La questione sociale

la-costituzione-della-repubblica-italiana I tassisti in Italia sono ditte artigiane individuali, circa 40.000, più dei dipendenti locali della Fiat, dell’Enel o dell’Eni. La più grande “azienda” del nostro paese deindustrializzato e in perenne agonia sotto il profilo occupazionale. Non costano un centesimo allo Stato a cui però forniscono un servizio pubblico essenziale: il trasporto pubblico non di linea, complementare a quello di linea, che invece costa e molto all’erario. I tassisti sono anche padri, madri, figli e soprattutto contribuenti: pagano tasse e contributi diretti ed indiretti, sono grandi consumatori di carburanti ad esempio, e infine, finchè sopravvivono, sono anche loro, consumatori tout court: fanno la spesa, si vestono, e in queste vesti ascoltano esterrefatti i loro cosiddetti rappresentanti del Codacons. Sono anche cittadini: votano, si rivolgono alla magistratura, si organizzano in associazioni e organizzazioni sindacali, e vanno come tutti in pensione a 70 anni, se non muoiono prima al volante,  evento purtroppo non infrequente, giacchè essendo classificati come lavoratori autonomi  non hanno neppure diritto al riconoscimento del lavoro usurante.

Siccome credono nella Costituzione, nelle leggi e nell’ordinamento dello Stato, i tassisti sono convinti che quando i loro rappresentanti si siedono ad un tavolo governativo con il Ministro dei trasporti e quello dello Sviluppo economico, le parole pronunciate e ancor più quelle scritte abbiano un peso, sono convinti insomma che, indipendentemente dall’appartenenza a questa o quella formazione politica, i rappresentanti delle istituzioni parlino ed agiscano per conto delle istituzioni, non di un partito, ma del governo repubblicano.

E così non appena è assodato che la materia che li concerne, ossia le loro vite concrete, le case ipotecate, la scuola dei figli, le fatiche quotidiane, insomma  la loro esistenza e la loro dignità, verrà discussa, trattata, concordata si spera, con una legge delega e non a colpi di emendamenti notturni e diurni ficcati cento volte e ripetuti mille volte nelle leggi più disparate, cessano di agitarsi immediatamente e se ne tornano fiduciosi alle loro occupazioni quotidiane.

Ed ecco che mentre lavorano sereni, in attesa che gli emendamenti vengano respinti e finalmente la trattativa di merito abbia inizio, si beccano a stretto giro di posta: il dissenso dei relatori a qualunque modifica relativa ai taxi del disegno di legge sulla concorrenza; una splendida intervista della vice presidente del Senato in cui viene loro spiegato che la old economy nulla può contro la sharing economy come dice l’Europa, (che in realtà nelle linee guida della Commissione non dice nulla, come già ampiamente spiegato su questo blog, tranne che il trasporto pubblico non di linea va regolato nei singoli paesi e che è ora di finirla con i risciò e i trasportatori di cibi vari ” i servizi di delivery” in nero e senza diritti); che si troveranno forme di compensazioni per i dinosauri ancora in circolazione; la convocazione del Garante sul blocco dei taxi dal 15 al 21 febbraio 2017; e last but not least la stupefacente “segnalazione” al governo e al Parlamento dell’Antitrust qui riportata, in cui il tempo si è fermato a tre anni fa e in sostanza si dice U..r…, U..r…, U..r...

Noi continuiamo a pensare che la Repubblica sia retta dalla Costituzione, recentemente confermata a furor di popolo, compresi gli articoli 1 e 41, e che il Governo per bocca dei suoi Ministri sia la legittima espressione della maggioranza parlamentare che lo ha espresso. Gli impegni che questi prendono dovrebbero avere quindi tutta la gravitas  che ci si aspetta da chi ricopre cariche pubbliche così rilevanti. Noi pensiamo che i taxi, il loro rapporto trentennale con i noleggi con conducente regolato dalla legge 21/92, una fra le più aggiornate dell’intero corpus legislativo italiano, siano materia da discutere pacatamente e con competenza avendo in mente innanzitutto il mantenimento e il miglioramento di un servizio pubblico fondamentale per l’utenza e non altro. E pensiamo anche che quando ne va del sostentamento di decine di migliaia di famiglie, la cautela sia addirittura un obbligo, oltre che un dovere civico e morale. E’ una questione sociale che dovrebbe essere cruciale ed esemplare per chi dichiara di porre al centro dell’azione del governo il lavoro.

Ma su una cosa bisogna essere chiari e fermi: non si tratta di assegnare la carta prepagata da 400 euro a nuovi poveri, gentile senatrice, perchè non attribuiamo a nessun mortale il potere di replicare il miracolo della moltiplicazione divina dei pani e dei pesci: e poi Gesù faceva miracoli all’aperto, di giorno, di fronte a migliaia di persone, ed era  il Figlio di Dio. La domanda di mobilità non è acqua che si possa tramutare in vino, è quella che è; l’Italia non ha megalopoli, Londra o New York, stia con noi una settimana, in taxi, ai posteggi, nelle splendide vie e piazze di Roma, Napoli, Milano, Firenze, Bologna, Genova, Torino, Palermo, la ospitiamo volentieri, potrà rendersene conto con i suoi occhi, ascoltare musica  e magari leggersi un libro sulla “ disruptive economy” se lo desidera.  II lavoro non lo si crea distruggendo quello che c’è, trasformandolo in asservimento sottopagato: il lavoro è dignità, e’ un diritto, è fatica quotidiana, non un’interfaccia digitale, anzi è quello che ci tiene insieme perchè “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.” e “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.

21 commenti

  1. Analisi aderente perfettamente alla realtà e non fuorviante come l’informazione di alcuni giornali che anziché fare cronaca fanno pubblicità senza fondamenta legali. Fiero di essere tassista e non pubblicista.

  2. Bellissime parole khoolaas…..però siamo governati da persone ignoranti ,non credo che riescano a capire

  3. Tutto ragionevole e condivisibile. Eccetto un ‘ma’.
    Esiste un tassista che da anni viene ‘respinto’ dai suoi stessi simili. Forse è il solo o forse no. Certo è che fintanto che viene considerato o costretto ad essere ‘diverso’ qualcosa in questo settore ‘strettamente regolamentato’ (in modo equo e trasparente per tutti…?…) proprio non torna.
    Stesso lavoro, stesse regole, stessi ‘concorrenti’ (?) … eppure 21 sigle sindacali senza ancora un obiettivo o una proposta comune alla base dimostrata con piani di gestione alla mano non nei tribunali e contro una Pubblica Amministrazione che per prima si riterrebbe tenuta a tutelare gli interessi di tutti, consumatori e operatori.
    No, qualcosa proprio non torna.
    Sciopero ‘bianco’.

  4. Dopo la ex menager occore far saltare anche il partito democratico! Che non si stupiscano se l’estrema destra prende sempre più piede. Questo è il prezzo che quei ……. …… compresi chi li vota, deve pagare per aver svenduto l’Italia…. tempo al tempo…

  5. Vorrei ricordare a chi guadagna 475.000€ che per guadagnare un po’ di soldini dobbiamo lavorare sodo fare molte ore nel traffico nello smog ben sapendo che e’ dannoso per la nostra salute fisica e psichica senza nessun ricoscimento.Sicuramente non ci possiamo nascondere dietro la fatidica frase:lo vuole l’Europa:anche se l’interesse e’ ben altro.Viva i taxisti e la loro lotta per la libertà

  6. Khoolaas ormai è un mito, dice quasi sempre quello che potrebbe uscire dalla mente di molti di noi e riesce a scriverlo in modo impeccabile…credo che difficilmente questi argomenti faranno breccia tra i politici che hanno già deciso, dovrebbero farsi sentire maggiormente quelli delle opposizioni ma, a parte il 21 febbraio, dopo, nulla si è sentito;
    Idem per quanto concerne la manovra sindacale che, a quanto ne sappiamo, è ferma o in grande difficoltà.
    A questo punto dobbiamo pretendere si un tavolo politico ma anche un chiarimento dai sindacalisti che ci hanno rappresentato fino a ora…in mancanza di questo noi faremo da soli, bisogna che lo sappiano, governanti, politici e sindacati

  7. Salve
    mandiamo Khoolaas sopra al palazzo sapra’ sicuramente difenderci meglio dei soliti
    io credo che dobbiamo scatenarci e ribellarci farci sentire con tutte le nostre forze
    perché come scritto sopra siamo la piu’ grande azienda italiana e nn possono farci fuori cosi semplicemente svegliamoci e facciamo valere i nostri diritti

  8. Sarebbe da fare una raccolta fondi e far pubblicare su un quotidiano nazionale, magari Repubblica, la splendida lettera di Khoolaas. Complimenti

  9. Bittarelli e compagnia ma perché non ci fate sapere qualcosa? Come vanno i lavori? Sto silenzio mi manda fuori di testa!!!!!

  10. AMMIRO KOOLAS per la pacatezza che ancor oggi in una situazione gravissima ,riesce a tenere…IO NON PIU”sappiate tutti che se non si fermano sara’perso tutto…per sempre IO..non avendo piu nulla da perdere agiro’ come tale!Sparatemi..arrestatemi la violenza e’il vostro unico linguaggio…VI SERVIRO’COSI!!!!….ASSASSINI..fuorilegge per costituzione italiana!!

  11. D ‘accordo , raccogliamo dei fondi e facciamo stampare l’articolo di Kholas su un quotidiano di tiratura nazionale.
    Stefano. C.

  12. Dovrebbe fare riflettere chi governa e chi ci rappresenta.
    Io spero sempre in un fondo di buon senso di chi ha posti di responsabilità, ma ultimamente fatico solo a pensarlo. Mi resta la sola speranza in chi ci rappresenta e nella loro capacità di essere fermi sui punti che da anni ribadiamo e difendiamo. Io come altri mi sono reinventato un lavoro a quarant’anni, con sacrifici e impegni, che solo chi c’è dentro può sapere. Dopo di che, finiscono tutte le parole.

  13. Risposto per le rime all’ennesimo articolo sul FQ del Sig. Famularo pro Multinazionali RU… ecc ecc……
    Mi sono rotto le scatole di questi saccenti che pensano di avere sempre la verità in tasca senza conoscere le merito la verità dei fatti.
    Stefano C.

  14. Davvero un grande articolo…ma stavolta per salvarci dovremo fare un qualcosa fuori dal normale…Prepariamo le TENDE…

  15. Il silenzio sindacale è sconcertante… la categoria deve meditare tutta su un simile comportamento e AGIRE di conseguenza!

  16. Sindacati e associazioni non devo più esistere …stanno dimostrando che non servono a niente….non capisco chi continua a prendere le tessere….queste servono solo x mantenerli a fare niente

  17. Qualcuno mi spiega la data ultima che stiamo aspettando… cioè non c’è un limite temporale stiamo così in valida di cosa… ???

  18. Vorrei veramente vedere questo Ottimo articolo di Knoolas stamapto su una pagina di un quotidiano a tiratura nazionale.
    Rifaccio la mia proposta di fare una rccolta fondi per pubblicarlo.
    Caro Marco e Leonardo ,la raccolta fondi può essere fatta aprendo un c/c apposito o anche una semplice posta pay che servirà solo a questo scopo.
    Se tutti noi versassimo qualche cosa nel giro di pochi giorni , l’articolo viene pubblicato.
    Io sono disponibile a versare 100 € per questa buona azione.
    Stefano C.

I commenti sono chiusi.