I capponi di Renzo

Nei Promessi sposi Alessandro Manzoni ci racconta nello scenario della Lombardia spagnola tra il 1628 e il 1630 quanto fosse difficile per due innamorati, Renzo e Lucia, convolare a nozze avendo contro la bramosia desiderante di un potente locale, Don Rodrigo, invaghito della promessa sposa. Sullo sfondo rivolte popolari, la grande Peste, monache peccaminose, frati santi, improvvise conversioni, sicari prezzolati, monatti, avventure di tutti i tipi sino alla felice conclusione che tutti i tassisti conoscono.

In un celebre episodio del romanzo il povero Renzo a cui è appena andato a monte il matrimonio per colpa del rifiuto a celebrare le nozze del vile Don Abbondio, che ha subito ceduto alle minacce dei bravi di Don Rodrigo, decide di andare da un noto avvocato lecchese, il dottor Azzeccagarbugli, per ottenere giustizia per via legale, che ovviamente non avrà.

Renzo per non presentarsi a mani vuote porta con sè quattro capponi in dono che tiene stretti per le zampe a testa in giù, ma, essendo molto agitato, il Manzoni ci dice che “lascio pensare al lettore come dovessero stare in viaggio quelle povere bestie, così legate e tenute per le zampe, a capo all’in giù, nella mano d’un uomo il quale, agitato da tante passioni, accompagnava col gesto i pensieri che gli passavano a tumulto per la mente. Ora stendeva il braccio per la collera, ora l’alzava per disperazione, ora lo dibatteva in aria, come per minaccia, e, in tutti i modi, dava loro fiere scosse, e faceva balzare quelle quattro teste spenzolate; le quali intanto s’ingegnavano a beccarsi l’una con l’altra, come accade troppo sovente fra compagni di sventura. 

Siccome i tassisti italiani non hanno nessuna intenzione di finire in padella è ora che chi ha l’onore di rappresentarli la finisca una volta per tutte di beccarsi l’un altro e si dedichi a fare onestamente il proprio lavoro, di solito pagato, e pure bene, che consiste  in fondo unicamente nel difendere la categoria, ossia i 40.000 tassisti italiani e le loro famiglie.

Ed è ora che pretenda innanzitutto che gli interlocutori la finiscano di prenderci in giro come hanno fatto sino ad ora non realizzando una, dico una, delle cose che hanno affermato di voler fare. Ci sono piovuti addosso emendamenti a mezzanotte, sospensione di sentenze ipermotivate, decreti antiabusivismo mai arrivati, e last but not least, l’approvazione a colpi di fiducia al Senato del famigerato punto b “adeguare l’offerta di servizi alle nuove forme di mobilità che si svolgono grazie ad applicazioni web che utilizzano piattaforme tecnologiche per l’interconnessione dei passeggeri e dei conducenti” dopo che un accordo scritto assicurava che sarebbe stato cancellato per far sgomberare i tassisti riuniti sotto il ministero.

Qui non si tratta allora di inventare chissà che, ma semplicemente di farsi rispettare. Nessun dialogo, nessuna trattativa può svolgersi senza un minimo di credibilità e di affidamento fra le parti. I tassisti, quelli che guidano, pur non essendo piloti, sono stanchi di essere minacciati e diffamati da mattina a sera. Sono stanchi delle risposte sprezzanti di chi paga con soldi pubblici consulenze alla controparte e poi pretende di essere credibile come mediatore.  E’ la loro vita in gioco, non le brioches di Maria Antonietta come ha detto con sagacia un Senatore esasperato ma molto competente in materia dopo il voto in Senato.

E’ una questione sociale grande come una casa, quattro volte l’Alitalia, lo si capisca una volta per tutte, quella del trasporto pubblico non di linea. E una cosa è certa: nessuno di noi, ma proprio nessuno, ha voglia di fare la fine dei capponi di Renzo.

 

19 commenti

  1. Se i sindacati continuano a beccarsi e naturalmente così non deve essere sarà ora che si muovano i tassisti con o senza…
    Il pericolo è serio e incombe le intenzioni di questa classe politica è stata ampiamente dimostrata…tante promesse e zero fatti!!!

  2. Vorrei precisare che c’è una parte di sindacalisti taxi che non percepisce alcuno stipendio e addirittura neanche un rimborso spese, svolgendo il proprio lavoro su base volontaria. Ciò non toglie che l’appello all’unitarietà lo condivido e lo faccio anche mio. Il tempo stringe e l’art. 180 comma b prosegue il suo iter col finale devastante per il taxi odierno, quello della 21/92 per intenderci. Sindacati datevi una mossa, al parlamentino di giovedì non deve mancare nessuno.

  3. Se non si muovono la categoria si muoverà da sola. Non ci saranno regole. A ruota libera . Voglio vedere quali strade chiuderanno se saremo ovunque. Tutto al momento. Dovedislocheranno le forze dell’ordine se sara’ tutto deciso al momento. Pure se hanno le spie. Dovranno correre a destra e sinistra . E il bello che non stai scioperando o facendo un corteo o un blocco non autorizzato. Basterà muoversi in un certo modo , concentrarsi in alcuni luoghi e i certe ore e così via .semplicemente “lavorando ” e non mi sembra che lavorare sia reato

  4. Caro Marco ho scritto “di solito” pagato e comunque non ci trovo nulla di strano: il sindacalista è un mestiere necessario e persino nobile se fatto con onestà intellettuale e al di là degli interessi personali. Ancor di piu’ se fatto volontariamente, come questo Blog e questo articolo. Ma non è assolutamente questo il punto: il punto è la necessità dell’unità possibile, che nella base c’è prepotentemente nonostante tutto e tutti, e la chiarezza d’intenti comuni, anche minimi, in gergo i famosi “paletti”. Il governo si era impegnato a cancellare o a modificare quel punto B come richiesto da tutte le sigle sindacali nessuna esclusa e deve semplicemente mantenere la parola data. Senza rispetto fra le parti non c’è scambio non c’è contratto, è così dai tempi di Mosè e poi di Pericle e sarà ancora così finchè esisterà una cosa chiamata democrazia.

  5. Non so se davvero qualcuno dei rappresentanti possa avere interesse nel creare conflitto interno per interessi particolari. Non conosco bene la storia sindacale di questa categoria e non mi attacco alle illazioni di qualcuno. Se divergenze possono esserci dovrebbero restare in un ambito di interpretazione politica delle cose non coinvolgere interessi personali. Queste differenze però, soprattutto in situazioni così gravi, non possono essere uno strumento in mano di chi ci vorrebbe far fuori. Per cui l’appello alla coesione e il minimo da farsi. Sia a chi è fisicamente ai tavoli di trattativa che nei confronti dei colleghi stessi. Speriamo che chi ci rappresenta sia abbastanza intelligente da non fare questo errore. E si ricordi che se qualcuno giocherà sporco i nodi prima o poi verranno al pettine. Poi altro che iene…

  6. Marco, quello che dici sui sindacalisti volontari è assolutamente vero.
    Peccato che quelli, anzi quello che ha sempre trattato con le amministrazioni comunali e regionali, anche a livello nazionale in maniera privilegiata, sia presieduto da sempre da un personaggio quanto meno discutibile che ci ha letteralmente (dolosamente?) sputtanato nel servizio delle Iene.
    Che prospettive reali crediamo di avere con soggetti simili?

  7. CONFERMO DA PROVA FATTA A MILANO CON DIVERSI COLLEGHI CHE NON SANNO DEL ART.180 comma “b”. E’CURIOSO VEDERE LA REAZIONE SPAVENTATA CHE TENDE A DARE NON PASSABILE UNA ROBA DEL GENERE!PECCATO CHE AL SENATO E’GIA PASSATA!!!

  8. Alberto93 del parlamentino si sa luogo e ora, ma si sa anche che parecchie ooss non si presenteranno adducendo le scuse più improbabili. La spaccatura dei sindacati è evidente ed è dettata da invidie puerili di chi ce l’ha più o meno lungo. Se la faccenda finirà male sapremo chi andare a trovare.

  9. Forza ragazzi io sono un ragazzo di quasi 20 anni ed il mio sogno è di fare questa professione quindi pensiamo anche alle generazioni future che vogliono portare avanti questa splendida categoria. Non la deve spuntare nessuno.

  10. Forza ragazzi io sono un ragazzo di quasi 20 anni ed il mio sogno è di fare questa professione quindi pensiamo anche alle generazioni future che vogliono portare avanti questa splendida categoria. Non la deve vincere nessuno.

  11. Grazie marco..mi sa che ci vorra’una spinta dal basso..o meglio una sberla!

  12. Kevin se vuoi fare questo mestiere vai a Londra che non servono 200.000 euro per iniziare

  13. I CORAGGIOSI DEL WEB
    Daremo delle spinte dal basso, sberle, prima o poi i nodi verranno al pettine, se finirà male sapremo chi andare a trovare, se non si muovono la categoria si muoverà da sola, non ci saranno regole, saremo ovunque, adesso basta è ora di farci sentire cosa stiamo aspettando? Forse di avere le palle! Eh già perché il sottoscritto a più riprese ha chiesto collaborazione per intraprendere iniziative che diano una scossa ad una situazione che si sta pericolosamente cristallizzando. Ho proposto azioni specifiche ma non ho avuto alcuna risposta, nessuno che si sia fatto avanti per collaborare salvo continuare a scrivere svariati proclami pseudo rivoluzionari da dietro una tastiera e poi andarsene a dormire convinti di aver dato un contributo alla causa. Continuate a citare i francesi ma quelli ci hanno messo la faccia hanno rischiato denunce ed azioni legali, qui quando propongo un sit-in sotto la sede del Pd mi rispondete che non va bene perché se viene la polizia ci identifica.
    L’ottimo khoolaas (specifico che ciò soprascritto non è riferito a lui che ad onore del merito non ha mai detto di voler spaccare il mondo), oltre a diffondere e ad appagarsi con la sua cultura in questo blog, avrebbe fatto bene ad intervenire direttamente in tutte le circostanze mediatiche durante i periodi dei nostri fermi, sicuramente sarebbe stato più efficace dei nostri sindacalisti. Comunque continuiamo così sperando che altri si muovano al posto nostro.

  14. Ma quali sono prossimi appuntamenti importanti ? Il 29 ? O altro ? Di frontealla proclamazione dello sciopero c’e’stata una qualche dichiarazione dalla o dalle controparti visto che abbiamo tutti contro

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