Taxi, confermato lo sciopero: domani stop dalle 8 alle 22

corriere.it Sciopero confermato. Domani martedì 21 novembre i taxi di tutta Italia si fermeranno dalle ore 8 alle 22 per una protesta nazionale già annunciata lo scorso 6 ottobre. A nulla è servito l’incontro al ministero dei Trasporti a Roma tra i rappresentanti sindacali e il governo. La protesta delle auto bianche è contro Uber e gli Ncc: «Un insopportabile abusivismo che si sta trasformando in un vero e proprio caporalato digitale». Oltre allo stop ci sarà poi un presidio sotto al ministero dei Trasporti a Porta Pia con decine di taxi in arrivo da tutta Italia. La protesta coinvolgerà quasi tutte le sigle sindacali: Fast-Tpnl, Fita/Cnataxi, Federtaxi-Cisal, Satam, Silt, Tam/Acai, Ugl-Taxi, Unimpresa, Uti, Claaai, Fit-Cisl Usb-Taxi, Mit, Faisda-Confail, Unica Taxi Cgil, Confartigianato-Taxi, Uri, Uiltrasporti e Uritaxi.

I sindacati: «In arrivo altre proteste»
L’incontro al ministero è durato a lungo ma si è risolto in un nulla di fatto, spiega Alessandro Atzeni della Uil Trasporti: «Dal governo ci aspettavamo qualcosa di più concreto e invece non è arrivato nulla: non escludiamo che lo sciopero di martedì sia un apriporta per altre proteste, anche sotto Natale».

Il governo:
Uno sciopero «che non trova alcuna giustificazione», dice il viceministro delle Infrastrutture Riccardo Nencini che aggiunge: «Dietro alcune sigle si nasconde una valutazione che non è di merito ma solo politica». Ma «l’obiettivo del governo è regolare il mercato perché i servizi resi ai cittadini siano più efficienti: lo faremo – dice Nencini – superando le varie forme di abusivismo, regolando le piattaforme tecnologiche, promuovendo su base regionale il servizio Ncc». Nonostante lo sciopero, il governo ha dato appuntamento ai sindacati alla prossima settimana per un nuovo incontro.

Le questioni aperte
Sul tavolo sempre le questioni relative alla territorialità degli Ncc (le auto noleggio con conducente) che i tassisti vorrebbero legati al luogo di rilascio della licenza e che invece spesso lavorano in città molto più lontane. E poi ci sono le piattaforme tecnologiche «da regolarizzare», Uber soprattutto. «Se tanti tribunali, anche all’estero – dicono i sindacati – hanno dichiarato Uber illegale, perché qui in Italia deve diventare legale? Noi non siamo contro la modernità, ma tutti devono rispettare le regole, non solo i tassisti».



 

4 commenti

  1. L’Italia è il paese dei condoni. Anche verso u…. Entra illegalmente nel mercato e viene regolarizzato. In più viene convocato da nencini, per fare cosa? Per ungere.

  2. QUESTO CIA LA FACCIA COME ER ….. La nostra non e una valutazione di merito ma politica ?LA territorialita non e di merito ?Regolare le piattaforme (non come vorrebbe fare lui non e di merito )?LA LEGGE GIA CE !BASTA NON STRAVOLGERLA.DICE BENE ANGELO.SE SEI ILLEGALE ,ABUSIVO,NON RISPETTI REGOLE, IN QUESTO PAESE VIENI PREMIATO !!!LO sciopero non trova giustificazione ? MA NON DOVEVAMO SISTEMARE LA COSA A MARZO ?MAGARI SE NON RISPETTIAMO PIU LE REGOLE PURE NOI CI PREMIANO ?LUI VORREBBE REGOLARE IL MERCATO ?COME ? INCONTRANDOSI CON U…..R ? NON SO PERCHE MI VIENE IN MENTE LA “MASSONERIA” !

  3. PREVEDIAMO SUBITO ALTRE PROTESTE .NON DEVONO NECESSARIAMENTE RIENTRARE IN CERTI “CANONI”

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