Caporalato digitale: i dipendenti invisibili (e senza diritti) dei servizi low cost

repubblica.it Milano. Apri la porta, ed ecco arrivato il libro ordinato la sera prima su Amazon. Comodo, comodissimo. Si ringrazia e si saluta il fattorino, che in questo caso è un sorridente sudamericano, nello specifico un peruviano di mezza età. Quanto guadagnerà, per questa consegna che alle 8 di mattina non è certo la prima della sua giornata? 35 centesimi, a fare bene i conti. Perché viene pagato 7 euro l’ora (8,81 lordi), e in quell’ora – grazie all’algoritmo che gli confeziona il percorso – farà circa venti consegne.

Quasi sicuramente è dipendente di una cooperativa, perché Amazon non fa consegne dirette, oppure di una srl. Ma per lui poco cambia: i prezzi orari viaggiano su quella cifra, e lui di conseguenza viaggia come una scheggia su e giù per Milano, a bordo di un furgoncino che la sera deve tornare alla base vuoto, possibilmente. Nelle nostre vite comode, piene di app che forniscono servizi a tutte le ore e di prezzi low cost, compaiono (ma a volte nemmeno li vediamo) quelli che molti definiscono gli “omini”, orribile definizione per preziosi prestatori di servizi, spesso molto mal pagati.
Grazie a loro si vive meglio, ma a quale prezzo per loro? In una giornata ideale, iniziata a Milano, dove tutto fila via veloce e a volte i driver si schiantano contro un tram perché c’è fretta, bisogna consegnare, guadagnare, ed ecco arrivare lo shopper.

Ore 9, un tizio barbuto porge le buste del supermercato preferito, la spesa l’ha fatta lui di persona alle ore 8, a negozio appena aperto. Servizio fornito da Supermercato24, ormai ex startup veronese che fornisce chi fa la spesa al posto tuo, basta registrarsi sulla piattaforma online, scegliere il supermercato (tutti, Eurospin, Carrefour, Coop, Iper, Esselunga…), lui va, sceglie, paga e arriva a casa. Ma quanto ci guadagna, lui? Dipende dalla spesa. Per un valore che va da 10 a 30 euro, gliene entrano in tasca 5. E su su, fino a una maxi spesa da 200, dove a lui ne spettano quattordici, da pagargli alla consegna.

E se invece abbiamo dimenticato di comprare un paio di casse d’acqua minerale e ci fiondiamo al supermercato, ma poi scegliamo di farci portare tutto a casa, eccoci ritornare ai dipendenti delle cooperative, che raccolgono dai vari supermercati e consegnano a domicilio, veri eroi dell’ultimo miglio. Esselunga, ad esempio, fornisce i furgoncini con il marchio, ma chi arriva a suonare alla nostra porta è un dipendente di cooperativa, e si torna alla casella furgoni impazziti che attraversano la città. A noi costa, per una spesa superiore ai 70 euro, 3,10 euro, e ce l’hai a casa entro un’ora. Il driver guadagna 8,10 euro l’ora, e in quel tempo riesce a consegnare tre spese. Quindi, 2,7 euro a consegna. Sempre più che per Amazon, dove il driver è nelle mani di un computer, infatti «la prossima frontiera», dice Luca Stanzione, Filt Cgil, «è contrattare direttamente con Amazon l’algoritmo che determina l’organizzazione del lavoro, e quindi i carichi».

E se nel pomeriggio decidessimo di prenotare un bel volo Ryanair da Milano Malpensa a Catania, 34,40 euro? Prezzo molto basso (l’andata, il ritorno non lo è altrettanto). Ma bassa anche la retribuzione del personale. Spiega la Uil Trasporti che gran parte dei lavoratori dipende da due società interinali irlandesi, Crewlink e Workforce, e che un assistente di volo – sempre che voli – lavora in media 180 ore al mese (di cui 90 di volo) e che viene retribuito con circa 1.500 euro (a fronte dei 2.500 di tutte le altre compagnie, compresi i low cost che applicano il contratto regolare). Quindi: 8,30 euro l’ora.

Poi c’è il cane. Deve uscire due volte al giorno, ma la sera ci vuole un dog sitter, perché il quattro zampe non tollera i ritardi del padrone, quindi alle 20 è pronto per fare pipì. Ci vuole una persona capace e adatta al carattere dell’animale, magari scelta su una piattaforma come DogBuddy, ma ce ne sono moltissime in tutto il territorio nazionale. Costo orario? In zona Isola a Milano sono 11,50 euro, di cui dieci vanno alla dog sitter e 1,50 alla piattaforma. Qui il fornitore del servizio guadagna più o meno la cifra media di un battitore libero, con sua rete personale di contatti, ma ha una grande visibilità sul sito, quindi più possibilità di incassi.

E si arriva all’ora di cena, con il frigo ormai strapieno ma nessuna voglia di cucinare, tanto meno di uscire. Qui c’è solo l’imbarazzo della scelta. Il fattorino anche detto “rider”, che lavora per Foodora e vola in bicicletta – con sprezzo del traffico e del pericolo – verso il ristorante scelto, apre la borsa termica, ci ficca dentro la cibaria e ri-vola verso l’indirizzo di consegna, ecco, questo intasca netti 3 euro e 60, che sarebbero 4 euro lordi. A questo si aggiungono i contributi Inps e Inail che l’azienda gli pagherà, oltre a un’assicurazione per danni contro terzi.

«Comunque, non viene fuori uno stipendio», dice Massimo Bonini, segretario della Camera del Lavoro di Milano e specialista di gig economy, l’economia dei “lavoretti”. «Siamo al di sotto della sussistenza. Un discorso che vale per tutti, Deliveroo, Glovo, Justeat eccetera». Aggiunge Stanzione della Cgil: «La nostra battaglia è inserire i rider nel prossimo contratto trasporto merci». Va detto che un rider in media riesce a fare 2,2 consegne all’ora, quindi guadagna circa 8,8 euro lordi l’ora. Se piove o nevica, se ci sono zero o 40 gradi, e soprattutto se pedala.

20 commenti

  1. Niente di nuovo ! Io voglio sapere altro . Il 30 sett e scaduto ultimatum sindacati . Che vogliono fare ? Alle chiacchiere seguira’ qualcosa di concreto ? O pensate che Tutti questi articoletti ci distoglieranno ? E vero che la categoria e spesso disattenta , ma non fino a questo punto ( spero !). VOGLIAMO RISPOSTE .

  2. E se questi “omini” incrociassero le braccia una settimana almeno che succederebbe ? Pure loro si dessero da fare ! Se pensano che i manager incravattati seduti sulle loro comode poltrone e che guadagnano 100 volte più di loro senza fare un cacchio gli concedano qualcosa spontaneamente stanno freschi . Che ne pensa il ” sociologo Masi ” che ipotizza addirittura il lavorare gratis per abbattere i costi . Se non bloccate la distribuzione con uno bello sciopero a oltranza non avrete niente . Se invece otterrete quello che vi spetta con il DIALOGO “Complimenti !”
    .

  3. Giusta considerazione Zaffiro, la seconda azione sarebbe quella di non comprare più niente da Amazon finchè non cambiano atteggiamento con i “collaboratori”..

  4. Marco non ti stizzire non riguardava te ma le oo.ss.. comunque ogni tanto cerco di “sferzare”un Po i colleghi che a volte mi sembrano :distratti”. Commentiamo sempre con Milano 32 – Giada-Alby-Francesco -Aryuna-Fi-Alberto 93 ecc ecc scusate non ricordo tutti anzi è un Po che non sento Ciro
    . Mi piacerebbe che più colleghi fossero coinvolti nei nostri commenti e facciano poi informazione in “piazza” altrimenti rimangono chiacchiere di un piccolo “condominio”. Tutto qui’ !

  5. Articolo decisamente interessante. Si sapevano già queste cose, ma ora si sa qualcosa di più:
    è bene che ce ne siano ogni tanto di questi articoli sul blog, tanto per non dimenticare come stanno gli “altri”. Tanto per mettersi bene in testa che gli “altri” lo siamo diventando pian piano anche noi, dando il dovuto tempo al tempo.

  6. Quando i miei capelli erano corvini ho lavorato 3 anni per un primario corriere mondiale ancora oggi in attivita’. Ero corriere con il mio furgone e partiva iva annessa. Con assoluta certezza posso dire che guadagnavano piu’ gli assunti dell’ufficio e del magazzino che noi corrieri. Loro lavoravano 8 ore al giorno,noi 11. E poi chiaro ferie/13/malattie /tfr loro si noi no. Il malcontento era diffuso dappertutto e in tutte le filiali. Ad Ancona (per rispondere a zaffiro)ci fu una sommossa dei padroncini ,chiedevano condizioni migliori. La societa’ li mando’ a casa in blocco (gli tolse semplicemente il lavoro)e li sostitui’. Allora, non vi era internet, le notizie camminavano letteralmente su ruote. Venivano portate dalle “giardinette”dei sacchi delle buste . Per inciso la nostra “giardinetta” si faceva 1050 km a notte.Quella del corriere e’ una vita da disperati, i turn over sono pazzeschi e la pressione psicologica fortissima.

  7. Ogni giorno ognuno di noi dovrebbe postare questo messaggino:BOICOTTA AMAZON TENDI LA MANO A MIGLIAIA DI SCHIAVI SOTTOPAGATI

  8. La storia insegna… guardate il caso Ryanair, prima i piloti pivelli hanno fatto pratica, successivamente quando hanno messo i dentini gli han dato il benservito, e hanno trovato condizioni lavorative migliori, stesso discorso si potrebbe fare in un’ipotetico futuro con i driver della premiata ditta.

  9. Questo articolo deve far riflettere molto non solo verso i venditori on line con logistica annessa, ma allo scopo ultimo che tutto il meccanismo si pone come obiettivo finale. Il punto è il Capitale, che ha una sola regola : vai avanti e cresci sempre di più. Quindi il pensiero deve concentrarsi su cosa tutte le multi****onali hanno in mente di fare alle nostre vite. Tutte e dico tutte le multi****onali sono il capitale anarchico che avanza senza regole attaccando frontalmente gli Stati sovrani (solo sulla carta costituzionale) ma che in realtà nulla oppongono alla marcia incontrastata di un Capitale che considera anche gli uomini delle merci che hanno a loro volta un valore da considerarsi sempre meno. Chi appoggia le multi****onali è complice di ciò che accade. E ricordate che quando il diavolo ti accarezza è la tua anima che vuole!

  10. Io mi incazzo da sempre tantissimo quando qualcuno definisce un altro essere umano ” omino”. Anzi x essere più preciso a me fanno schifo quelli che definiscono degli schiavi omini. Zaffiro non è semplice lottare, organizzarsi quando sei costretto a consegnare pacchi a 35 centesimi o a raccogliere pomodori x 20 euro al giorno. Ci vuole coraggio x vivere da poveri. Quanto a noi ci vuole intelligenza x non diventarlo. Lasciamo il governo tranquillo avviarsi verso la fine legislatura, non facciamoci del male.

  11. Curioso che proprio Repubblica che sostiene un giorno sì e l’altro pure quella “sinistra” che negli ultimi 20 anni ha SEMPRE fatto e comunque votato TUTTE le RIFORME che voleva confindustria e lo mettevano in quel posto ai lavoratori. Il tutto con il tacito accordo dei sindacati che ai tavoli di concertazione mentre fingevano di difendere i diritte e gli interessi dei lavoratori in realtà si spartivano le briciole che cadevano dai tavoli come I fondi pensione integrativi, i CAF, i corsi di aggiornamento per i disoccupati, cassintegrati, etc..
    La situazione ad Amazon (ma non solo) è esattamente il risultato che quelle “riforme” dovevano realizzare cioè precarietà, salari da fame, orari e turni da cinesi insomma supersfruttamento di marxiana memoria. Adesso si accorgono del disastro sociale che hanno combinato e si mettono a fare le verginelle? Ma andate a caga..

  12. Khoolaas “omini ” erano definiti nell’articolo Non certo da me non mi sarei mai permesso. Secondo : lo so benissimo che quando lavori in quel modo e difficile rischiare anche quel poco ma da qualche parte devi pure iniziare. Se avranno condizioni migliori semplicemente chiedendole “ben venga ” ci mancherebbe. . Se però come dice brux ci sarà sempre qualcuno con cui sostituirli ( e oggi non mancano) sarà una battaglia senza fine . Quindi decidano loro come lottare “AUTODETERMINAZIONE”. TERZO : dici che dobbiamo stare fermi e aspettare fine legislatura ? Tu ti fidi ? Sei contento di come sono andate le cose fino ad ora ?io non tanto! Decida la categoria quello che vuol fare .

  13. Non era riferito a te infatti zaffiro. Io mi.i fido del buon senso e dei tassisti quelli veri quelli che guidano e della saggezza popolare: non svegliate il Can che dorme.

  14. Per non lottare si trova sempre un buon motivo. Questo mi avevano insegnato. Ovviamente le lotte devono avere obbiettivi condivisi e perseguibili altrimenti diventano solo dei sfogatoi che con il tempo portano a ripiegare al massimo ribasso. Le lotte si fanno ma in certi casi ci vuole il fiato lungo e non so quante di queste persone oggi hanno coscienza dela propria situazione e sono in grado di organizzarsi e resistere.
    Per certi versi in qualche misura anche noi. Il tempo passa ma non cambia nulla. Ad ultimatum ne seguono altri. Il rischio è il logoramento e la parità di credibilità di chi ci rappresenta, non solo verso di noi ma anche verso la controparte (che poi è il Governo). Io credo che almeno un segnale bisogna darlo, magari al momento senza strafare, (basterebbe una mezza giornata in Monforte). Penso che ne vada della nostra credibilità.

  15. Queste persone vivono con contratti a dir poco ridicoli, per la maggior parte di loro, sono minacciati psicologicamente dal fatto che il loro futuro dipende da come interagiscono sul lavoro, ti pare che abbiano voglia di scioperi, sono uno contro l’altro, non sono uniti, non si iscrivono ai sindacati, gli dicono che sono già fortunati ad avere un lavoro, come si pensa che questi uomini vogliano scioperare. Non sono liberi gli hanno dato debiti da pagare per stare zitti. Occhio perché noi viaggiamo su strade parallele alle loro.

  16. Uniti si vince. Sempre! Allora un buona strategia è quella di lottare sì ma non soli. Vale per loro ma anche per noi.
    Non si capisce perchè ad es. noi non solidarizziamo mai tra categorie del settore TPL. Eppure abbiamo problemi simili. Anche lì vogliono mettere tutto in mano ai privati!
    Non si capisce (o forse si capisce benissimo) perchè da anni e anni i sindacati non indicono uno sciopero generale.
    E sì che i motivi non mancherebbero certo! Prima lasciano passare precarietà, vaucher, legge Fornero, job act e tutte le porcate fatte in questi anni senza battere ciglio e poi fanno un referendum per abolire i vaucher. Il governo li prende per il culo, prima li abolisce (evitando il referendum) e poi li reintroduce in una mattinata. E NON SUCCEDE NULLA!
    In compenso i capataz viaggiano in Limo a botte di 2-300.000€/anno di stipendio! Davanti a queste belle prove di etica sono diventato MOOOLTO diffidente sul fatto che siano ancora davvero interessati ai lavoratori visto che ormai da decenni vanno avanti a spartirsi la torta (anche se solo le briciole) ai “tavoli di concertazione” culo e camicia con la classe dirigente.
    Mi viene in mente una canzone (la Socialdemocrazia) del ’77 (guarda caso) di Claudio Lolli che faceva:….
    Il nemico, marcia, sempre, alla tua testa.
    Ma una testa oggi che cos’è?
    E che cos’è un nemico?
    E una marcia oggi che cos’è?
    E che cos’è una guerra?
    Si marcia già in questa santa pace
    con la divisa della festa.
    Senza nemici né scarponi e
    soprattutto senza testa!
    La socialdemocrazia non va
    a caccia di farfalle.
    Il nemico marcia in testa a te
    ma anche alle tue spalle.
    Il nemico marcia con i piedi
    nelle tue stesse scarpe.
    Quindi anche se le tracce non le vedi
    è sempre dalla tua parte…….
    La socialdemocrazia è
    un mostro senza testa.
    La socialdemocrazia è
    un gallo senza cresta………

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