Corse non stop e sfida ad Atm Heetch sulla scia di Uber: prime cause davanti ai giudici

milano.corriere.it L’illustrazione pubblicitaria non ha paura di confronti. «Trenta minuti di attesa con il bus notturno, solo cinque con la nostra app». Ancora più esplicito lo slogan associato: «Prima di Heetch prendevo la 90 con ansia». Una tattica di comunicazione piuttosto spregiudicata se si pensa che la 90 è un servizio di trasporto pubblico affidato dal Comune all’Atm mentre la app Heetch — almeno per le forze dell’ordine e, fin qui, i precedenti giudiziari — un collettore di taxi abusivi a tutti gli effetti. Nessun timore reverenziale neanche davanti al cronometro: in nessuna prova del Corriere sono mai stati avvicinati i cinque minuti. Tempo di attesa: almeno il quadruplo.

Gli agenti di polizia locale del Freccia 1 hanno già staccato sette verbali ad autisti affiliati a Heetch per violazione dell’articolo 86 del codice della strada (taxi abusivi). Il primo fu, il 10 febbraio scorso, un 24enne a bordo della sua Alfa Romeo Mito che aveva caricato in corso di Porta Vercellina un cliente diretto ai locali attorno alla Triennale.

Al momento sono due i ricorsi davanti al giudice di Pace presentati dai legali della società (gli stessi impiegati inizialmente da Uber) e presi in carico dall’Ufficio reclami della polizia locale davanti all’Autorità giudiziaria con l’appoggio di avvocatura comunale e dell’assessorato alla Sicurezza.

Ma che cos’è Heetch? In Francia, prima ancora che un servizio di taxi abusivi, è il nemico numero uno proprio di Uber in quanto concorrente che si è insinuato nello squarcio normativo aperto dalla app americana (in Italia attiva con uno schema di società italo-olandesi) per fare esattamente quanto contestato a Uber, nella sua versione più aggressiva Uberpop. Senza lo stesso clamore mediatico ma con una tamburellante comunicazione dedicata ai giovanissimi e affidata ai social network come Facebook e Instagram. «Trasporto sociale», il motto, marketing collegato alle serate dei locali milanesi (per esempio il concerto del famoso deejay Nicolas Jaar all’Alcatraz qualche mese fa), stand nei luoghi della movida (dal Rocket al Fuorisalone) e messaggio subliminale a ragazzi e genitori: «Divertitevi tranquillamente e sballatevi tanto c’è Heetch che vi porta a casa». Inizialmente solo nei fine settimana dalle 22 alle 6 — con focus appunto sui rientri dalle discoteche — poi anche il giovedì e il mercoledì, poi dalle 20, infine, ultima novità, ogni giorno della settimana.

«Sembra di tornare indietro di oltre due anni» spiegano dai sindacati dei tassisti, quando iniziò la battaglia contro Uberpop, applicazione bandita da tutto il territorio nazionale da giugno 2015. Per la legge, infatti, gli autisti Uberpop e Heetch equivalgono al giovane e al disoccupato che per racimolare qualche euro si mettono al volante della propria vettura e, senza licenze né autorizzazioni, vanno in stazione a cercare persone da trasportare per la città.

Il meccanismo funziona più o meno così. Sul sito di Heetch — parola che deriva dall’espressione inglese hitch hiking, l’«autostop» con il pollice all’insù, logo della app — si invitano le persone a diventare «driver» per «integrare il proprio reddito», proponendo proprio quei guadagni che discriminano, secondo i giudici, un regolare car pooling (dove i viaggiatori condividono automobile e spese senza alcun profitto) dall’esercizio abusivo della professione. Chi accetta di diventare driver però accetta un rischio: stop dei vigili, immediato ritiro della patente e sequestro della vettura (sbloccabile chiedendo una sospensiva e sperando nella clemenza del giudice) che può diventare addirittura una confisca con multe fino a oltre le sette migliaia di euro.

Il proliferare di Heetch, e il contestale e aumento dei controlli dei vigili, sembra un paradosso oggi, mentre Uber si trova a rischio oscuramento anche nella sua versione Uberblack che impiega autisti con regolare autorizzazione Ncc (noleggio con conducente) i quali sono contestati non poiché privi dei requisiti minimi di sicurezza nei confronti dell’utenza (come Heetch e Uberpop) ma poiché procaccerebbero clienti con modalità riservate alle auto bianche. Il Tribunale di Roma ha infatti prima accolto il ricorso dei taxi contro Uberblack, sospendendo tuttavia l’ordinanza di stop del servizio dopo il reclamo della app americana, almeno fino alla prossima udienza del 5 maggio.

Intanto, fanno sapere dai vigili, sono stati staccati quattro verbali ad alcuni runner che accompagnavano visitatori durante il Fuorisalone. Taxi abusivi «classici», meno numerosi e slegati dalle app.

7 commenti

  1. Mi chiedo dove trova i 10E. di sconto da regalare per offrire il servizio fuorilegge!!! E poi è nato proprio poco dopo che U***pop è stato messo fuori gioco. Quindi chi c’è veramente dietro il mediatore degli abusivi??????

  2. QUESTO E’LO SPAZIO PER I COMMEMTI..MA DAVANTI ALL’ILLEGALITA’ORMAI DICHIARATA DIREI..NO COMMENT!!ILLEGALE LO STATO..ILLEGALE CIO’CHE SUCCEDE FUORI.MA LA DOMANDA E’:”CONVIENE ANCORA RISPETTARE LE REGOLE ED ESSERE MORTIFICATI NEL FARLO???”chi mi risoponde e mi convince del contrario?

  3. Oppure basterebbe entrare nell’ufficio di Hee…. e chiuderlo per dispaccio abusivo di servizii pubblici…forza polizia frecce…forza!

  4. Strano… quando il Corriere parlava di u. usava toni enfatico. Si vede che gli “autostoppisti” sono poco propensi alle prebende

  5. Alberto, hai tagione nell’essere incazzato, tutti siamo nella stessa condizione.
    Io non voglio convincere nessuno, non credo di avere la verità in tasca, credo solo che in questi casi ci sono due strade. Una che va un po’ nel senso che tu dici. Ovvero iniziare a darsi da fare autonomamente. In modo serio, organizzato per colpire e fare davvero male, sia chi organizza, sia chi si presta a questo giochetto e non mi spingo oltre, a buon intenditore…
    L’altra strada è quella della perseveranza, della pazienza e dell’impegno. Metterci ognuno del proprio per migliorare questo nostro servizio. Sforzarci di capire che per certi versi, non è davvero più come una volta, ma che comunque rappresentiamo una categoria ancora in grado di dire la propria nel mondo del lavoro e dell’economia.
    Proprio su questo dobbiamo insistere. Il vento non cambia solo per noi. Le persone si stanno pian piano svegliando. Gli stessi autisti di u..r in tanti paesi sono arrivati al dunque.
    Contaminare. Questa è la parola d’ordine: contaminare. Essere noi veicolo attivo per mostrarecon i fatti il valore del nostro lavoro e le ragioni che sosteniamo. Ragioni che per certi versi, spesso, riguardano anche altri lavoratori. I signori di u..r che certamente ci leggono lo sanno. Devono anche sapere che le loro bugie stanno venendo a galla. Così come quelle di questi nuovi fenomeni del web. La storiella del “lavoretto per arrotondare” e la falsa concorrenza e l’innovazione non possono diventare la scusa, per abbassare il livello dei salari, delle pensioni e degli utili dei tanti a favore di pochissimi che con investimenti, spesso irrisori, senza creare vero lavoro, in barba alle leggi vigenti, vogliono solo fare profitti.
    La gente non è tutta stupida. Se la strategia di loro signori è quella di forzare le leggi e convincere qualche sprovveduto che è bello a tempo perso fare il tassista abusivo ed è conveniente e fico salirci a bordo, noi dobbiamo insistere su altri aspetti. Faccio solo due esempi. Dove sono i controlli? Il Comune di Milano è totalmente corresponsabile di tutto questo!!! Se esistono Leggi e sanzioni, perché nessuno si impegna seriamente a stanziare fondi per affrontare in modo serio questo problema? Come mai i soldi per l’aiuola, il marciapedino e tutte le varie iniziative spesso non fondamentali si trovano, e invece, per la lotta all’abusivismo niente.
    Perché le preferenziali sono diventate spesso inpercorribili, ed invece di velocizzare il servizio pubblico in generale (atm, taxi), e far risparmiare all’utente tempo e denaro, diventano sempre più piene di ostacoli? (moto, bici, carri funebri, portavalori, carri attrezzi, intrusi vari, ecc.ecc.). Perché non si fa rispettare la legalità?
    Poi la Polizia postale dove caxxo è? Se i signori di H..c o simili non possono proporre e sostenere un servizio di taxi abusivo. il sito dovrebbe essere oscurato!! Non ci sono storie.
    Altrimenti, come si diceva sopra, dobbiamo pensare che per far valere le nostre ragioni dobbiamo passare per le vie di fatto? Tanto, a compiere illeciti, in questo paese non sei davvero perseguito!

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