La libera concorrenza e il consumatore disoccupato.

Se alle tre di notte ti schianti in moto vai al pronto del soccorso del Policlinico non a quello della clinica privata. Magari, però, sono vicini. Eppure sono ambedue fornitori di prestazioni sanitarie. Solo che nel primo forse ti salvano, o ci provano almeno, nel secondo… non puoi esserne sicuro. E perché? Perché il primo è un servizio pubblico.

Per la Costituzione Italiana “l’iniziativa economica privata è libera” e tuttavia “si prevedono programmi e controlli” per indirizzarla a “fini sociali“. Articolo 41. Si fonda su questo principio la disciplina del servizio taxi che la legge quadro qualifica come “servizio non di linea” (ossia effettuato a richiesta). Non di linea ma pubblico, perché deve essere garantito giorno e notte, 365 giorni l’anno, perché i tassisti sono obbligati ad accettare le corse e a recarsi sul luogo richiesti (tranne in casi di dimostrato pericolo per la loro incolumità), perché il prezzo della corsa viene stabilito dall’autorità amministrativa e calcolato con dispositivi controllati, i tassametri, perché i tassisti devono possedere requisiti morali e abilitazioni pubbliche, perché sono soggetti a una disciplina pubblica, perché sono controllati periodicamente i loro veicoli, in definitiva perché esistono norme stringenti a tutela dell’utenza, del pubblico. 

Insomma il servizio pubblico  non di linea è sì gestito da privati, da ditte individuali iscritte alla camera di commercio, ma non deve, ripeto non deve, funzionare secondo le regole del mercato. Altrimenti ecco  che improvvisamente per andare all’aroporto di Malpensa occorrono fino a quattrocento euro e dal farmacista dietro casa, magari di notte, 50 euro. Il famigerato “surge pricing“, tu sciopera e io ti fotto, le migliaia di taxi abusivi che stanno invadendo in barba a tutte le leggi vigenti, si, vigenti, Milano molto di più in questi giorni e Roma tutto l’anno.

Il noleggio con conducente fa i prezzi che vuole, li concorda con i clienti, non fornisce un servizio obbligatorio, si rivolge a una clientela di fascia di alta. E’ un servizio complementare, di nicchia, distinto e diverso. Ecco perché deve tornare in rimessa dopo aver completato il servizio. Non erano pazzi i legislatori, distinguevano come fa ogni legge, che prima definisce il suo oggetto e poi lo norma.

L’ex premier Matteo Renzi al ritorno dalla California, dove ha incontrato i vertici della “Apple”, vari manager dell’High tech e la vedova di steve Jobs, ha dichiarato al “Messaggero” : “sto riflettendo se puntare solo sull’innovazione sia stato un errore..“. e ancora: “nella jobless society… il tema non è il reddito di cittadinanza ma il lavoro di cittadinanza… bisogna riscrivere il welfare…

Ignari delle ultime evoluzioni, diversi senatori e deputati hanno emendato le leggi vigenti o in emissione per abolire sostanzialmente ogni differenza tra il servizio di noleggio con conducente e i taxi, introdurre il cosiddetto terzo settore, tutti tassisti ma solo per un po’, e naturalmente, favorire l’ingresso delle nuove tecnologie ossia le multinazionali che vogliono sostituirsi al servizio pubblico non di linea, o per meglio dire per appropriarsi, direbbero loro del “segmento di mercato” oggi coperto del servizio pubblico non di linea. Tutti in mercedes o tutti in panda, secondo le proprie tasche.

Incredibilmente però le famiglie italiane, le persone concrete, vere, massacrate nei redditi e nella loro capacità di consumo, che vanno a piedi, o in autobus magari non pagando, che sono cittadini sempre meno consumatori, perché il consumatore disoccupato è una figura sottaciuta nella retorica pubblica, è un fantasma, stanno coi tassisti. dal 71% al 91% e non con i liberalizzatori.

Imprecano al pronto soccorso per le interminabili attese, ma guai se non ci fosse.

E non ne possono più delle balle che gli vengono raccontate da anni e anni sempre le stesse, sempre dagli stessi: senza lavoro non c’è dignità, non c’è decoro, non c’è vita, lo dice il Papa, lo dice l’articolo 1 della Costituzione, lo dicono, secondo la Doxa, gli italiani, perché persino i tassisti hanno diritto di vivere, e anche di difendere il loro lavoro. Si persino i tassisti, quelli che all’ospedale di notte sono obbligati a portarti a tariffe controllate.

9 commenti

  1. Il consumatore disoccupato non esiste, il consumatore povero e precario(e possibilmente che lavora per le multinazionali) invece è l’obbiettivo del capitale e ci stiamo arrivando. La lotta di classe oramai la viviamo individualmte, siamo al contempo consumatori e lavoratori al servizio delle multinazionali che guidano la giostra oramai a loro piacimento. Quando torneremo individui pensanti forse riusciremo a liberarci da questa mer.a ma prima ho paura che bisognerà toccare il fondo tutti quanti.

  2. sabato 25/02ore,24circa nel posteggio taxi di porta garibaldi c’era una macchina bianca targata bolzano con scritto taxi e stemma Ncc..arrivato il cliente l’ha caricato e poi è partito…cosa dobbiamo pensare ..?bianco passa innoservato .o chiunque puo’ lavorare a milano?

  3. Anonimo dovevi fotografare col telefonino la targa e mandare via mail alla polizia locale

  4. Un mio collega ha fatto la foto ad un NCC parcheggiato , al posteggio taxi di fronte al Grand Rose hotel in piazza Fontana, ha dovuto scendere e dirle che caxxo stava facendo parcheggiato sul nostro posteggio proprio a fianco alla colonnina , allora lui ha preso e se nè andato………ma roba da matt….. !!!

  5. come vedete un ncc parcheggiato fermatevi e fategli una foto, non per la polizia locale che non farà mai niente se non li becca in flagrante, ma almeno otterrete il risultato che andrà via

  6. Analisi lucida e triste di come i veri poteri forti ci abbiano lobotomizzati, e a tal proposito vorrei ricordare che in questi giorni torna in discussione il ddl concorrenza dal quale non sono mai stati ritirati i famosi emendamenti killer dello scorso anno(sono stati accantonati ma sono li) credo che la prima cosa da chiedere al governo nel tavolo di domani sia il ritiro dei suddetti emendamenti .

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