Ddl concorrenza, la storia infinita

amato.blogautore.repubblica.it Ma che mai vorrà dire che il disegno di legge sulla concorrenza è stato “rimesso sui binari”, come dichiara oggi il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro? Soprattutto, può immaginarsi una vicenda più assurda di quella del ddl concorrenza, tra norme che vanno e vengono, termini che si spostano prima di sei mesi, poi di altri sei, poi di un anno? Passaggi epocali tra le Camere, e tra le commissioni, che richiedono mesi, anni? A questo punto è anche difficile capire cosa sia rimasto nel testo di legge, cosa sia stato aggiunto, e infatti il governo parla di voto di fiducia, nella prima settimana di maggio. Che si voti, insomma, e non ci si pensi più. Peraltro è paradossale che, proprio quando il testo arriva finalmente in Aula, uno dei relatori, Luigi Marino, chieda che il provvedimento torni in commissione. Ma come, dopo che ha impiegato nove mesi esatti per passare dalla commissione all’Aula?

L’Istituto Bruno Leoni, che ogni anno stila una graduatoria dei vari Paesi europei sulla base del grado di libertà di concorrenza, assegna all’Italia una valutazione di 70/100. Non male, siamo al sesto posto in Europa, a prescindere dal ddl concorrenza. Forse non è un provvedimento così necessario, è per questo che non viene approvato? Non viene approvato perché è scomodo? Le norme più contrastate sono state eliminate. Alcune, come la norma “antiscalate”, sono passate come rapide meteore, entrate e uscite nel giro di poche settimane.

Per altre la permanenza nel ddl concorrenza è l’alibi per non vedere mai la luce: per esempio la completa liberalizzazione del mercato dell’energia. Nel suo intervento, uno dei relatori al provvedimento, Salvatore Tomaselli ha sottolineato che il superamento della maggior tutela “non è facoltativo” perché quello attuale è un “regime nato dieci anni fa per garantire una fase transitoria di accompagnamento alla piena liberalizzazione dei mercati”. In Italia però non si è ancora esaurita la discussione su cosa sia meglio, abolire il mercato di maggior tutela del tutto oppure lasciare le cose così come sono (con un mercato libero che al momento risulta non troppo conveniente per quel 20% dell’utenza che vi è approdata volontariamente). Il termine è slittato dal luglio 2018 al luglio 2019, quindi c’è ancora un po’ di tempo per decidere cosa sia meglio.

Il punto è questo, questo disegno di legge sta diventando un caso. L’emblema dell’incapacità di decidere, della paralisi del Parlamento, dell’impossibilità di mandare avanti leggi che non siano decreti legge, decreti legislativi, provvedimenti obbligatori, provvedimenti d’urgenza. Molti sottolineano l’importanza di questo testo, ma il fatto che ormai da quasi tre anni giaccia in Parlamento sembra confermarne invece la scarsa utilità.

7 commenti

  1. Troppo silenzio dalle sigle sindacali, devi informare la storia insegna che altrimenti la piazza decide da sola.

  2. Io ancora non ho capito nulla… ciò che riguarda NOI è passato o meno o hanno rinviato ancora al 26 ? Fate luce cortesemente

  3. Bla bla bla…. ma quante parole buttate al vento…. ed ogni post un mistero nuovo ….. io sono arrivato a fine corsa…. capito zero, se ci fosse qualche collega che mi riassuma il tutto ne sarei grato

  4. Questa tizia chi mi rappresenta? Una delle tante blogger che contano ‘Zero’. Pare sia una consigliera del PD di Carugate … mah!!!

    Certo le associazioni tacciono e secondo me è per non sollevare polveroni forse si stanno muovendo sotto traccia con qualche politico di riferimento.

    Intanto dall’articolo pubblicato sul giornale dei farmacisti si capisce che il ddl è più o meno in alto mare, che i due relatori del ddl non sono d’accordo tra loro. Uno dei due tra l’altro non considera le categorie coinvolte nel ddl dei lobbisti ma ‘corpi intermedi della società, cioè non siamo più cattivi corporativi ma produttori legittimati a difendere i nostri interessi e il nostro lavoro (per nostri intendo quello di tutte le categorie coinvolte). Un bel passo in avanti rispetto a tutti gli insulti che ci hanno rivolto ultimamente.

    La discussione del ddl è rinviata e si prevede che verrà approvata ai primi di maggio … forse!

    A chi fosse sfuggito l’articolo sul giornale dei farmacisti metto nuovamente il link sotto

    http://farmaciavirtuale.it/ddl-concorrenza-primo-passo-al-senato-forse-approvazione-ai-primi-di-maggio/

  5. Lo ripeto è lo ribadisco,liberalizzare il nostro settore come altri,non farebbe altro che impoverire sempre di più categorie di persone che faticano a portare a casa la pagnotta….loro sanno che sarebbe caos totale,ma nel vero senso della parola….in certi settori come il nostro non potrebbero avere più niente sotto controllo,nessuno di noi potrebbero accettare quello che propongono….CAOS TOTALE.

  6. Il ddl concorrenza 2015 è stato concepito male. Da una ministra che dopo una serie di scandali più o meno accertati, si è pure dimessa. Troppe sono state le parti economiche coinvolte e molto delicate e complesse le tematiche in gioco, da qualsiasi parte lo si veda. Poi la gestazione molto travagliata (oltre due anni tra Camera e Senato) e ora sicuramente nascerà un aborto. Al di la degli interessi di parte, cioè quelli che ci coinvolgono direttamente, devo fare una amara considerazione: se un disegno di legge la cui intenzione sarebbe quella di avere cadenza annuale, si “arena” in Parlamento per un tempo così vergognosamente lungo, chi solo avesse intenzione di investire in Italia, visti questi risultati ci manderebbe a fare in c..o senza pensarci due volte! Le divergenze tra Marino (AP) e Tomaselli (PD) non sono un’invenzione della Rosaria Amato: la politica cerca vittime sacrificali non solo tra la cittadinaza e chi lavora, ma a volte ci prova anche con chi occupa le poltrone. Questione di “spifferi”…. Sarà comunque non tanto il licenziamento del ddl, ma la legge delega che seguirà e i suoi tempi di gestazione (che già si prospettano “lunghetti”), a definire il quadro completo della revisione in chiave “moderna” del tpl non di linea.

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