Cina, stuprata e uccisa da autista del car pooling. Servizio sospeso in attesa di nuove regole

Il corpo del sospetto omicida è stato ritrovato senza vita in riva a un fiume nella città di Zhengzhou. Il ministero dei Trasporti ha annunciato regole più ferree per piattaforme e autisti di Didi Hitch repubblica.it

PECHINO – La promessa era di trovare un amico, oltre che un passaggio. La 21enne Li Mingzhu su quella macchina ha trovato il suo assassino. Violentata e uccisa con dodici coltellate dall’autista di Didi Hitch, il servizio del colosso cinese del car pooling che permette a qualsiasi cittadino di dividere il tragitto (e la spese) con degli sconosciuti. Dopo qualche giorno di caccia all’uomo il caso pare risolto: ieri il corpo del sospetto omicida è stato ritrovato senza vita in riva a un fiume nella città di Zhengzhou, nel centro della Cina. Si è ucciso gettandosi in acqua dopo qualche giorno di fuga.

Ma il processo nei confronti della versione mandarina di Uber continua, per una serie di controlli di sicurezza che non sono scattati. Il servizio Hitch è stato sospeso e il ministero dei Trasporti ha annunciato regole più ferree per piattaforme e autisti.

Sono almeno due le falle già riscontrate nel sistema di controlli che la startup prevede per i suoi autisti, anche quelli del servizio “tra privati” Hitch. L’assassino infatti stava guidando con la licenza ottenuta dal padre, ma il sistema di riconoscimento facciale per le corse notturne non è scattato. Così Liu, questo il suo cognome, martedì scorso ha potuto accogliere Li Mingzhu, assistente di volo 21enne, nella sua macchina. Lei ha capito subito che qualcosa non andava, poco prima di sparire ha scritto un messaggio a un’amica, preoccupata per le avance che stava ricevendo dal sedile davanti. Ma è rimasta a bordo. Per Liu, ecco la seconda falla, non era la prima volta: un’altra passeggera aveva denunciato le sue molestie “verbali”, ma il servizio clienti di Didi si era limitato a chiamarlo cinque volte, senza ottenere risposta. Questa volta non si è fermato alle parole. “Le nostre responsabilità sono innegabili”, ha detto la società, offrendo 150 mila dollari a chi avesse fornito informazioni sul killer mentre era in fuga.

Né le scuse né la ricompensa serviranno. Ma l’omicidio ha scatenato le polemiche sulla scarsa sicurezza offerta da Didi ai suoi clienti. Molti utenti hanno segnalato come il sistema di rating previsto non solo per i guidatori, ma anche per i passeggeri, sia pieno di apprezzamenti sull’aspetto fisico delle donne, definite “dee” o “bellezze naturali” senza nessun tipo di moderazione da parte della piattaforma. Un pericoloso aiuto per guidatori male intenzionati. Anche per questo la società ha deciso di sospendere per una settimana il servizio, 30 milioni di autisti registrati e 2 milioni di passeggeri al giorno, pendolari attirati dalle tariffe più economiche rispetto all’offerta base, dove al volante stanno autisti di professione. Ma oltre all’indagine interna, il caso ha acceso anche i riflettori del ministero dei Trasporti, un po’ come successo in India dopo un analogo episodio di violenza da parte di un autista di Uber. Il governo ha promesso che rafforzerà i controlli sia sulle applicazioni che sugli autisti.