Nuovi tassisti abusivi pizzicati dai ghisa: nel mirino l’app Heetch

ilgiorno.it «Cosa ho fatto di male?», chiede il conducente al ghisa che l’ha fermato per multarlo. Semplice, la replica dell’agente: violazione dell’articolo 86 del Codice della strada, che vieta a chi non ha licenza taxi di caricare a pagamento passeggeri. Era già successo due anni fa con i driver di UberPop, app poi messa fuorilegge dal Tribunale e subito oscurata dalla casa madre per evitare multe salatissime. Ora la nuova applicazione si chiama Heetch: attiva in Francia, Belgio e Svezia, nel 2017 è sbarcata sotto la Madonnina.

Profilo basso, niente a che vedere col clamore mediatico sollevato dai predecessori, e approccio social che si rivolge ai giovanissimi tiratardi della movida: «Ti diamo un passaggio noi». A pagamento, seppur a tariffe contenute. Peccato che il discrimine tra il car pooling legale (vedi Blablacar) e l’esercizio abusivo della professione di tassista stia proprio nella corresponsione di un compenso.

A giudicare dall’aumento delle contravvenzioni comminate dai vigili delle Frecce, il fenomeno cresce: in tutto il 2017 sono stati sanzionati in 7, mentre nei primi mesi del 2018 siamo già a quota 13 (sui 19 abusivi totali “pizzicati”). La punizione: stangata da migliaia di euro (fino a un massimo di 7.045), sospensione della patente e sequestro della vettura. In linea con il 2017 i numeri legati alle violazioni dei noleggiatori con conducente (articolo 85), segno che i ghisa guidati dal comandante Marco Ciacci non hanno mai allentato la presa sull’argomento: 135 nel 2017, 20 in questo inizio di 2018.

di NICOLA PALMA


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