondo il presidente della cooperativa dei taxisti pratesi Andrea Cannone. “Una volta ho contato 200 inserzioni coi numeri di telefono su internet – racconta – un fenomeno inarrestabile che dura da anni e che abbiamo cercato inutilmente di combattere anche con l’aiuto della polizia stradale. Taxisti abusivi e improvvisati senza licenza né assicurazione”.
Sembra ormai rassegnato, Cannone, sulle possibilità di arginare il fenomeno, anche perché i controlli in passato ci sono stati ed anche le multe. Ma c’è chi ha fatto ricorso al Giudice di pace ed ha pure vinto: “Dicono che danno passaggi a parenti e nessuno è in grado di dimostrare il contrario”. Non c’è soluzione? “Forse, ma bisognerebbe che intervenissero le autorità con qualche provvedimento incisivo, non bastano denunce isolate o azioni di polizia una tantum”.

Gli autisti abusivi cinesi preoccupano i taxisti pratesi molto più di Uber, la multinazionale del trasporto di persone al centro di polemiche e battaglie da qualche anno in Italia. “Uber non ci ha toccato minimamente – dice il presidente dei taxisti pratesi – a Prato e a Firenze non ha mai preso piede. Questi invece ci preoccupano, eccome”.

Radio Taxi Prato conta 32 autisti con le classiche auto bianche. Un numero apparentemente elevato ma, precisa Cannone, insufficiente per una città di 200mila abitanti. “La situazione è molto peggiorata rispetto a 10-15 anni fa, quando il tessile portava molti rappresentanti in città. Oggi chi ci viene a Prato? Non è bastato tenere le tariffe bloccate ormai dal 2005. Per lavorare ci dobbiamo ingegnare mettendoci in rete coi colleghi di altre città, come ho fatto io con Milano. Certo, siamo messi meglio che a Pistoia e Montecatini dove davvero la crisi è stata disastrosa per la nostra categoria”. Qualche anno fa i taxisti pratesi contavano anche su un certo numero di ragazzi che andavano in discoteca, si dividevano il prezzo della corsa e magari evitavano di dover guidare con qualche grado alcolico di troppo. “Un giro che ormai c’è solo d’inverno, d’estate non ci sono più discoteche a Prato”.