Uber chiede ai suoi tassisti di pagare per lavorare con un extra bonus

autoblog.it Si può chiedere ai propri dipendenti di pagare una cifra una tantum promettendogli, in cambio, un bonus sulle future entrate? C’è da farsi anche questa domanda, venendo a sapere che la proposta è reale e l’ha fatta il noto servizio di taxi condivisi Uber ai suoi tassisti americani.

Si tratta dell'”offerta” di Uber per halloween e si può “aderire” entro domani. Chi avrà aderito riceverà, per tutte le corse fatte tra il 23 e il 29 ottobre, un bonus del 33% sulle commissioni. Per aderire bisogna pagare 115 dollari, che verranno decurtati dai guadagni della settimana precedente, cioè questa settimana iniziata il 16 ottobre.

In pratica si paga prima, 115 dollari, per avere un presunto vantaggio dopo. La stessa Uber calcola che se i guadagni settimanali del driver raggiungono almeno i 349 dollari allora gli conviene, altrimenti il tassista ci perde.

La notizia è stata riportata da Alex Rosenblat, ricercatore della società Data & Society di New York, sul suo blog su Medium chiamato Uber Screeds. Rosenblat precisa anche che non tutti i driver hanno ricevuto l’offerta, ma solo un ristretto numero di tassisti selezionati. Una sorta di premio.

Secondo Rosenblat Uber non potrebbe fare una offerta del genere, perché è la stessa società che controlla gran parte del flusso di lavoro dei tassisti: dalla prenotazione allo smistamento dei driver fino alle provvigioni che prendono. Con questa promozione i conducenti utilizzerebbero i guadagni del loro lavoro precedente come garanzia per ottenere un premio sul lavoro futuro, ma è Uber stessa a controllare il futuro lavoro e, di conseguenza, potrebbe fare in modo che per il guidatore non valga la pena di aderire all’offerta.

Ancora Rosenblat fa notare che c’è qualcosa che non va in questa “offerta” di Uber ai suoi lavoratori. Il problema sta proprio nella parola “lavoratori”: Uber, per evitare problemi sindacali, da tempo considera i suoi tassisti come clienti e non dipendenti. La logica è questa: noi facciamo un servizio, utile a chi guida un taxi e a chi lo prende. Quindi entrambe le categorie sono nostri clienti.

Ma se i tassisti sono clienti, spiega Rosenblat, allora questa offerta è pubblicità. Ma è quasi una pubblicità ingannevole, non conforme alle leggi americane sull’advertising, perché nella schermata inviata agli autisti da Uber l’offerta non è ben chiara: mentre “Celebra halloween guadagnando il 33% in più” è scritto bello grande e in neretto, tutto il resto è scritto piccolo. Compresi i 115 dollari da pagare. In fondo alla schermata, inoltre, in maiuscolo e con un colore ben visibile Uber scrive: “Richiedi la tua offerta”.

Secondo l’analista americano, quindi, troppe sarebbero le anomalie di questa offerta di Uber ai suoi lavoratori/dipendenti.


4 commenti

  1. Questo è ciò che sogna CARLO CALENDA(a ognuno i suoi sogni). Ciò che più mi preoccupa è che quest uomo potrebbe essere ministro anche nella prossima legislatura. ALLEATO A FORZA ITALIA (meditate colleghi). Ognuno vota ciò che vuole, io voterò CONTRO IL SISTEMA, anche se il partito antisistema è dall altra parte del mio pensiero. Meditiamo! ROMPIAMO LE BRECCE DEL SISTEMA

  2. Rinnovo i miei più sentiti auguri ai nuovi schiavi autisti di u….finché siete in tempo liberatevi dalle catene o sarà troppo tardi

  3. “U…, per evitare problemi sindacali, da tempo considera i suoi tassisti come clienti e non dipendenti.
    Ancora? tassisti? sono macchine PRI_VA _TE…

  4. Niente di nuovo…il solito giochetto delle tre carte, e pensare che a farlo non sono tre disgraziati su un tavolino in un qualunque autogrill in mezzo l’autostrada. Si tratterebbe del “colosso” del “nuovo” sistema di trasporto taxi. Pensare che hanno pure studiato per escogitare una minchiata simile!!! Avanti popolo.

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