Solo autisti autorizzati, così cambia Uber. Si parte da Londra

ninjamarketing.it Dopo Barcellona, Uber cambia anche a Londra. Le attività della società di San Francisco, dopo che una pronuncia della Corte di giustizia dell’Unione europea l’aveva assimilata ad un servizio taxi, cambia pelle per sopravvivere. Fondata nel 2009 e attiva con servizi diversi in 77 Paesi e più di 600 città, Uber ha annunciato di aver messo mano all’app di Uber London. Per “rendere più chiaro” ai passeggeri che i suoi autisti sono autorizzati dalla Transport for London (TFL), l’ente responsabile dei trasporti pubblici che ha precedentemente bloccato il servizio di trasporti della società di San Francisco.

Solo autorizzati
Uber aveva presentato appello contro la revoca della licenza da parte di TFL che ha dichiarato di aver accolto con favore l’iniziativa, in vista dell’udienza in programma per il 25 giugno. “Tutte le prenotazioni attraverso la nostra app a Londra e nelle aree circostanti (e negli aeroporti come Heathrow) saranno accettate da Uber London, significa che solo i conducenti autorizzati da Transport for London possono effettuare tali viaggi” fanno sapere dalla società.  Con le modifiche apportate al servizio, una volta richiesto un passaggio, i passeggeri riceveranno un messaggio che li informa che Uber ha accettato la prenotazione e sta cercando un autista. Una volta assegnato un guidatore, Uber “farà sapere loro che TfL ha concesso in licenza il proprio autista, oltre a informazioni come il nome, la foto, il numero di licenza di noleggio privato e la registrazione dell’auto”. Fra i cambiamenti annunciati, anche l’impegno a introdurre un limite alle ore di guida.

Il ritorno a Barcellona
Il 13 marzo Uber aveva annunciato di aver ripreso le attività a Barcellona. “Nel corso degli ultimi mesi abbiamo lavorato assieme a terze parti del posto per sviluppare un nuovo servizio con autisti professionisti dotati di licenza e per rispondere alle sempre maggiori esigenze della città in termini di mobilità urbana e trasporti” aveva detto Carles Lloret, General Manager di Uber per l’Europa sudoccidentale. A dicembre una pronuncia della Corte di giustizia dell’Unione europea aveva dichiarato che UberPop, una delle attività della società di noleggio con conducente, è un’azienda di trasporto taxi e non una piattaforma digitale.


2 commenti

  1. Non va bene neanche questo……poichè questi paraculi corruttori in mano a lobby finanziarie e bancarie stanno cercando diraggirare il divieto usando si autisti professionisti ma senza licenza da trasporto.
    E questa sarebbe la loro versione ” U… X ” presente negli Usa e in Inghilterra e che tanti ostacoli ha trovato nel resto del mondo.
    Quello che da noi volevano chiamare U… Pop.
    Questi non hanno capito che oltre ad autisti professionisti iscritti al ruolo devono detenere una SACROSANTA LICENZA !!!!
    L ‘immortacci loro !!!!

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