Uber sta all’erta: ecco le 6 concorrenti che insidiano i suoi affari

Da Lyft a Grab, da Didi Chuxing a Go-Jek, in giro per il mondo crescono le aziende che vogliono rivaleggiare con il colosso di San Francisco nei trasporti in auto. E crescono gli investimenti wired.it

Dopo aver portato Uber in tribunale e aver puntato su una sua diretta rivale negli Stati Uniti come Lyft, Google ha deciso adesso di scommettere anche sul mercato asiatico. E lo ha fatto investendo nel servizio di trasporti alternativo Go-Jek in Indonesia. Nel Sud-est asiatico Go-Jek (e anche Grab) sono avversari temibili per Uber, che ha già dovuto abbandonare la Cina e sta vivendo momenti difficili dopo le intricate vicende che hanno portato all’arrivo del nuovo ceo Dara Khosrowshahi e le ultime accuse di pirateria aziendale.

Un’operazione che crea dunque ulteriori grattacapi (come se non bastasse) alla compagnia californiana e rivela che, mentre l’Europa è ancora impegnata nella diatriba pro o contro Uber, dall’altra parte di mondo l’azienda di San Francisco è stata superata da nuovi e aggressivi concorrenti.

Il Sud-est asiatico, secondo un rapporto di Google, diventerà nel 2025 un’industria da oltre 20 miliardi di dollari. Ecco quali (e quanti) sono gli avversari più agguerriti per Uber in giro per il mondo.

Go-Jek L’ultimo investimento da 1,2 miliardi di dollari (al quale appunto ha partecipato anche Google) ha permesso alla startup indonesiana di raggiungere una valutazione di 4 miliardi di dollari. Tra gli altri investitori anche Tencent, Jd.com (azienda cinese rivale nell’e-commerce di Alibaba) e i fondi Measean-Dianping e Temase.

Oltre al trasporto passeggeri, l’azienda offre servizi di food delivery, consegna pacchi e persino massaggi a domicilio.

La rivista Fortune l’ha inserita dalla rivista Fortune al 17esimo posto nella lista delle 56 compagnie destinate a cambiare il mondo.

Go-Jek (come anche Grab) inoltre, ha sviluppato un proprio sistema di e-payment: al momento attiva solo in Indonesia, non è detto dunque che non possa decidere di espandersi in altri mercati, sfruttando il proprio servizio di pagamento mobile Go-Pay.

Grab L’Uber della Malesia ha recentemente raccolto 2 miliardi e mezzo di dollari di investimenti e detiene attualmente una quota di mercato del 95% nel sud-est asiatico per il ride-sharing e il 71% di veicoli privati.

Grab fornisce servizi privati per auto, moto, taxi e carpooling in 65 città di Singapore, Indonesia, Filippine, Malaysia, Thailandia, Vietnam e Myanmar. Secondo Reuters la società avrebbe raggiunto una valutazione di oltre 6 miliardi di dollari.

Didi Chuxing Con una valutazione totale di 56 miliardi di dollari e un ultimo round di raccolta fondi da 4 miliardi, Didi Chuxing è l’Uber cinese. Al mondo c’è solo un’altra startup con una valutazione più alta di Didi Chuxing: Uber, appunto. All’inizio di gennaio la società cinese ha anche acquisito 99, gruppo brasiliano specializzato in trasporti, allargando così il suo raggio d’azione al Sud America.

La stessa società californiana possiede il 17,5 % di Didi, che a sua volta aveva investito un miliardo di dollari nel principale rivale di Uber in America, Lyft. La startup cinese – sulla quale ha investito un miliardo anche Apple – ha ora deciso di puntare forte su intelligenza artificiale e auto a conduzione autonoma, aprendo il Didi Lab a Mountain View. Praticamente a casa Google.

Gett Nata nel 2010, è la concorrente di Uber sulla quale sembra aver puntato Volkswagen. Secondo gli ultimi dati ufficiali, l’azienda viaggia a una media di 500 milioni di dollari incassati ogni anno e opera in Regno Unito, Israele, Russia e a New York

Volkswagen ha investito 300 milioni in questa startup israeliana che continua a raccogliere nuovi capitali per espandere il proprio servizio.

Lyft Dopo avere investito in Waze (il cui servizio è ancora in fase di test), lo scorso ottobre Alphabet, la casa madre di Google, ha deciso di puntare su Lyft. La startup americana del trasporto condiviso, che contende la clientela a Uber, ha ottenuto così un finanziamento da un miliardo di dollari.

Rispetto ad Uber, Lyft ha rapporti stretti con diverse case automobilistiche (molte delle quali hanno investito nella startup), come Ford, General Motors, Jaguar. Ha anche partnership con Daimler, Volvo, Tata e Toyota. E ha un’alleanza con Waymo, il braccio di Alphabet nella tecnologia delle auto a guida autonoma.

Complessivamente, dalla sua fondazione nel 2012, Lyft ha raccolto 3,61 miliardi di dollari e il valore della società è arrivato a 11 miliardi di dollari.

MyTaxi Nata nel giugno del 2009 da un’idea di Niclaus Mewes e Sven Külper, MyTaxi è una società sussidiaria della Daimler (il gruppo che controlla Mercedes), operante in Europa.

Dopo la fusione con Hailo, che le ha consentito di espandersi nel Regno Unito, in Irlanda e in Spagna, oggi MyTaxi può vantare oltre 70 milioni di passeggeri e 100mila tassisti registrati in 54 città di 9 paesi. Tra cui l’Italia, dove è attiva tra Milano, Torino e Roma.

A differenza di Uber infatti, MyTaxi lavora con tassisti con licenza e non con privati: un fattore fondamentale per lavorare attualmente in paesi come il nostro, in cui l’utilizzo di servizi come Uber non è stato regolamentato.


2 commenti

  1. Pefetto! Che inizino a scannarsi fra di loro polverizzando gli zebedei alla clientela mentre noi siamo sempre lì sul pezzo con le nostre macchinine bianche, col nostro tassametro, con le nostre licenze. Eterni e indistruttibili come le querce ad accogliere i clienti col nostro “vecchio” ma sempre affidabile servizio.

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