it.businessinsider.com […] Le ultime notizie arrivano da Uber, la più nota delle aziende della nuova generazione digitale, da 5 anni in Italia e perennemente al centro di qualche tormenta: i rumor dicono che, in virtù di una riorganizzazione che investe anche altri Paesi europei, molte delle funzioni aziendali saranno trasferite a Madrid. Il servizio, oggi limitato alle auto con conducente, continuerà a funzionare e resterà l’ufficio milanese, ma le incognite sul futuro – leggi: su eventuali scelte del nuovo governo – sono molte e pesanti, e non è un caso forse che la società sia alla ricerca di un public policy manager, ossia qualcuno che tenga i rapporti con il governo e che riesca magari anche a fare un po’ di lobby.
Un portavoce della società ha dichiarato: “La nostra organizzazione è in continua evoluzione e segue la crescita del business. Madrid sta diventando un hub regionale per una parte delle attività di Uber, ma manterremo una forte presenza in Italia con team dedicati e continueremo a portare avanti il nostro impegno di veri partner per le città italiane con una visione di lungo termine”.
Quello che non è riuscito evidentemente nel lustro precedente, in cui all’entusiamo manifesto dell’allora premier Matteo Renzi («È un servizio fantastico», disse nel 2014 di ritorno da New York) non ha mai fatto seguito un’azione legislativa per incasellare le attività di Uber, facendole uscire dalla zona grigia tra legalità e non. Così, nel 2014 si è lasciato ai tribunali milanesi l’onere di fermare il servizio Pop, in cui erano persone comuni a guidare le proprie vetture a beneficio di terzi; mentre su Uber Black, il noleggio con conducente erogato via app che stravolge alcuni dei paletti della legge dei trasporti (datata, ricordiamolo, 1992), le scelte sono state scientemente rimandate di anno in anno con il decreto Milleproroghe, decidendo infine di non decidere e di lasciare la patata bollente a chi sarebbe venuto dopo.
In questi stessi giorni, ha annunciato la cessazione di parte delle proprie attività anche Heetch: multinazionale francese arrivata in Italia un po’ in sordina con un servizio più o meno identico a quello di Uber Pop, riuscito per un anno e mezzo a funzionare (prevalentemente a Milano) sfuggendo ai radar.
Non a quelli dei passeggeri, però, che apprezzavano e che ora rinunceranno: senza una normativa chiara, con il rischio dei sequestri dei veicoli e con le recenti esibizioni muscolari del governo, anche i francesi hanno deciso di limitarsi a un servizio con conducente, che peraltro è fortemente limitato nonostante la domanda crescente perché i Comuni sono particolarmente restii a concedere le licenze, in favore della solita lobby dei tassisti. […]
Titolo originale Uber e altre multinazionali digitali in fuga dall’Italia, un Paese senza regole chiare
L’articolo completo su https://it.businessinsider.com/multinazionali-digitali-in-fuga-dallitalia-un-paese-senza-regole-chiare/
Fare magari un po di lobby ! Perche cosa hanno fatto fino ad ora ? Paese senza regole chiare ? Le regole ci sono ma evidentemente non sono quelle che piacciono a loro .Quando pure noi potremmo spostare le residenze fiscali altrove, decidere come effettuare servizio ,quando ,e in che maniera ,decidere il costo del servizio ,quale servizi effettuare e quali no,avvalersi di “collaboratori” e non “dipendenti” e tutto il resto ne potremmo riparlare .
Riparlare di cosa zaffiro? QUESTE SONO ONG!!! ……… PORTI CHIUSI
Era sarcastico il “ne riparleremo” .Non mi pare di essermi mai pronunciato a favore di queste”ONG”.Non sono mai stato a favore delle decine e decine di “protocolli di intesa ” inconcludenti “,ho posto attenzione sui colpi di mano notturni ,festivi,e agostoniani. Non sono per la revoca di scioperi in cambio di mere promesse ecc.ecc.